Chat/5. Un posto in Procura, la partita a scacchi di Palamara per le nomine

La corsa per l’assegnazione di un posto dirigenziale di una procura o un tribunale è una partita a scacchi. Bisogna  avere una strategia precisa e spostare le pedine ai posti giusti. Può succedere che per vincere la partita, serva sacrificare un pezzo. E si parla di imprimatur politici, ossia la politica delle correnti della magistratura. Così Palamara cerca di spostare torre e alfiere sulla scacchiera per far quadrare il cerchio

Di Saul Caia e Antonio Massari
19 Giugno 2020

La corsa per l’assegnazione di un posto dirigenziale di una procura o un tribunale può essere come una partita a scacchi. Bisogna stare attenti alle proprie mosse, avere una strategia precisa e spostare le pedine ai posti giusti. Può anche succedere, che per vincere la partita, serva sacrificare un proprio pezzo. Questa è una storia molto intrecciata e nella quale non c’è nulla di penalmente rilevante. C’è però un momento in cui si parla di imprimatur politici. Il riferimento è alla politica correntizia. Il punto che stiamo focalizzando pubblicando il contenuto di queste 4 chat non riguarda la qualità professionale dei candidati. Anzi è doveroso precisare che per almeno due dei tre candidati, Mario d’Aprile e Luigi Catelli, non risulta alcuna comunicazione con Luca Palamara. Per quanto riguarda il terzo, Guido Campli, s’informa per decidere se deve revocare o meno la propria candidatura.
Il punto è un altro: il sistema delle correnti. Sono questi gli imprimatur politici con i quali bisogna fare i conti. È una delle prassi che rientrano a pieno titolo nella “modestia etica” interna alla magistratura della quale ha parlato ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Settembre 2017. La quinta commissione del Consiglio superiore della Magistratura si occupa degli incarichi direttivi e semidirettivi. Il voto finale arriva però in seduta plenaria. Nel 2017 il presidente della Quinta commissione è Luca Palamara. Il primo settembre 2017 (chat-1487 Guido Campli) il magistrato Guido Campli scrive a Palamara: “Buon pomeriggio, Luca. Oggi scade il termine per la revoca ordinaria anche di Pres CdA AN (Presidente Corte di Appello Ancora, nrd) e Trib CH (Tribunale Chieti, ndr). Mario D’Aprile già si annuncia certo per il primo. Se è così, Luigi Catelli ripiegherebbe per il secondo e per me si fa dura. Hai qualcosa in mente e cosa posso fare io. Ciao. Grazie”. Il consigliere del Csm risponde: “Caro Guido nessuno può sentirsi primo. Io porterò Catelli ad Ancona ovviamente cercando sponde”. “Di fronte a candidati, quali il collega Catelli, sicuramente più titolati di me – spiega al Fatto Campli -, ho chiesto, nell’imminente scadenza del termine per revocare la domanda, se la mia impressione fosse giusta. Ero pronto a revocare la domanda per poter eventualmente concorrere per altri posti in pubblicazione”. E la risposta ottenuta da Palamara è chiara: non c’è bisogno di revocare.

Tre candidati per due posti. Il quadro presentato da Campli sembra proporre tre candidati per due soli posti direttivi. Il primo è D’Aprile, che per molti anni è stato alla guida della procura di Ancora e, in quel momento, da circa un anno è presidente della Corte d’Appello di Perugia. Il secondo è Catelli che da dodici anni all’Aquila, gli ultimi sei anni alla direzione della Corte d’Appello dell’Aquila. Il terzo è infine Campli, oggi alla Corte d’Appello di Ancona, mentre in precedenza era stato giudice nei Tribunali di Vasto (Chieti) e di Pescara.

“Se vuoi portare Catelli muoviti”. A metà novembre 2017 (chat-1863 Massimo Forciniti) Massimo Forciniti, altro consigliere in quota Unicost, scrive a Palamara: “Se vuoi portare Catelli ad Ancona, muoviti finché c’è Canzio (Giovanni, Primo presidente della Corte di Cassazione, ndr), Balduzzi (Renato, vice presidente della Quinta commissione, ndr) spingerà per D’Aprile”. “D’Aprile è oggettivamente un problema serio”, risponde Palamara. “Catelli va a Chieti” dice Forciniti.

Catelli ha avuto una lunga esperienza – circa tre anni immediatamente dopo il sisma – con Canzio alla Corte d’Appello di l’Aquila e, per quanto risulta al Fatto, s’è conquistato non soltanto la stima del primo presidente della Corte di Cassazione ma di tutti i suoi colleghi. Il voto di Canzio per Catelli, insomma, era scontato per la stima acquisita sul campo.

“All’epoca – spiega Forciniti al FattoPalamara era presidente della commissione. Di solito, nella stessa corrente si parlava e ci si confrontava sulle varie candidature, ma la scelta veniva sempre fatta con scrupolo, basandosi sui curriculum e dopo numerose ore di lavoro e studio dei singoli fascicoli. Se in quella conversazione ho fatto un riferimento a Canzio, che non conoscevo personalmente, ma per il quale avevo una grande ammirazione e stima vista la sua esperienza e lavoro in Calabria, è stato sapendo che il dottor Catelli per tanti anni aveva prestato servizio alla Corte d’Appello dell’Aquila, dove Canzio era stato presidente della Corte. Interloquire con Canzio ci avrebbe permesso di avere un quadro più completo sul candidato, un giudizio per conoscenza diretta, di un presidente di corte con un magistrato del suo ufficio”.

