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Il pride di Idealista e gli insulti da Medioevo: una bandiera (arcobaleno) li seppellirà

Lo spot dell'azienda immobiliare trasmesso nelle ore in cui il Vaticano attaccava il ddl Zan. Ma gli anatemi peggiori sono quelli che si leggono sui social

30 Giugno 2021

Noi non sappiamo se sia l’appoggio incondizionato alla causa o un’intelligente operazione di marketing, ma francamente non ci interessa nemmeno. Semmai dobbiamo riconoscere l’incredibile tempismo: nelle stesse ore in cui il Corriere della Sera mandava in stampa lo scoop sulla nota del Vaticano contro il ddl Zan, il 21 giugno sui canali social della società immobiliare Idealista (e sulle tv nazionali) andava in onda uno spot che celebra il pride.

L’immagine iniziale è quella cui siamo abituati. Un ragazzo suona al campanello di un’abitazione: “Salve, sono Federico. Sono…”. Non fa in tempo a proseguire che un padre, uomo sulla cinquantina, accento del sud, ben piazzato, lo interrompe: “Allora, ascolta. Prima cosa: vai piano, niente messaggini e tieni le mani sul volante. Poi a casa all’una e mezza, non un minuto di più”. Federico è leggermente spaventato, indietreggia, annuisce in silenzio. “E comportati bene, se no ti faccio un mazzo…”. Segue gesto.

Quante volte abbiamo assistito a questa scena? Noi che siamo state adolescenti o noi genitori che abbiamo affidato le nostre figlie. Ebbene, resettate tutto.

Da casa esce un ragazzo, sì, un maschio.

“Ciao papà”, dice in fretta. Poi raggiunge il suo fidanzato e, scendendo per le scale, i due si scambiano un bacio sulle labbra.

“Ohi! – urla il genitore, sollevando un braccio stile ‘ma vedi ‘sti due’ – Copritevi!”. E i ragazzi lo fanno, con una bandiera arcobaleno. Il padre sorride benevolo.

“La libertà parte da casa” recita lo slogan in chiusura.

Scandalo, scomunica, anatema!

Accanto ai tanti (per fortuna) commenti di apprezzamento, sulla pagina Facebook di Idealista si leggono frasi che giungono a noi direttamente dal Medioevo (ci perdoni l’italiano se non interveniamo su strafalcioni da bocciatura in seconda elementare, lapsus freudiani o punteggiatura):

– Una schifezza questa pubblicità!Volete per forza deviare i bambini!
– Ma per piacere. Anche se dovessi in qualche modo accettarlo, non vorrei mai vedere mio figlio baciarsi con un uomo.
– Ma pensate veramente di vendere più case facendo una pubblicità del genere e cavalcando l’onda Lgbt? State solo strumentalizzando un movimento (giusto o sbagliato che sia) per fini commerciali!! Vergognatevi!
– Premesso che ognuno è libero di fare ciò che vuole ma questa pubblicità dovrebbe essere trasmessa in fascia protetta!!!!
– Non trovo corretto influenzare e mandare in confusione i bambini su un argomento così delicato e personale da essere “sbandierato”in TV., strumento potentissimo di influenza su menti in formazione.
– Lo spot e giusto ma non va mandato in onda mi sento discriminato siete razzisti contro di me che sono etero
– stiamo rasentando l’abominio della decenza

L’argomento “così delicato e personale” è l’amore, ovviamente. Che evidentemente molti italiani non sanno cosa sia. “L’amore non esiste”, recitava un brano di qualche anno fa. Il problema allora, ci permettiamo di scriverlo, non è soltanto l’ingerenza di uno Stato confessionale in uno Stato laico. Se fossimo davvero uno Stato laico, pubblicità come questa non avrebbero motivo di esistere. Ma vogliamo rimanere fiduciosi, sapendo che un giorno una bandiera – arcobaleno – seppellirà l’ignoranza.

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