Sabato il corteo

“Non è finita”: i lavoratori ex GKN in piazza mentre i tempi di riapertura si allungano

Cronologia della vertenza - Il collettivo di fabbrica oggi manifesta per riportare l’attenzione sulla condizione dello stabilimento chiuso e occupato dal luglio 2021. Ieri ha sfilato a fianco di Fridays for future per lo “sciopero del clima”. Il piano di "reindustrializzazione" dell’impianto è stato presentato giovedì e prevede 100 assunzioni entro il 2024. Ma l'esito non è scontato

26 Marzo 2022

9 luglio 2021. Intorno alle 10 del mattino i 422 dipendenti dello stabilimento ex Fiat di Campi Bisenzio, parte del gruppo Gkn, ricevono una mail. Il fondo Melrose, proprietario dal 2018 della multinazionale britannica che produce componenti per il settore automobilistico e aerospaziale, comunica che è stata aperta nei loro confronti una procedura di licenziamento collettivo. L’intenzione di Gkn, stabilita in un consiglio d’amministrazione convocato l’8 luglio, era di delocalizzare la produzione in Polonia e chiudendo il sito fiorentino.

Gli operai decidono rapidamente di convocare un presidio davanti alla fabbrica, che si trasforma poi in occupazione. Comincia una vertenza inedita.

Il 20 settembre 2021, dopo che la Fiom Cgil aveva impugnato la procedura, il Tribunale del lavoro di Firenze stabilisce che il licenziamento è illegittimo perché viola gli accordi sindacali (rinnovati proprio a giugno 2021). La sentenza stabilisce che la crisi aziendale si era palesata già da mesi, ma l’azienda aveva deliberatamente nascosto le sue intenzioni ai rappresentanti dei lavoratori, negandosi al confronto. L’8 giugno Gkn aveva spiegato che nel 2022 ci sarebbero stati possibili esuberi, ma aveva detto che si sarebbero limitati a 29 persone. Le rappresentanze dei lavoratori avevano proposto soluzioni per evitarli il 29 giugno, senza ottenere risposte.

I lavoratori sono in cassa integrazione e la proprietà si dichiara disponibile a sedersi a un tavolo per valutare proposte di rilancio dello stabilimento. Il collettivo di fabbrica aveva nel frattempo avviato un percorso di elaborazione collettiva di un progetto di recupero della fabbrica, con l’aiuto di economisti ed esperti.

“Potrebbero offrirci una liquidazione e garantirci un’altra occupazione, ma quella che abbiamo iniziato a GKN non è una lotta personalistica per noi 422 lavoratori, ma per salvaguardia di quei posti di lavoro sul territorio”, diceva il portavoce Dario Salvetti e portavoce del Collettivo di Fabbrica nel reportage di FQ Extra Operai e università insieme per non far morire Gkn

L’iniziativa e la caparbietà del collettivo trascina anche la politica nella ricerca della soluzione. Dopo il sostegno ricevuto dai partiti del centrosinistra il Ministero del lavoro di Andrea Orlando trova una soluzione intermedia.

Tra dicembre e gennaio 2022 lo stabilimento di Campi Bisenzio passa di mano: Melrose ha ceduto il 100% della fabbrica per una cifra simbolica alla QF spa di Francesco Borgomeo, con alle spalle un curriculum di ristrutturatore d’aziende e che era stato incaricato dalla stessa Gkn di trovare investitori. Il 19 gennaio viene firmato un accordo quadro per la “reindustrializzazione”.

Il 20 marzo è scaduta cassa integrazione. Sindacati e lavoratori chiedono il rinnovo dell’incentivo fino a transizione compiuta. Entro la fine del mese scade anche la deadline per il piano di reindustrializzazione promesso da Borgomeo, e l’imprenditore potrebbe svelare i nomi degli investitori interessati. In pista ci sarebbero un’azienda dell’industria meccanica applicata al settore farmaceutico e del settore delle rinnovabili.

Il 24 marzo il nuovo proprietario ha presentato ai sindacati il piano di reindustrializzazione, durante un incontro al Ministero per lo sviluppo economico. Il rilancio dello stabilimento di Campi Bisenzio prevede investimenti per 82 milioni di euro e punta allo sviluppo di motori e macchinari iperdigitali. La produzione andrà a regime entro due anni (fino ad allora resterebbe la cassa integrazione). I 340 lavoratori rimasti nell’azienda torneranno così al lavoro nel corso del 2023. Entro la primavera del 2024 dovrebbero essere fatte 100 nuove assunzioni. Ma le parti sociali chiedono di conoscere l’identità degli altri investitori, che non è stata svelata.

È un passo importante in direzione della salvezza, per le autorità, ma il collettivo di fabbrica in varie occasioni aveva mostrato cautela. “Il processo sarà lungo, dall’esito incerto. Ci hanno tolto il 9 luglio una fabbrica funzionante, immaginate quanto è facile togliere una fabbrica che non esiste”.

Sabato 26 marzo i lavoratori della ex Gkn, che ormai ha intrecciato solidarietà e adesioni con altre vertenze e movimenti di base, hanno indetto una manifestazione nazionale a Firenze per riportare l’attenzione sulla sentenza. L’appuntamento è alle 14 a Santa Maria Novella a Firenze. Diversi i testimonial della doppia giornata di mobilitazione: da ZeroCalcare, Vauro e Staino con le loro vignette, a Jorit e Modena City Ramblers ma anche l’Arci e altre vertenze come Caterpillar, Tim o Alitalia. Ci saranno anche i giovani del movimento ecologista Fridays For Future. “Non c’è contrapposizione tra questione ambientale e questione sociale,” è lo slogan degli organizzatori. Il futuro di Gkn sarà l’occasione per provarlo.

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