l’intervista

La Confessione del nobel Parisi a Peter Gomez: “Gli scacchi invece del calcio, il ’68 e il budino-Schlein”

Giorgio Parisi - Il Nobel ospite a “La Confessione”

28 Aprile 2023

È disponibile sulla piattaforma di TvLoft la puntata esclusiva de La Confessione in cui Peter Gomez intervista il fisico, premio Nobel, Giorgio Parisi. Ne anticipiamo alcuni stralci.

Lei ha detto di aver imparato a leggere prima i numeri e poi le lettere. È un enfant prodige?

Per quanto riguarda i numeri immagino di sì, ma non a livello di altri, direi moderato.

Ma lei era quello che oggi si definirebbe un nerd?

Nemmeno, avevo fatto le elementari dalle suore, non sapevo giocare a calcio e i miei tentativi erano rimasti frustrati, anche la pallacanestro mi sfuggiva. Mi piaceva giocare a scacchi, ho letto tantissimo.

Era un tipo solitario?

Sì, abbastanza solitario.

Lei pur arrivando da una famiglia con un padre anticomunista entra a far parte della sinistra extraparlamentare dopo aver visto la polizia manganellare durante una manifestazione pacifica.

Mi aveva fatto molto impressione un filmato con un attacco della polizia in piazza Cavour a Roma, davanti al palazzo di giustizia, con il questore che si mette la fascia e ordina la carica.

La destra critica il ’68 come l’epoca in cui nasce il 6 politico o la sufficienza all’università. È vero che il ’68 ha causato più danni che benefici?

Io penso di no. Il ’68 è stato un grosso scossone che ha cambiato molto le cose. Certo, alcune conseguenze esagerate come il 6 politico, ma è anche vero che prima del ’68 c’erano professori che trattavano male gli studenti con atteggiamenti insultanti.

Lei ha detto che in Italia c’è bisogno di una sinistra forte. Elly Schlein lo è?

Spero che lo sia, ma il budino lo si capisce mangiandolo. Però non serve solo il Pd, che è un partito di centrosinistra, ma anche una sinistra-sinistra che riuscisse a mettere insieme tutte le varie anime.

Ma chi potrebbe essere in grado?

Vedo che manca un riunificatore e ci sono molti rancori e mancanza di fiducia.

Sua figlia ha fatto coming out e ha avuto due figli all’estero tramite inseminazione artificiale. Come ha reagito?

Io e mia moglie siamo stati estremamente contenti.

È favorevole alla gravidanza per altri?

Non sono contrario, ma non è una cosa che mi rende felicissimo, più che altro per lo sfruttamento delle donne che devono fare la gestazione. Non credo che esistano persone disposte a farlo gratis e quindi si tratta di un lavoro che interviene su un corpo.

Quando le hanno comunicato la vittoria del Nobel cosa ha fatto?

Innanzitutto ho cercato di capire che non fosse uno scherzo.

Ma chi gliel’ha detto?

Ero a casa, perché c’era stata una certa anticipazione, Fabiola Giannotti se ne diceva sicura e mi diceva di tenere il telefono vicino. L’ho fatto ed è arrivata una telefonata internazionale, sul telefono fisso di casa: ‘Sono il segretario del comitato Nobel, volevo dirle che lei ha ottenuto il Nobel’. All’inizio ho avuto il dubbio dello scherzo, ma poi un po’ alla volta ho capito che era vero.

Ho fatto il liceo scientifico e non mi ricordo nulla di Fisica: mi spiega cos’è il bosone di Higgs?

Dovrei saperlo visto che ci ho fatto la tesi, ma la cosa è complicata. L’idea è che ci sono tante particelle che interagiscono, i quark che costituiscono il protone, gli elettroni e poi la particella di Higgs, ipotizzata da Peter Higgs nel 1964 e responsabile del meccanismo per cui le particelle hanno una massa senza la quale sarebbero come fotoni, tutti alla velocità della luce.

Lei si è occupato di climatologia e ha detto che le previsioni, disastrose, degli scienziati possono essere addirittura ottimistiche. Perché?

Per una ragione semplice, gli scienziati fanno dei modelli accurati che vengono costruiti sulle informazioni che noi abbiamo adesso. Ma se la temperatura aumenta di un grado, come ora, si verificheranno situazioni difficili da predire e che potrebbero essere disastrose. Ad esempio una grande siccità in Amazzonia, incendi su scala globale, fenomeni che potrebbero aggiungere catastrofi successive.

Tra i giovani che si rendono conto di questo rischio ci sono quelli di “Ultima generazione” che imbrattano con vernice solubile i monumenti. Che ne pensa?

Io personalmente non lo farei, ma non mi sento di condannarli perché sono persone che sentono il peso di un futuro che viene loro rubato.

Ma imbrattare i monumenti attira anche gli odi di tante persone.

Infatti, devono decidere loro cosa fare. Ma è un comportamento che si può comprendere, non ne sono scandalizzato.

La politica è impotente sul cambiamento climatico oppure non ne ha alcun interesse?

La politica, in Paesi come l’Italia, ha quasi sempre un orizzonte di cinque/dieci anni, per un motivo semplice: i politici sanno che fra cinque o dieci anni è assolutamente improbabile che siano ancora in carica.

L’intervista integrale è disponibile su abbonamento su tvloft.it

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