Reportage

“Squalo” e pistole: i trapper, figli reietti, dominano Milano

Da S. Siro a Prealpi, ecco dove comandano - L.A. anni 90 Agiscono coi loro gruppi, tra spari e risse, per prendersi ciò che la città non gli ha dato: da Simba la Rue a Baby Gang

24 Novembre 2022

“Squalo” ai piedi, maglie da calcio. Scendi i gradoni delle popolari. Via Mar Jonio è striscia di Gaza. Laggiù nuovi progetti per Ceo e per speculare dopo aver abbattuto lo stadio Meazza. Scrivono: “Fuck la Police”. La torre di piazza Selinunte, calcio, tute del Psg. E però spari veri. Il 3 luglio, due senegalesi gambizzati. Ieri il Tribunale conferma il carcere perché “la rissa” mostra “la forza di gruppo”. Cantano che qui “diventerà un grattacielo” e per Selinunte si vedranno “Rolls Royce”. Squalo, borsello, tute Inter o Milan al Bareebò di Segesta sono tutti fratelli. Criminali? Il Riesame conferma. Ma “qui cadano i corpi” e “abbiamo l’odio negli occhi (…)”.

Precedenti? Rissa, spaccio (…). Finiscono in comunità, poi Beccaria San Vittore. Come una giostra, difficile scendere. Perché, cantano, “vengo dalla perif” dove “italiani vendono in piazza con arabi e neri. I ragazzi non parlano a sbirri e carabinieri”. E allora scendi i gradoni con le (scarpe!!!) “squalo”, ora che le hai, ché prima manco le ciabatte in comunità: “Mamma lavora e papà sta in galera”. Salti carcasse urbane. Svolti in Zamagna, resilienza di musica e violenza. San Siro, Milano. È il blocco-quartiere. Benvenuti a Compton, la LA dei ’90. Ma qui “no Crips, no Bloods”, nessuna banda o omicidi narrati in molti film. Trapper a Milano. Stessa rabbia e stessi bit? Solo stessa voglia di “money money”. Mica politica, meglio no green pass, il Milan, Berlusconi. Sottocultura in Seven Zoo. Non l’unica, certo la prima, perché qui è Banlieue. Terroni nei Cinquanta, nei Sessanta via Preneste e l’anarchico Pino Pinelli, gli Ottanta il bar Tropical, guerriglie urbane. Arabi ieri e oggi, suk già nel mirino dopo Charlie Hebdo e Bataclan. No Justice No Peace in Zamagna, Carlo Giuliani, un ricordo. Perché qui ci passa parte della storia di Milano. E ci passano i trapper. È allarme sociale? Se ferisci un passante. Piazza Falterona è il primo colpo, l’8 gennaio scorso, un egiziano colpito. Vittima di una faida. Controllo del territorio e contratti musicali contesi. Chi spara? Carlo Testa, che trapper non è, ma criminale sì, e di quelli che malavita, clan, droga. Al fuoco risponde K24, Abdel El Karim Islam, egiziano di Legnano. Condannati in primo grado, Testa a 8 anni, K24 a 2. Prima degli arresti incontri-scontri, oltre viale Certosa, in piazza Prealpi, check point di ‘ndrangheta. Da un parte K24, dall’altra, recitano le carte, certi della Seven zoo: Rondo da Sosa, già Mattia Barbieri di Magenta classe 2002, ma anche Keta e Simba La Rue, con base a Lecco, come Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, quello per cui ieri il Riesame conferma la galera. La cronaca: risse, sequestri e i senegalesi gambizzati per le strade della movida.

Per capire l’incipit tocca tornare in Zamagna, Selinunte, Tracia, Micene. San Siro, 15 dicembre 2018. Tutti in strada, video clip da girare, invita Neima Ezza, trapper delle popolari, Marocco 2001. Cento tra i 12 e i 20 anni, sfidano le volanti. Mettono online. Quattro anni dopo, chi indaga ferma a 17 il numero degli interpreti della gangsta milanese, tra San Siro, piazza Falterona, piazza Prealpi, Sesto San Giovanni e la Brianza. A oggi il 53% è indagato, 45 i fatti violenti nell’ultimo anno tra San Siro, corso Sempione, Garibaldi. Dopo il 2018, il 15 febbraio 2020 si replica in Mar Jonio, e di nuovo il 29 agosto. Stesso copione il 10 aprile 2021. Presenza annunciata di Neima Ezza, Baby Gang, Samy, Kero e Kilimoney che canta: “Zona sette, in strada le banlieue. Quattro anni nella tasca, 600 buste, 30k”. Sono in 300. I blindati arrivano. Si lancia di tutto, si impugna un machete. Il caso “trapper” esplode. Milano come Compton? Procura e investigatori mettono mano. A luglio, Baby Gang, Rondo e Simba La Rue fanno danni fuori dall’Old Fashion. A gettare benzina la gang del padovano-milanese Baby Touché. Il 14 febbraio a Padova la banda di Mohamed Lamine Saida, in arte Simba La Rue viene aggredita. Il 3 marzo a Milano quelli di Touché vengono presi a coltellate. Il 9 giugno La Rue sequestra Touché per rilasciarlo poco dopo a Lecco. Una settimana dopo La Rue è accoltellato e “ora che il tuo corpo è a terra, le tue canzoni hanno più senso”. L’aggressione avviene sotto casa di Barbara Boscali, in arte Bibi Santi, pornostar ed ex di La Rue. Sarà lei, dice l’inchiesta, a vendere il fidanzato. Dirà: “Mi maltrattava”. Nel frattempo nella Seven Zoo si rapinano cellulari ai minori e davanti ai “pulè” si fa gruppo in 50 per evitare l’identificazione. A piede libero viene denunciato Abou El Hassan in arte Sacky che fraseggia: “A Milano lo sanno, a madama non parlo”. Sacky filo-palestinese contro Salvini: “Vergognoso” scrive sotto a un post del ministro per il quale “chi attacca Israele attacca la democrazia”. Ma qui politica zero. Che poi Baby Gang inviti a votare Berlusconi è solo un credito di fede calcistica. La lotta politica a Milano sta altrove.

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