Stime 2020

Morti Covid, cosa dicono i dati: in Italia +93 mila decessi sul 2019

Tassi simili in Inghilterra, Spagna e Stati Uniti

8 Gennaio 2021

In attesa di conoscere i dati ufficiali, si può ipotizzare che in Italia il 2020 dovrebbe essersi concluso con un numero complessivo di decessi di quasi 730 mila persone, un valore mai così elevato dalla fine della Seconda guerra mondiale. È questo l’infausto bilancio causato dal Sars-Cov2, nonostante qualcuno si ostini ancora a minimizzare la gravità della situazione.

Al 31 dicembre, l’osservatorio epidemiologico contava 74.159 morti per Covid (o con Covid), consegnando all’Italia la triste condizione di essere tra i primi nel pianeta per numero di morti rispetto alla popolazione. Secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, nel 2020 la pandemia ha causato più di 1,8 milioni di decessi in tutto il mondo, ma la realtà va ben oltre le evidenze epidemiologiche e solo dopo che saranno disponibili le risultanze anagrafiche si avrà un quadro più preciso.

Al momento è possibile effettuare una stima preliminare, utilizzando come termine di confronto il 2019, un anno che non presenta particolari anomalie nelle statistiche sui defunti. In Italia, il bilancio demografico è ancora fermo ad agosto, ma l’Istat ha aggiornato i dati della mortalità fino al 31 ottobre. Se nei primi due mesi del 2020 i decessi si erano ridotti di quasi 9 mila unità, a partire da marzo – con la prima ondata del contagio – si è avuta una brusca inversione di tendenza. Alla fine di ottobre si contavano quasi 58 mila morti in più, di cui 48 mila al nord (27 mila nella sola Lombardia, 6 mila ciascuno in Piemonte ed Emilia-Romagna, 3.500 in Veneto). Alla stessa data, i numeri diffusi dalla Protezione civile ne segnalavano 38.618, circa 19 mila in meno, con oltre la metà della differenza imputabile alla sola Lombardia. La situazione è peggiorata negli ultimi due mesi, in cui i decessi dichiarati per Covid in Italia sono stati 35 mila, più di 500 al giorno. A fine anno dovrebbero quindi essersi verificati circa 93 mila decessi in più.

Nei Paesi a noi vicini, la situazione è assai simile. Anche in Inghilterra e Galles il 2020 ha fatto registrare oltre 90 mila morti in più, con quasi 20 mila che sfuggono alle statistiche della pandemia. In Spagna, dove viene diffuso un bollettino settimanale dei decessi totali che copre l’intero anno, il maggior numero di persone scomparse è di 72.400, 20 mila in più di quelli accertati per Covid. In Francia, ai 31 mila maggiori decessi rilevati fino a ottobre dall’istituto di statistica, ne vanno sommati quasi altrettanti per gli ultimi due mesi, arrivando a circa 60 mila morti in più. Un po’ meno pesante il bilancio per la Germania, che potrebbe chiudere con 35 mila decessi aggiuntivi, di cui la metà solo a dicembre.

Gli Stati Uniti, che al 31 dicembre registravano 345 mila persone decedute a causa del Covid, il maggior numero in assoluto nel mondo, nel 2020 si sono avuti 3,28 milioni di morti, 422 mila in più dell’anno precedente, ben oltre il dato pandemico. Anche in Russia, secondo The Moscow Times, il maggior numero di morti quest’anno potrebbe arrivare a 160 mila, mentre le statistiche sanitarie indicano appena 56 mila decessi per il Covid.

Rapportando il maggior numero di decessi alla popolazione residente, in Italia e Spagna sono 1,5 in più per milione di abitanti; in Inghilterra e Galles 1,4; negli Stati Uniti 1,3; in Russia 1,1; in Francia 0,9 e in Germania 0,4. Se questa è la situazione tra i Paesi più sviluppati, il bilancio delle vittime della pandemia va certamente oltre le cifre ufficiali in India (150 mila morti), Brasile (196 mila morti) e più in generale in America Latina, dove all’elevato numero di popolazione si accompagna una vasta estensione territoriale e condizioni igienico-sanitarie spesso carenti, che non consentono cure adeguate, specie nelle zone rurali e più lontane dai centri abitati. Ci vorrà del tempo, se mai sarà possibile, per sapere quante vite umane si sono perse direttamente o indirettamente a causa di questa pandemia.

All’inizio del 2021, con oltre 500 mila nuovi casi al giorno nel mondo, l’emergenza sanitaria è tutt’altro che rientrata, ma nei prossimi mesi si dovrebbero iniziare a vedere gli effetti della vaccinazione di massa. Purtroppo, nonostante l’appello di Papa Francesco a promuovere la cooperazione e non la concorrenza, il vaccino non sarà disponibile per tutti, lasciando indietro i più vulnerabili e bisognosi del pianeta, che ancora una volta pagheranno il prezzo più salato.

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