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Vanity Fair e le bambine di 5 anni che amano le faccende domestiche

Il "redazionale" - Un articolo apparso sulla rivista online è un infinito elenco di incombenze casalinghe da insegnare (solo) alle figlie femmine. Si tratta di una sponsorizzazione mascherata dell'azienda Nuncas, ma il risultato è una comunicazione da inizio Novecento

4 Ottobre 2022

Va bene che li chiamano “redazionali” perché sono sponsorizzazioni mascherate da finti articoli di giornale, va bene che ora parlare di ambiente fa dimenticare tutti gli altri mali del mondo, ma insomma: essere costretti a leggere, alla soglia della proclamazione solenne della prima donna premier della storia italiana (e non si fa per scherzare, purtroppo), un titolo “Come mia figlia di 5 anni mi aiuta nelle pulizie” ci sembra francamente eccessivo.

L’articolo (branded, sponsorizzato, quindi non giornalistico) è apparso il 28 settembre scorso (tre giorni dopo il trionfo di Meloni) su Vanity Fair, a firma della Redazione Lifestyle (qui il link). Se si ha lo stomaco per andare oltre il titolo, il resto è pure peggio. Riportiamo solo l’attacco, ma vi consigliamo di dotarvi di antistaminici: “Raccontare ad altri genitori che tua figlia di 5 anni ti aiuta nelle faccende domestiche non è facile: il rischio è di attirare le invidie. Non condividerlo nel dettaglio però sarebbe un peccato, perché potrebbe agilmente innescarsi come pratica in molte famiglie”.

Cioè, se abbiamo capito bene (ma quanto speriamo di sbagliarci…), si sta manifestando l’orgoglio di avere una bambina (mica un bambino) che aiuta (presumibilmente la madre) nelle pulizie. Non solo: chi scrive spiega che, pur rischiando di attirarsi le invidie delle altre mamme, è necessario farlo per contribuire alle buone prassi familiari. E chi scrive è Nuncas, un’azienda del milanese che da oltre cent’anni (sempre con orgoglio, ma questo è comprensibile) opera nel settore dei prodotti per la pulizia e per la casa.

Il “redazionale” è un infinito elenco di frasi dell’orrore: “Ci occupiamo del bucato, dei pavimenti e del bagno”; “Non sempre mi aiuta a stendere il bucato, o a riporlo nei cassetti, ma tra i segreti di un genitore felice sembra esserci il non chiedere troppo ai bambini”; “Alziamo il volume della musica e come in una coreografia ci muoviamo di stanza in stanza” (dovesse mancare la danza, tipica disciplina femminile, no?); “Sebbene abbia imparato a mettere i piatti sporchi nel lavello, non ha ancora dimostrato interesse per la lavastoviglie”. Scommettiamo che a 6 anni la bambina non solo saprà caricare il cestello, ma pulirà i vetri canticchiando allegra “Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”. Ora, non siamo pazzi a tal punto da invocare il modello dei paesi scandinavi, dove durante la scuola primaria s’insegna a tutti (persino ai maschi…) a fare la lavatrice, però questo “le donne badano alla casa, gli uomini portano i soldi” ci appare stantio quanto un cadavere nello sgabuzzino. E chissà se esiste un prodotto Nuncas che ne elimini la puzza…

Ora, è già gravissimo che un’azienda che si fa vanto di essere totalmente green (“il primo stabilimento industriale italiano energeticamente autonomo e interamente ecosostenibile”) non stia ugualmente attenta a riformulare la propria comunicazione in chiave anti stereotipi. Ma quel che ci sembra ancora più grave è che un “articolo” del genere sia stato pubblicato da Vanity Fair senza il minimo scrupolo. Anche perché quanti lettori distinguono un “redazionale” da un articolo giornalistico?

Nunca(s) mas.

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