L’inchiesta del mese

Quando ’Ndrangheta e Cosa nostra dicevano: “Abbiamo il paese nelle mani”

Dopo la condanna all’ergastolo del boss  Giuseppe Graviano e di Rocco Santo Filippone il 24 luglio, le indagini proseguono sulle tracce di “altri soggetti” che, secondo gli inquirenti, avrebbero collaborato al “disegno di destabilizzazione del paese”. In primo piano nelle dichiarazioni dei pentiti il “patto” tra Berlusconi e Cosa nostra, attraverso Dell’Utri, di cui la mafia avrebbe informato i calabresi.

12 Agosto 2020

“Un vasto e articolato disegno di destabilizzazione del Paese da attuarsi (anche) con modalità di tipo terroristico”. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza “’Ndrangheta stragista”, con la quale la Corte d’Assise il 24 luglio scorso ha condannato all’ergastolo il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e il calabrese Rocco Santo Filippone, c’è una sola […]

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