In nome del Tata re Cetra
Scriveva lettere sulla sua Roma ad Andreotti e Morricone, aveva pronto un lavoro teatrale con canzoni dialettali
“Al risveglio, con voce suadente, mi disse: non ho chiuso occhio, ti ho guardata tutta la notte. Stava chiedendo la mia mano”. Suona romantico, Valeria Fabrizi. Eravamo in tournée, dormimmo nella stessa stanza solo perché l’albergo non ne aveva altre libere. Letti separati. Tata si comportò da galantuomo. Io indossavo il pigiamone di flanella. Una […]
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