La proposta

Liberiamo dalla burocrazia le energie migliori del Paese, le rinnovabili

Fare in fretta - Elettricità futura ha chiesto al governo e alle Regioni di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti, invitandoli ad attuare un'azione straordinaria di semplificazione degli iter autorizzativi

Di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura
9 Marzo 2022

Lo scorso 25 febbraio alla conferenza stampa di Elettricità Futura ho condiviso la proposta del settore elettrico italiano per risolvere in modo strutturale la grave emergenza energetica, ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia e tagliare drasticamente la bolletta elettrica.

Ho chiesto al governo e alle Regioni di autorizzare entro giugno di quest’anno 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, invitandoli ad attuare un’azione straordinaria di semplificazione degli iter autorizzativi. Il nostro Paese infatti rappresenta il caso peggiore di burocrazia in Europa, nessun altro Stato ha così tanti problemi ad autorizzare i nuovi impianti rinnovabili. In Italia, un iter autorizzativo per un impianto rinnovabile ha una durata media di 7 anni, mentre la normativa prevede una durata di 1 solo anno. 60 GW di nuovi impianti rinnovabili faranno risparmiare all’Italia il 20% del gas importato (15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno), ovvero oltre 7 volte rispetto a quanto si stima di ottenere con l’aumento dell’estrazione di gas nazionale.

L’Italia ha la capacità di installare 60 GW di nuove rinnovabili nei prossimi 3 anni, equivalenti a circa 20 GW di rinnovabili all’anno. Può apparire un traguardo ambizioso, ma è assolutamente alla nostra portata. Già dieci anni fa avevamo installato oltre 11 GW disponendo di tecnologie meno performanti e sistemi di installazione meno efficienti. Quello che manca per raggiungere l’obiettivo 60 nuovi GW di rinnovabili sono la autorizzazioni per i nuovi impianti. Da anni in Italia le rinnovabili sono bloccate, mediamente ci vogliono 7 anni per autorizzare un impianto, mentre per legge non dovremmo attendere che un solo anno!

Un altro contributo importante potrebbe arrivare dalla crescita della produzione di biometano da 0,14 a 10 miliardi di metri cubi, utilizzando la frazione organica dei rifiuti e la materia di origine agricola. A fronte della grave crisi energetica è urgente rimuovere ogni barriera allo sviluppo del gas rinnovabile italiano modificando la bozza del Decreto biometano che attualmente blocca gli impianti già in costruzione e lo sviluppo di nuovi progetti e investimenti.

Il settore elettrico è pronto a investire, nei prossimi 3 anni, 85 miliardi di euro necessari per installare 60 GW di nuovi impianti rinnovabili e creare 80.000 nuovi posti di lavoro. Questi investimenti renderebbero l’Italia energeticamente più sicura e indipendente e darebbero uno slancio alla crescita dell’economia. Va ricordato che negli ultimi 30 anni il nostro Paese è fanalino di coda in Europa per crescita del Pil. Dal 1993 infatti il Pil italiano è cresciuto solo del 22% rispetto a una media europea del 56%. Quindi 60 nuovi GW di rinnovabili sono anche energia per il Pil, con un limitatissimo utilizzo di suolo. I 60 GW di impianti potrebbero essere ripartiti in 12 GW di eolico, idroelettrico, bioenergie e altre fonti, e 48 GW di fotovoltaico che richiederebbero una superficie pari a 48.000 ettari (ha). Se per pura ipotesi i 48 GW di fotovoltaico fossero tutti realizzati su superficie agricola, si utilizzerebbe appena lo 0,15% della superficie italiana oppure lo 0,3% della superficie agricola totale oppure l’1,3% della superficie agricola già oggi abbandonata.

Peraltro, i tanti impianti agrovoltaici previsti non sottrarranno neanche un metro quadrato di terreno. L’Italia può e deve risolvere l’emergenza energetica. Liberiamo dalla burocrazia le energie migliori del nostro Paese, le rinnovabili.

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