Lettera da Mosca

Io non uccido: sempre più i soldati russi che si rifiutano di combattere

I "disertori" - I militari, allontanati dalle loro unità con “protocolli di cattiva condotta disciplinare”, adesso nei tribunali provano a farsi reintegrare. Quasi impossibile stilare un bilancio veritiero delle perdite di Mosca in territorio ucraino

Di Michela A.G. Iaccarino
27 Maggio 2022

Parola d’ordine: niet, no. Ad oltre tre mesi dall’avvio dell’“operazione militare speciale” del Cremlino, alcuni soldati della Federazione si rifiutano di andare a combattere in Ucraina. Pagano le conseguenze di una scelta audace: perdono il loro ruolo nelle fila delle unità che hanno sempre servito. Sono i refusenik di questo conflitto e sono sempre di […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione