L’intervista

Ponte Morandi, comitato vittime: “Han preso in giro noi e tutti gl’italiani. Conte fa un gesto di serietà”

Possetti. Comitato vittime

14 Luglio 2020

“Ovunque in Europa una tragedia come questa farebbe da spartiacque. Chi sbaglia paga: è assurdo che dopo due anni Autostrade abbia ancora la concessione”. Egle Possetti, 55enne di Pinerolo, il 14 agosto del 2018 ha perso la sorella Claudia, il cognato Andrea e i nipoti Manuele e Camilla, di 16 e 12 anni. Tutti in auto sul ponte Morandi, gestito da Autostrade per l’Italia e crollato con 43 morti. Ora è la presidente del Comitato familiari delle vittime, quelli che il premier Conte – nell’intervista di ieri al Fatto – ha accusato i Benetton di “prendere in giro” con i loro impegni al ribasso per evitare la revoca della concessione.

Signora Possetti, si è sentita presa in giro?

La presa in giro è verso tutti gli italiani. Non sono un tecnico, ma mi pare chiaro che a far crollare il ponte non sia stato un meteorite né un fulmine. Abbiamo visto la corrosione dei reperti, l’assenza di manutenzione su altri viadotti e gallerie. Elementi sufficienti a cancellare qualsiasi rapporto di fiducia. Se lei presta la macchina a qualcuno e gliela ridanno distrutta, il giorno dopo la presta di nuovo?

C’è in gioco una clausola milionaria, però, e il rischio di un contenzioso infinito.

Sappiamo che non è semplice, il presidente Conte ce lo ha detto chiaramente lo scorso anno. Anzi, ho apprezzato la sua serietà nel non prometterci la luna. Certo, noi avremmo voluto la revoca dal giorno dopo il crollo. Ma la colpa è di chi ha firmato questa concessione-capestro, che prevede indennizzi enormi anche in caso di colpa grave del concessionario. Se io da privata cittadina stipulassi un contratto del genere, probabilmente il giudice lo annullerebbe.

Come pensa finirà?

Non lo posso sapere. Però vedo segnali positivi: ad esempio ora gran parte della maggioranza è a favore della revoca, o comunque possibilista. Mesi fa le posizioni erano diverse. E poi la pronuncia della Corte costituzionale sull’affidamento dei lavori del nuovo ponte ha dimostrato che Autostrade non è intoccabile. Anzi, è stato legittimo escluderla, perché la situazione era eccezionale.

E se invece della revoca i Benetton fossero messi in minoranza, o cedessero tutte le loro quote?

Sono aspetti tecnici in cui non entro. Ma quello che mi sento di dire è che anche un’eventuale revoca sarebbe solo il primo tassello. Se la gestione non cambia – cioè se non vengono fatti manutenzione e controlli adeguati – la revoca in quanto tale non serve.

Ha mai parlato con i rappresentanti di Aspi?

Mai.

L’hanno mai cercata?

No, solo i miei avvocati. Non mi hanno mai offerto nemmeno l’indennizzo. Non ho voluto nemmeno entrare in trattativa. Se devo essere risarcita voglio che sia in seguito a un processo, e a quel processo voglio partecipare.

Ha fiducia nell’accertamento delle responsabilità da parte della magistratura?

Certo. Ma oltre alle responsabilità penali – che speriamo non vadano in prescrizione – ci sono quelle morali, che sono sotto gli occhi di tutti.

E del premier, si fida?

Spero di potermi fidare. Certo il suo non è un compito facile, la mediazione è delicata. Ma spero che le forze politiche dimostrino buonsenso.

Voi chiedete che la decisione arrivi entro il 14 agosto, il secondo anniversario del crollo.

Esatto, è una data simbolica. L’anno scorso abbiamo assistito alla passerella e ascoltato un sacco di promesse. Quest’anno ci piacerebbe ricordare i nostri cari con i fatti.

Articolo aggiornato alle ore 12 del 14 luglio 2020

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