Animali e uomo

Visoni infettati dal Covid, ora i Paesi europei vietano gli allevamenti. E l’Italia?

La sensibilità di questi animali ai coronavirus è nota in letteratura scientifica già dalla comparsa della SARS (2003) e così il nuovo virus, approdando in Europa, ha trovato terreno fertile per replicarsi in modo esponenziale proprio negli allevamenti intensivi dei visoni, in Olanda e Danimarca specialmente. Ma anche nel nostro Paese

Di Simone Pavesi (Responsabile LAV Moda animal free)
17 Novembre 2020

Le zoonosi (le malattie infettive trasmesse dagli altri animali all’uomo) interessano anche le produzioni animali da cui si approvvigiona l’industria della moda. Con la diffusione del virus SARS-CoV-2 tra la popolazione europea è capitato che noi, umani, abbiamo portato il nuovo coronavirus negli allevamenti di visoni destinati alla produzione di pellicce. E i visoni, poi, hanno contagiato altri umani (spillover) e con un virus mutato.

La sensibilità dei mustelidi (visoni in particolare) ai coronavirus è nota in letteratura scientifica già dalla comparsa della SARS (2003) e così il nuovo coronavirus, approdando in Europa, ha trovato terreno fertile per replicarsi in modo esponenziale proprio negli allevamenti intensivi dei visoni, in Olanda e Danimarca, soprattutto.

Nonostante rigide misure di biosicurezza, controlli preventivi e immediato svuotamento (abbattimento) degli allevamenti (già da aprile), la diffusione del virus in Olanda non è stata arrestata; così il governo è giunto alla decisione di vietare da gennaio 2021, in via definitiva, l’allevamento di visoni. Quelli che arriveranno a gennaio, perché al momento, risultano esserci 64 focolai su 128 allevamenti, e oltre 2,5 milioni di visoni abbattuti…

In Danimarca i primi focolai sono comparsi a giugno e c’era da aspettarsi un disastro. Infatti, la strategia danese è stata quella di “tutelare” la produzione mantenendo attivi gli allevamenti anche se con animali infetti. Il risultato è stato che a ottobre la Danimarca si è ritrovata con 76 focolai (su 1.136 allevamenti) e il Governo ha così deciso di procedere con l’abbattimento urgente di quasi 2 milioni di visoni (sui 17milioni presenti). Milioni di visoni infettati (dall’uomo) del virus SARS-CoV-2 sono un problema di sicurezza sanitaria.

Evidenze scientifiche hanno concluso che quando un virus passa attraverso 10.000 animali, si riproduce in modo efficiente, subisce una mutazione ogni 2 settimane e data l’enorme concentrazione della carica virale è facilmente in grado di compiere, ancora una volta, un salto di specie. Il virologo danese Kåre MØLBAK ha dichiarato: “È più pericoloso essere un allevatore di visoni che essere impiegato nel sistema sanitario”.

Sono documentati infatti decine di casi di malati di Covid-19 con sequenziamento del virus SARS-CoV-2 sovrapponibile al virus isolato nei visoni.

Notizie positive arrivano dalla Polonia dove il Parlamento lo scorso 18 settembre ha votato ad ampia maggioranza una nuova proposta di legge (che entro la fine del 2020 dovrebbe passare all’esame del Senato) e che vieterà l’allevamento di visoni e altre specie “da pelliccia”. Un cambiamento straordinario per la Polonia che, con 5 milioni di visoni, è il terzo produttore al mondo.

E in Italia? Clamoroso, visoni positivi già ad agosto! Positivi al SARS-CoV-2 almeno due campioni – prelevati nel mese di agosto – dai visoni di un unico allevamento: abbiamo ottenuto questa informazione solo dopo numerosi e insistenti appelli e istanze di accesso agli atti al Ministero della Salute, al Comitato Tecnico Scientifico, alle Regioni e all’IZS (della Lombardia ed Emilia Romagna), scoprendo solo a fine ottobre gli esiti dei test molecolari. Un silenzio e una inerzia delle istituzioni, grave e irresponsabile!

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