Dossier

Morte David Rossi, tutti i misteri in 10 punti

L’inchiesta, quello che non torna e le novità. Otto anni dopo.Il computer acceso dai magistrati, gli sms cancellati, i fazzoletti (sporchi di sangue) distrutti, i festini a luci rosse: ecco i tanti “buchi” non ancora risolti

12 Dicembre 2021

Sono bastati cinque mesi di lavoro per trovare elementi mai scoperti prima. E nemmeno pochi. Sarebbe già sufficiente questo a far entrare d’ufficio la morte di David Rossi nel più classico filone dei misteri italiani: a 8 anni dai fatti, e dopo tre inchieste giudiziarie, c’è ancora da scavare. L’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi precipita dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo del 2013, nel pieno della bufera giudiziaria su Mps, e dopo aver manifestato la volontà di collaborare. La Procura di Siena, per due volte, ha archiviato la vicenda come un suicidio. Anche i pm di Genova, chiamati a indagare su possibili insabbiamenti, hanno concluso con un’archiviazione. Eppure, la Commissione parlamentare d’inchiesta istituita a luglio ha mostrato di poter aggiungere pezzetti di verità a un caso che ancora oggi ha molti aspetti da chiarire. Ecco quali.

1. La verità del colonnello. Si può cominciare dalla fine, dall’audizione di Pasquale Aglieco, ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena. Sentito giovedì per cinque ore, l’ufficiale ha rivelato una serie impressionante di possibili “inquinamenti della scena”. Per la prima volta si apprende che lui stesso era presente al primo sopralluogo nella stanza di Rossi, senza che questo sia mai comparso nei verbali dell’inchiesta, in capo alla polizia. Aglieco, questo era noto, aveva dichiarato di essersi trovato da quelle parti per caso: “Ero uscito a comprare le sigarette”. Ai parlamentari racconta adesso di essere entrato nell’ufficio insieme a tre pm: Nicola Marini (di turno), Aldo Natalini (l’altro collega che si occuperà delle indagini), e Antonino Nastasi (titolare del fascicolo sulle malversazioni della banca). Il suo sembra il resoconto di tutto ciò che non si dovrebbe fare sulla scena di un potenziale crimine: “Nastasi si è seduto sulla sedia di Rossi e ha acceso il computer”; “i pm hanno rovesciato sulla scrivania il cestino coi fazzoletti insanguinati e i biglietti strappati”; “Nastasi rispose a una chiamata di Daniela Santanché sul telefono di Rossi”.

2. I bigliettini strappati. Scritti da Rossi, spiegherebbero il suo suicidio. Secondo una perizia calligrafica, il manager potrebbe però averli compilati sotto costrizione. Federica Romano, assistente capo della polizia scientifica racconta di averli trovati “in un libro”, dove “li avevano ricomposti i magistrati”.

3. I fazzolettini. Sono sporchi di sangue (cosa che sconsiglierebbe di svuotarli su una scrivania). Verranno sequestrati solo giorni dopo il sopralluogo. Ne verrà disposta la distruzione dal pm Aldo Natalini, prima della seconda archiviazione dell’indagine. Senza che nessuno, mai, analizzi il Dna.

4. Il video sparito. Altra scoperta della Commissione: Federico Gigli e Livio Marini, poliziotti della volante intervenuta per prima, girarono un video della scena. La finestra era aperta. Il video però sparisce dagli atti. La Scientifica trova la finestra chiusa. È davvero caduto dal secondo piano?

5. L’orologio. Dalle indagini difensive della famiglia Rossi, che non ha mai accettato la versione del suicidio, emergono molti elementi anomali. Le contusioni sul corpo di David. Il segno dell’orologio sul polso, come se qualcuno lo avesse tenuto appeso. Lo stesso orologio, ritrovato a distanza dal corpo, che da un video sembra volare dalla finestra minuti dopo la caduta. Un uomo mai identificato che compare nelle telecamere che inquadrano il vicolo. Nessuno dispone l’acquisizione dei tabulati telefonici per capire chi era al Monte dei Paschi quella notte.

6. La perizia informatica. Qualcuno tentò di inviare due mail dal Blackberry di David Rossi, dopo la sua morte. Un’analisi informatica disposta dalla Procura di Genova nel 2020 (è la prima) accerta adulterazioni dei telefoni del manager: “Emergono numerose cancellazioni di messaggi e chiamate”, “oltre 300”. Da uno solo dei due cellulari sono stati eliminati “59 sms su 64”.

7. i festini. Nel 2017, dopo la seconda archiviazione di Siena, il caso viene riaperto dalle Iene. Tutto nasce da un’intervista dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, che parla di caso “abbuiato” e di festini compromettenti che coinvolgerebbero anche magistrati. Sul caso apre un’indagine Genova. Due testimoni, che si dichiarano ex escort, ricollegano due magistrati senesi a presunti festini. L’indagine viene archiviata: anche se fossero attendibili, rimarrebbe da provare il depistaggio. Gli atti finiscono al Csm. Uno dei testimoni, William Villanova Correa (vedi articolo a fianco) dice di conoscere gli autori del presunto omicidio.

8. La pista finanziaria. Nel cellulare di Rossi, dopo la sua morte, sembra esserci una chiamata in uscita al numero 4099009. La Tim dà una spiegazione tecnica: sarebbe in realtà il dirottamento di una chiamata in entrata. Gli avvocati della famiglia non hanno mai creduto a questa versione. Nel 2019 la Procura di Siena ha riaperto indagini su un certificato di fondi al portatore che collegherebbe il sistema delle sponsorizzazioni sportive, gestito da David Rossi, alla Lega. Gli accertamenti non danno esito.

9. il testimone e lo ior. Tre anni dopo la morte di Rossi un sedicente Antonio Muto si presenta all’ex avvocato della famiglia Rossi, Luca Goracci. Dice di aver mancato un appuntamento con Rossi il 6 marzo del 2013, di averlo trovato già morto, e di essere stato aggredito da tre sconosciuti armati. Due settimane dopo Report intervista Antonio Muto, imprenditore calabrese collegato a vicende di clan radicati a Mantova, indebitato con Mps. La coincidenza stupisce Goracci: non è la stessa persona da lui incontrata. Nello studio di David Rossi viene trovato il numero di cellulare dell’ex presidente della Banca Vaticana Ettore Gotti Tedeschi, mai sentito dai pm. Probabilmente sarà tra i prossimi testimoni convocati dalla Commissione, insieme all’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari.

10. Giancarlo Pittelli. L’ex parlamentare di Forza Italia, indagato nell’inchiesta Rinascita Scott e arrestato nuovamente pochi giorni fa su richiesta del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, parla di David Rossi in un’intercettazione: “Non si è suicidato, è stato ucciso. Se riaprono l’indagine sulla morte di Rossi succederà un grosso casino… Se si sa chi lo ha ammazzato”.

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