L’intervista

Intercettazioni, Gratteri: “La riforma di Nordio è un regalo alle mafie”

Il procuratore di Catanzaro - “Dalla premier sulla legalità solo parole. Vedo in atto uno sfacelo”

24 Gennaio 2023

LEGGI – Intercettazioni: Nordio è smentito pure dall’Onu (P. Davigo)

L’arresto di Matteo Messina Denaro segna, per qualcuno, la fine di Cosa Nostra. Non la pensa così il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. “No. Le mafie mutano con il mutare sociale. La cattura di Messina Denaro è un episodio nella storia d’Italia, non è la fine di Cosa Nostra, non è la fine delle mafie. Negli ultimi decenni abbiamo già visto che le mafie sparano sempre meno e sono sempre più interessate agli affari. Hanno dunque sempre più bisogno di professionisti per investire e per riciclare, hanno bisogno dei colletti bianchi. È per questo che la possibilità di svolgere intercettazioni per i reati contro la Pubblica amministrazione non deve essere limitata: sarebbe un grande regalo alle mafie”.

Eppure il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, continua a intervenire sul tema e ieri ha detto che sulle intercettazioni è necessaria “una rivoluzione copernicana”.

Sarà un grande errore storico, e ce ne accorgeremo solo in futuro, come tanti si sono accorti solo ora dei guasti della legge Cartabia. Quando un anno fa li segnalavamo io e pochi altri, tutti zitti. Così anche le riforme sulle intercettazioni saranno solo un regalo alle mafie. Il ministro ha detto anche che costano troppo: non è vero, i costi negli ultimi anni sono stati abbattuti, ma se Nordio lo pensa, perché non l’ha detto il 15 dicembre scorso, quando lo stesso ministro ha approvato il tariffario delle intercettazioni con i massimi di spesa previsti, elaborato da una commissione di cui tra gli altri facevo parte anch’io?

Il ministro Nordio, nelle sue molte esternazioni, ha ripetuto anche che le carceri sono la sua priorità: “Le mie prime due uscite chiamiamole pastorali sono state fatte nelle carceri”, ha affermato, “proprio per dimostrare la nostra assoluta sensibilità su questo tema”. Poi però ha smentito se stesso, accettando senza batter ciglio il taglio dei fondi per le carceri e dicendo: “Il taglio lineare non era trattabile. È una scelta politica che io ovviamente condivido”.

Che cosa devo dire? Ne prendo atto.

Lei ripete spesso che c’è l’esigenza di costruire nuove carceri. Con i tagli annunciati non sarà più possibile.

Lo dico da anni: non perché la mia aspirazione sia quella di riempire le carceri: sarei contentissimo di vivere in un Paese dove nessuno più commette reati. Ma penso che solo con nuovi spazi i detenuti avrebbero una detenzione più dignitosa, che è la prima cosa necessaria per rendere rieducativa la pena, unitamente alla possibilità per tutti di lavorare. Bisognerebbe investire nell’edilizia carceraria e nell’assunzione di personale. Ma con i tagli alla Giustizia la vedo difficile.

Nordio ha proposto di utilizzare le vecchie caserme per la detenzione dei soggetti che hanno commesso reati minori, cercando così di ridurre il sovraffollamento. Condivide?

Può essere un’idea. Ma vede, e lo dico per esperienza vissuta, anche ristrutturare un edificio non è una cosa semplice, e neanche poco dispendiosa, se non si sta molto attenti.

È vero, come dicono alcuni, che è diventato critico nei confronti di questo governo solo dopo che da questo governo non ha avuto incarichi?

No, assolutamente. Primo perché non ho mai chiesto niente a nessuno e nessuno mi ha mai contattato per offrirmi alcunché: il mio nome è circolato come circola oramai ogni volta che si deve fare una nomina di qualsiasi tipo, e a farlo circolare sono soprattutto quelli che non mi vogliono. Poi, se si vanno a ripercorrere tutti i miei interventi, io non ho pregiudizi nei confronti di nessuno. Ascolto e poi faccio le mie considerazioni. L’ho fatto con tutti i governi e con tutti i ministri. Il presidente del Consiglio attuale quando si è insediato ha indicato la lotta alla criminalità come uno dei suoi obiettivi. Mi sembrava un buon segno. Invece sono state solo parole, perché poi quello che ora vedo in programma è uno sfacelo, una tragedia, che si va a sommare allo sfacelo già in atto a causa della riforma Cartabia.

Che cosa si doveva invece fare?

Prima di tutto cambiamenti radicali alla riforma Cartabia, anche considerato il fatto che Fratelli d’Italia non l’ha votata.

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