Nel 63% pro Conte c’è molta gente che vota a destra

14 Luglio 2020

Il 10 luglio scorso, il 63% di popolarità record del premier Giuseppe Conte ha ispirato a Liberoquotidiano.it questo titolo: “Il sondaggio Ipsos dà ‘pieni poteri’ al premier: il report sulla scrivania prima dello stato d’emergenza?”. Parliamo di un testata assolutamente critica nei confronti del governo ma proviamo a considerare non infondata l’ipotesi che il presidente del Consiglio abbia deciso di protrarre fino al 31 dicembre lo stato d’emergenza Covid anche perché forte del consenso degli italiani. Che del resto hanno sostenuto la sua scelta del lockdown, fin all’inizio e in tutte le fasi successive.

A questo punto però un organo apertamente schierato con l’opposizione che va da Matteo Salvini a Giorgia Meloni potrebbe porsi una domanda e darsi una risposta: quanti elettori di destra contiene quel 63% favorevole a Conte, visto e considerato che nei sondaggi il centrosinistra non tocca neppure il 50%? Se la matematica non è un’opinione, avremmo dunque una percentuale consistente di italiani orientati a destra ai quali i “pieni poteri” del premier nella guerra alla pandemia non dispiacciano affatto. Come notizia, in fondo, è il cane che morde l’uomo poiché la presenza a palazzo Chigi di un “uomo forte” non potrebbe certo dispiacere a chi chiede “legge e ordine”, tanto più dopo lo choc dei mesi scorsi e quando “nel doman non v’è certezza”. Suscita quindi una certa ilarità assistere allo spettacolo della destra politica, giornalistica e televisiva che si straccia le vesti, disperata per il “rischio democratico” e l’“attentato alla costituzione” di cui si starebbe macchiando il premier, con una scelta di salute pubblica, condivisa nel paese a sinistra ma anche a destra. Siamo alla comica finale dove un turbogiurista come Sabino Cassese paragona Conte a Orbán senza strozzarsi dalle risate. Dove Giorgia Meloni si trasforma in Michela Murgia, pronta per l’iscrizione all’Anpi. Dove la presidente del Senato Elisabetta Casellati si erge a sentinella della democrazia, del mausoleo di Arcore e delle nipotine di Mubarak. E dove Matteo Salvini, tornato al Papeete Beach giura che impedirà all’usurpatore di assumere quegli stessi pieni poteri che giusto un anno fa egli trionfalmente annunciava da una consolle smutandata.

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