L’INCHIESTA STRAGI

“Baiardo mi fece vedere una foto di B. con Graviano”

Il verbale - Giletti sentito a Firenze: “Mi disse che fu fatta di nascosto, forse per ricatto”. Perquisito a marzo l’ex fiancheggiatore. Ma il leader FI ha sempre negato di conoscere il boss

15 Aprile 2023

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Massimo Giletti ha raccontato ai pm di Firenze che Salvatore Baiardo gli mostrò una foto nella quale, a suo dire, erano ritratti insieme il generale dei carabinieri Francesco Delfino, l’allora imprenditore Silvio Berlusconi, e il boss – probabilmente latitante allora – Giuseppe Graviano. Indubbiamente una foto scoop, se vera: un generale dell’Arma passato anche dai Servizi segreti, l’uomo più ricco e potente d’Italia e il boss che ha concepito assieme a Totò Riina le stragi del 1992 e 1993, quelle nelle quali sono morti bambini innocenti e magistrati eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Niente male. I tre, secondo la ‘didascalia’ orale, riferita da Giletti ai pm come un de relato di Baiardo, stavano seduti da qualche parte. Furono ritratti di nascosto da qualcuno. Chissà chi. Comunque, secondo Giletti, poteva esserci sotto un ricatto.

Il protagonista, il narratore e regista della storia della foto del generale con il boss e il futuro premier è il solito Salvatore Baiardo, divenuto famoso per la profezia sull’arresto di Messina Denaro, ospite dal 2021 in più puntate di Non è l’Arena su La7, noto ai lettori del Fatto da una dozzina di anni, già gelataio a Omegna sul lago d’Orta, vicino a Novara, dove ospitava e portava in giro per il Nord Italia i fratelli Graviano latitanti, e per questo condannato nel 1997 per favoreggiamento.

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Giletti ha messo a verbale la storia della foto e tante altre cose. Per esempio che Baiardo collegava nei suoi discorsi la questione dei tempi di pubblicazione della foto (a suo dire ritraente Berlusconi e Graviano) con l’abolizione dell’ergastolo ostativo per i boss non pentiti, come Graviano appunto. Giletti ha raccontato il tutto ai pm. Anche di quando Baiardo si disse in grado di mostrargli un documento che riguardava la trattativa Stato-mafia, documento che sarebbe stato necessario distruggere. Tutto questo Giletti, essendo impossibilitato a verificarlo e narrarlo in tv, decide di metterlo a conoscenza dei pm, più di tre mesi fa, per una sua scelta di coscienza. I pm fiorentini ritengono attendibile la sua versione. Per capire se l’immagine esista davvero, se sia una foto vera o meno, se ritragga i soggetti indicati secondo Giletti da Baiardo o meno, i pm hanno ordinato alla Dia di cercare la foto chiedendola prima a Giletti, che però ha confermato di non averla mai avuta. Nessuna perquisizione quindi né acquisizione di atti nei confronti del giornalista. Men che meno un’indagine sui compensi (che ci sono ma non sono il focus dell’inchiesta nonostante le notizie uscite ieri) pagati a Baiardo.

L’ultimo fronte dell’indagine, è bene ribadirlo, ha il suo centro nella ricerca di una foto che potrebbe essere, “ove esistente”, scrivono i pm, la prova dei rapporti tra il boss Graviano e Berlusconi prima dell’arresto di quest’ultimo. Per questo i pm hanno ordinato di perquisire Baiardo, altro che i compensi pagati da Giletti come soffiato ieri a giornalisti in buona fede da qualche fonte imbeccata ad arte.

Il Fatto ha letto il decreto di perquisizione. Le sette pagine firmate il 23 marzo dai pm Luca Turco e Luca Tescaroli descrivono una storia davvero inquietante per varie ragioni. Poiché si tratta di una questione delicatissima, di un racconto (tutto da verificare) che accosta l’uomo più potente per decenni e tuttora più famoso d’Italia, Silvio Berlusconi, al boss stragista più carismatico e importante in vita (e in salute) e poiché c’è un giornalista minacciato e scortato che è stato ‘rimosso’ in tronco dalla sua rete tv e che è molto esposto per quel che ha dichiarato ai pm su questioni importanti, la cosa migliore è far parlare le carte dell’accusa. Non prima di aver premesso che Berlusconi ha sempre negato di avere avuto rapporti con Graviano, che Baiardo è un ex favoreggiatore e che Graviano è un boss non pentito che sta facendo certamente il suo gioco.

