Reportage

Palermo, una notte con il collettivo Off-Line dei manifesti ‘Forza Mafia’: “Stavolta Cuffaro si incazza”

“Stavolta Cuffaro si incazza” - È tardi e hanno tutti il cappuccio. I ragazzi di Off-Line si fanno accompagnare durante uno dei loro attacchinaggi, svelando in anteprima i nuovi manifesti satirici contro Forza Italia, Cuffaro e la nuova Dc

2 Giugno 2022

“Questa volta Cuffaro s’incazza”. Lo dicono scherzano uno dei ragazzi del collettivo palermitano Off-Line, ma chissà davvero come l’ha presta l’ex governatore Totò Cuffaro, dopo l’ennesima provocazione degli artisti che anche la scorsa sera hanno affisso i loro manifesti.

Li incontro mercoledì per la prima volta, dopo le tante precauzioni. Poche parole e tanti messaggi criptati. Raggiungo a piedi il luogo dell’incontro. La città sta già dormendo, in giro si vedono poche persone. Alcuni gruppetti di ragazzi mi attendono, restando in penombra. “La regola è niente nomi e presentazioni, ci puoi seguire ma resti a distanza”, dice uno di loro. Gli altri sono coperti con felpe e cappelli.

Ci incamminiamo lentamente. Qualcuno porta una busta in mano, altri hanno degli zaini. Raggiungiamo la prima tappa: piazza San Francesco di Paola, a pochi passi dal tribunale. Gli alberi secolari creano un’ottima barriera, mentre le poche luci della piazza permettono di potersi confondere con l’oscurità. Qui ci sono tantissimi pannelli che il comune di Palermo ha posizionato per affiggere i manifesti elettorali dei partiti. Restando lontano dal gruppo, non è semplice vedere cosa fanno, ma è chiaro che qualcuno tira fuori da una busta di manifesti mentre una seconda persona getta colla liquida sul pannello e una terza la sparge velocemente con un pennello. Con uno scatto repentino viene affissa la locandina. Il rituale si ripete diverse volte, con manifesti diversi.

Cosa è stato attaccato lo capisco solo dopo, dopo che alcuni dei componenti si sono allontananti e mi è permesso avvicinarmi. Sullo sfondo del manifesto elettorale di Forza Italia è stata incollata la sagoma del capo dei capi Totò Riina. “È un colpo di lametta”, dice uno di loro. “Riina che fa il cuore ha un impatto forte, lo guardi e ti viene da sorridere, ma poi ti lascia un amaro dentro”, interviene una seconda persona. “Non servono parole, no!?”, commenta sorridendo un altro. In effetti, la provocazione funziona davvero. Scatto subito alcune foto e poi riprendo la mia passeggiata.

Nel frattempo c’è qualcuno che affigge anche degli adesivi lungo la strada. Lo slogan è “Forza Mafia”, il primo manifesto di Off-Line, diventato famoso in tutta Italia, che ha infiammato la campagna elettorale cittadina. Avete fatto anche gli adesivi?, domando. “Si, questi andrebbero a ruba – risponde compiaciuto uno di loro –, ma sono solo per pochi intimi”.

Così resto a pensare, se davvero facessero un merchandising sulla loro campagna, come fanno già molti artisti di strada, potrebbe davvero avere successo? Chissà, forse qualcuno li comprerebbe.
Ci continuiamo a muovere, sotto l’oscurità. Di scatto ci fermiamo all’inizio di un vicolo. “Alt, li ci sono delle telecamere, andiamo di qui”, dice qualcuno. “Prendiamo delle precauzione, dopo quello che è successo la prima volta, la Digos ci sta addosso”, interviene un altro.

Poi una nuova sosta. Passa una pattuglia della polizia. I ragazzi si sono già separati per ricompattarsi pochi minuti dopo. “Giriamo da questa parte, perché lì c’è troppo movimento”, dice un altro.
Sono curioso di capire qual è il manifesto provocatorio che avrebbe dovuto far arrabbiare Cuffaro. “Hai presente la vecchia pubblicità della Dixan? Ecco”, dice sorridendo uno del collettivo.

Arriviamo in un’altra piazzetta, anche questa è abbastanza isolata e poco illuminata. Tutto intorno ci sono macchine parcheggiate, negli angoli l’immondizia, che emana un odore nauseabondo e resta in attesa che venga raccolta. Ricomincia il rito dell’affissione. Li guardo ancora in disparte.

Quando mi avvicino ai pannelli, vedo il manifesto. Sullo sfondo c’è una casalinga che ha appena fatto il bucato e tiene un capo bianco in mano. In basso c’è il simbolo del neo partito fondato da Cuffaro e lo slogan: “Dcxan, rimuove le macchie più ostinate della tua fedina penale e fa sbiancare gli elettori”.
Davvero molto sottile. “Che dici, Cuffaro si incazza?”, dice uno dei ragazzi.

Sicuramente non la prenderà bene, penso io. La nostra serata è finita. Tutti i manifesti sono stati attaccati con successo. I componenti del collettivo si salutano e dividono. Ognuno prende strade diverse. Anche io mi incammino a notte fonda verso la strada di casa. L’indomani mi devo svegliare presto, per ripercorrere il giro e fare le foto dei manifesti alla luce del sole.

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