L’intervista

“Prima Israele minaccia poi piange: è ipocrisia”

Gideon Levy: “Bibi sbaglia”

7 Agosto 2020

Gideon Levy, editorialista del quotidiano progressista di Tel Aviv, Haaretz, è noto per la sua indefessa e coraggiosa denuncia della violenta occupazione israeliana dei territori palestinesi e della risposta sproporzionata dell’esercito agli attacchi provenienti da Gaza, Siria e Libano. Dopo aver assistito alle reazioni “scioccate” del governo e delle forze di difesa israeliane alla devastazione di Beirut, ha subito messo a nudo Re Bibi (il premier Netanyahu) e il co-reggente Benny Gantz, attuale ministro della Difesa nonché prossimo premier, sulla carta, ed ex capo di Stato Maggiore. Levy taccia Israele di ipocrisia.

Perché pensa che il governo israeliano sia ipocrita?

Perché non più tardi di una settimana fa, il ministro della Difesa israeliano aveva minacciato di colpire le infrastrutture libanesi qualora fossero arrivati nuovi attacchi da parte del partito armato sciita libanese Hezbollah. L’ex portavoce dell’esercito israeliano Avi Benayahu, subito dopo le esplosioni nel porto di Beirut, ha detto che lo Stato e l’esercito ebraico non hanno mai causato simili disastri, non hanno mai attaccato i centri abitati e quando i nostri nemici cadono non si è mai rallegrati, neanche quando attaccarono il Libano. Il nostro, del resto, si considera l’esercito più morale del mondo mentre non è così e l’uso sproporzionato della forza, come abbiamo visto per Gaza e il Libano, è una prassi consolidata. Inoltre le forze aeree israeliane hanno sempre violato la sovranità del Libano entrando nel loro spazio aereo. Israele ha devastato il Libano due volte facendogli la guerra, ma oggi tutti qui fanno finta di non ricordarlo per tentare di spacciarsi da buoni vicini. Il presidente israeliano ha inviato le condoglianze al popolo libanese, il primo ministro e i ministri degli affari esteri e della difesa hanno dichiarato di aver dato istruzioni per offrire assistenza umanitaria e medica al Libano, come se ciò li mettesse al riparo dalle critiche di aver contribuito con due guerre recenti a distruggere quel che rimaneva del Libano e quindi mantenerlo sotto scacco per provare a estirpare Hezbollah e tenere l’Iran lontano dai nostri confini. Allora i civili libanesi uccisi dai nostri bombardamenti ‘moralmente accettabili’ nel sud e non solo di Beirut non facevano pietà a nessuno dei nostri politici e ufficiali militari.

Però il sindaco di Tel Aviv ha fatto un gesto simbolico dal valore storico due giorni fa, quando ha voluto proiettare sulla facciata di un palazzo di piazza Rabin, dove venne ucciso il primo ministro premio Nobel, la bandiera libanese…

Riconosco la buona fede e la sincerità del sindaco, ma si tratta di un altro gesto dettato dal tentativo di ripulirci la coscienza per tutte le sofferenze che abbiamo inflitto nel corso del tempo alla popolazione libanese. È un comportamento, ribadisco ipocrita.

Crede che sia stato Israele a bombardare il magazzino dell’area portuale della Capitale del Libano ritenendo che ci fossero parte delle armi che l’Iran invia a Hezbollah?

Nessuno ha accusato ufficialmente Israele di questo, nemmeno Hezbollah che, se potesse, accuserebbe Israele di qualsiasi nefandezza che avviene in Libano. Neanche il presidente Aoun ci ha accusati. Neanch’io credo che Israele abbia provocato questo disastro. Quando devo accusare il mio Paese lo faccio, ma questa volta non lo farò perché non ne ho le prove.

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