“Su Catelli le cose si mettono bene”. Per diversi mesi non si discute più dell’argomento, fino al 10 maggio 2018 (chat-1825 Francesco Cananzi), quando Palamara riceve un sms da un altro consigliere Unicost, Francesco Cananzi: “Su Catelli ce la facciamo? Fanfani vota con noi?”‬ “Su Padova Fietta e Zanettin mi avevano chiesto Risi. Su Catelli si stanno mettendo bene le cose. Fanfani ha già votato”, gli risponde Palamara. “Se Catelli non va in corte va a Chieti”, conclude Cananzi. L’interesse per la nomina è espresso anche da chi quel territorio lo vive e lo conosce da anni. Parliamo della procuratrice capo di Pesaro, Cristina Tedeschini, che fa parte della stessa corrente di Palamara e il 21 giugno 2018 (chat-1222 Cristina Tedeschini) gli invia un suggerimento.

“Il distretto vuole D’Aprile”. “Ciao luca! Scusami se insisto – scrive la Tedeschini – il distretto vuole assolutamente Mario D’AprileCatelli è uno splendido collega ma i profili non sono comparabili e tutti vogliono D’Aprile!!! Una scelta diversa in tale situazione è veramente non comprensibile, non condivisibile e da noi capace di avere risvolti elettorali molto gravi! Stiamo lottando per Gigi contando i voti sulle dita!!! Le Marche conoscono e vogliono D’Aprile. Senti Marcelli!!! Conto che tu comprenda!”. A luglio ci sarebbero state le elezioni per il Csm e quando si parla di “Gigi”il riferimento sembra a Luigi Morlini. Il passaggio su Marcelli è relativo invece a Gianmichele Marcelli referente Unicost di Ancona. È evidente come lo schema di una corrente somigli a quello di un vero e proprio partito politico.
Quello che la Tedeschini ignora – ma lo si capisce soltanto leggendo le chat – è che la scelta di Palamara è già ricaduta su Catelli.

“Imprimatur politici a parte”. “Carissima Cristina parlerò sicuramente con Marcelli dobbiamo però cercare di contemperare esigenze di tutti – le risponde il consigliere del Csm -. Come sai anche in Abruzzo tengono molto a Catelli da tutti stimatissimo anche per quello che ha fatto a L’Aquila. Come è stimatissimo D’Aprile (imprimatur politici a parte) tieni conto che non abbiamo precedenti che in una stessa consiliatura la stessa persona sia nominata come presidente di sue diverse corti d’appello. Baci e ci teniamo assolutamente in contatto”. Il riferimento all’ambito politico associativo, considerato il tenore della conversazione, è qui abbastanza evidente.
“Quanto alle Marche spero che i colleghi siano soddisfatti delle importanti nomine fatte nelle ultime settimane alcune delle quali veramente insperate”, aggiunge Palamara. “Si hai ragione… però ti assicuro che non sto esagerando … è veramente un caso di quelli che scoppiano… e degenerano, a parte gli scontati esiti dello scontato ricorso”, sembra non darsi pace la Tedeschini.

“Il collega Palamara – spiega al Fatto la Tedeschini – è stato un esponente importantissimo dell’Anm per tantissimi anni. Le nostre sono conversazioni tra componenti di un’associazione lecita e riconosciuta. Sono magistrato da tutta la vita, tra poco andrò in pensione, e il 99% delle persone che conosco sono miei colleghi con i quali si interloquisco. Appartengo a questo distretto più o meno da tutta la vita e sono interessata affinché i riti giudiziari del mio territorio vengano retti bene, che qui arrivino le persone più adatte e migliori. Io non sposto nulla. Mi sono fatta veicolo di informazioni generiche sul territorio, che poteva preferire uno o l’altro collega, altrettanto bravi, per un determinato incarico. Facevo presente che il collega Mario D’Aprile era stato in passato un amatissimo presidente di tribunale di Ancona. Che lo aveva rimesso a posto. Che sarebbe stato molto ben voluto dal territorio”.

“Grande Giulio giovedì ti voto”. Arriviamo così a luglio, il mese della votazione. Giorno 11, Palamara (chat-1487 Guido Campli) contatta Campli: “Grande Guido giovedì ti voto”. Ma il plenum salta, e per questo motivo il magistrato chiede al consigliere se ci siano “problemi”. “Qualcuno da parte di Area”, gli risponde Palamara. “Ok. A risentirci”, dice Campli. E i due si salutano.

“Quanto mi vuoi bene?”. Il verdetto arriva il 19 luglio. “Quanto mi vuoi bene? – dice Palamara – Voglio fare amichevole all’Angelini”. Palamara, grande appassionato di calcio e numero 10 della nazionale magistrati, fa riferimento allo stadio comunale “Guido Angelini” impianto sportivo della città di Chieti, dove Campli sarebbe andato a dirigere il tribunale. “Dipende da quanti voti abbiamo”, risponde Campli.
“È fatta!!! 5 voti Campli 1 astenuto”, dice Palamara. “Grazie ancora” dice Campli. Guido Campli è oggi presidente del tribunale di Chieti. Luigi Catelli è il presidente della Corte d’Appello di Ancona.

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