Il decreto di sequestro porta il numero del procedimento 16249/2022 R.G.N.R. E questo fa pensare che siamo alla quinta apertura delle indagini sulle stragi a carico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. I pm, come già fatto negli anni Novanta, 2000, 2010 e 2020 hanno chiuso l’inchiesta nel 2022 alla scadenza, per riaprirla subito con l’autorizzazione del Gip, alla luce degli ultimi elementi raccolti. Per giustificare la perquisizione a Baiardo a caccia della foto di Berlusconi con Graviano, i pm nel primo paragrafo elencano gli elementi del “fumus commissi delicti”. Baiardo è terzo non indagato. Indagati sono Berlusconi e Dell’Utri.

Scrivono i pm che il 19 dicembre 2022 hanno sentito come persona informata dei fatti “il giornalista Massimo Giletti, in quanto, sabato 5 novembre 2022, è stata mandata in onda, durante la trasmissione che conduce Non è L’Arena (…) un’intervista rilasciata da Salvatore Baiardo”. Lo scopo era farsi “spiegare come sia nato il rapporto con il predetto e se abbia avuto modo di verificare se lo stesso avesse la disponibilità di materiale relativo ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, inerente agli indagati Berlusconi e Dell’Utri”.

Giletti ha raccontato tra l’altro: “Baiardo mi ha raccontato, ai primi di luglio (3-4-5) di quest’anno (2022, ndr) dell’esistenza di una foto che ritrae il generale Delfino, che abitava sul lago d’Orta, Silvio Berlusconi e Graviano Giuseppe. In una circostanza… me l’ha fatta vedere, senza consegnarmela, tenendola lontana da me, eravamo in un luogo scuro in un bar (…) vicino a Milano. Mi è parsa una foto del tipo di quelle ‘Autoscatto macchinetta usa e getta’, ho visto raffigurate tre persone sedute in un tavolino. Berlusconi l’ho riconosciuto, era giovane, credo fosse una foto degli anni Novanta. Sono certo – mette a verbale Giletti – fosse lui anche perché in quel periodo lo seguivo giornalisticamente”.

A quel punto i pm chiedono al giornalista perché Baiardo gli avesse mostrato quella foto. Giletti replica: “Dal momento che ho sempre messo in dubbio le sue dichiarazioni. Il fatto ad esempio che Dell’Utri chiamasse a casa sua e che lo stesso Baiardo passasse a Graviano le telefonate di Dell’Utri, che giungevano sia sul fisso sia sul cellulare, in quanto Graviano non aveva nulla di intestato personalmente. Credo, quindi, che per dimostrare che i rapporti li teneva mi abbia fatto vedere la foto. Ritengo che abbia tentato di verificare quanto fossi interessato e che cosa fossi disponibile a fare per renderla pubblica. Fece anche cenno a un proposito di mandarla ai magistrati: ‘Questa potrebbe un domani arrivare ai magistrati se le cose non vanno in un certo modo’”. Così gli avrebbe detto Baiardo, lasciando intendere di poter tenere sotto scacco Berlusconi.

Giletti prosegue: “Gli risposi che la foto non solo io la dovevo toccare, ma anche far esaminare, per verificare se fosse un falso, perché dovevo essere sicuro di quanto pubblicavo. Ritengo che Baiardo abbia voluto verificare la mia reazione. Non posso escludere che volesse anche del denaro”.

Quindi Giletti dice di avere visto, ma di non aver potuto toccare né verificare l’autenticità della foto. I pm aggiungono: “Va sottolineato, altresì, che al termine dell’escussione, Massimo Giletti ha evidenziato di avere intenzione di continuare ‘a cercare il contatto con Salvatore Baiardo al fine di recuperare detta fotografia’, specificando che la ‘circostanza la riteneva importante anche per la mia professione. Se riuscissi ad averla sarebbe uno scoop’”.

I pm hanno a quel punto intercettato e videoregistrato due incontri tra Giletti e Baiardo avvenuti il 21 gennaio scorso a Roma, alla vigilia di una trasmissione dove è stato ospite l’ex gelataio. Giletti in quegli incontri riparla della foto e Baiardo non lo prende per matto. Anzi. Così i pm fiorentini si convincono che Giletti è attendibile. L’ex gelataio su Tik Tok, giovedì scorso, ha negato che la foto esista e ha smentito Giletti sul punto annunciando che probabilmente ora non farà più interviste a La7, ma a Mediaset, che al Fatto smentisce. I pm di Firenze nel decreto danno conto di quel che Giletti dice sui due incontri e nello stesso decreto spiegano che li hanno videoregistrati, quindi i magistrati sanno dove stia la verità.

“Nel corso del successivo verbale del 23 febbraio 2023 – continua il decreto di perquisizione – Giletti ha riferito di ricordare che nel primo appuntamento in cui si è incontrato con Baiardo ‘il 21 gennaio 2023’ aveva chiesto ‘per quale motivo Berlusconi si sia fatto fotografare con Graviano, gli ho detto che era comprensibile che l’avesse fatto con il generale Delfino, ma l’averlo fatto con Graviano mi sembrava ingenuo per una persona come lui. Da quanto mi ha detto ho compreso che la foto è stata scattata di nascosto e che non era stata fatta con il consenso di Berlusconi. Era dunque stata effettuata per fini di ricatto’”. Giletti quindi inserisce l’ombra del ricatto ma la sua è una considerazione basata su varie conversazioni con Baiardo.

Proseguono i pm che Giletti “ha aggiunto che ‘nel corso del secondo incontro che ho avuto con Baiardo mi ha detto che la foto c’è e che, se le cose non dovessero andare in un certo modo, me la potrebbe dare. Baiardo ha anche detto che con tale foto si potrebbe fare un sacco di soldi, ma che non gli interessava la circostanza. Mi ha detto che questo regalo professionale me lo vorrebbe fare entro non molto tempo’. Alla domanda sul perché Baiardo stesse temporeggiando nella consegna della foto, il giornalista ha risposto: ‘È collegato a un’evoluzione della situazione sull’ergastolo ostativo. Faccio notare che Baiardo mi ha chiesto di mandare in onda l’intervista prima dell’8 di novembre, giorno della decisione della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo’ (Giletti sta parlando dell’intervista fatta nel 2022 a Baiardo sull’arresto di Messina Denaro, ndr)”.

“E ancora – proseguono sempre i pm – (Giletti, ndr) ha evidenziato che Baiardo ‘mi ha parlato di un documento molto importante, nel corso del primo incontro di sabato 21 gennaio prima della trasmissione, che mi avrebbe fatto vedere, senza consegnarlo e che avrebbe poi strappato. Questo documento che avrebbe fatto chiarezza sulla trattativa’. I due incontri tra il giornalista e Baiardo – scrivono sempre i pm – sono avvenuti all’Hotel Hilton Garden Inn (a Roma, ndr) e sono stati oggetto di intercettazione e di ripresa video. Orbene, la verifica dell’effettiva disponibilità di tale effigie e del documento afferente alla trattativa è dato significativo per dimostrare i rapporti e la frequentazione tra Giuseppe Graviano, che si assume essere parte dell’accordo stragista, e Silvio Berlusconi, controparte dello stesso, posto che tale foto, ove esistente, può essere stata effettuata prima del 27 gennaio 1994, data dell’arresto di Giuseppe Graviano”. “Quest’ufficio – concludono i pm – ha necessità di riscontrare le recenti dichiarazioni rese a questa Procura da Giletti, in relazione al possesso attuale di documenti utili alle indagini da parte di soggetti a lui vicini (i pm evidentemente indicano ‘lui’ riferendosi a Baiardo, non a Giletti, ndr), al fine di verificare la sussistenza dei rapporti finanziari dallo stesso indicati che costituirebbero antefatto rispetto alla strategia che ha portato all’esecuzione delle stragi del biennio 1993-1994”.

Nel decreto i pm accennano solo a una “previa richiesta di consegna a Salvatore Baiardo e/o al giornalista Massimo Giletti”. Poi però, in caso di mancata consegna, dispongono la perquisizione del solo Baiardo, non di Giletti. I pm scrivono chiaramente che cercano “la fotografia ritraente Silvio Berlusconi, Giuseppe Graviano e il generale Francesco Delfino, nonché il documento che si assume idoneo a fare chiarezza sulla Trattativa”. A tal fine, la perquisizione è “finalizzata al rinvenimento dei documenti e dei relativi flussi comunicati anche conservati nei supporti informatici”.

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