L’intervista - Alessandro Di Battista

Di Battista: “Non voglio picconare il governo. L’unità nazionale è peggio”

5 Giugno 2020

Un libro sull’Islam sul tavolo, il pc aperto su un testo a cui lavora. “Non mi interesso alle poltrone, mi dedico ad altro”, giura Alessandro Di Battista, l’ex parlamentare del M5S che potrebbe rientrare in gioco, chissà se, come e quando. Nell’attesa, ha molto da dire.

Fuori e anche dentro il M5S tanti sono convinti che lei vorrebbe far cascare il governo di Conte. Hanno ragione?

Ho fatto i complimenti a Conte per come ha gestito l’emergenza del coronavirus. Ora però si apre un’altra partita, quella per ricostruire il Paese. Se il premier porterà avanti idee come l’ecobonus e la legge sul conflitto d’interessi avrà il mio sostegno. Qualora dovesse invece portare avanti idee come il Ponte sullo Stretto di Messina e non essere duro come aveva detto di voler essere sulla revoca della concessione ad Autostrade, dirò pubblicamente che sono in disaccordo con lui. Ma ciò non significa che io intenda picconare il governo.

Non è che vuole cambiare premier e magari maggioranza?

Non è un segreto che io non volessi il governo con il Pd. Ma in questa fase è necessario un esecutivo politico: la cosa peggiore che ci possa capitare sarebbe un esecutivo tecnico o di unità nazionale. Io voglio aumentare il potere contrattuale del M5S nel governo, perché ritengo che quello attuale non sia proporzionato al 33 per cento preso alle Politiche 2018.

La politica è anche compromesso: e da soli non si governa.

D’accordo. Ma nei tavoli che contano, quelli europei, il Pd, pur avendo subito la più pesante sconfitta della sua storia nel 2018, ha il ministro dell’Economia, quello agli Affari europei e il commissario agli Affari economici. Il M5S non ha nessuno, ed è la prova che non ha fatto pesare adeguatamente la sua forza contrattuale. Ma è falso che io voglia far cadere Conte. Sono grillino, non stupido.

Vede molti che invece vogliono abbattere Conte?

Certo: Renzi, Calenda, una parte del Pd e gli Elkann. Cioè l’establishment, e io sono anti-establishment.

Quale sarebbe l’establishment?

I Benetton, il presidente di Confindustria Bonomi, gli Elkann e il loro accentramento di potere mediatico, Giovanni Malagò.

Il M5S è stato prono o combattivo con questi mondi?

Si vedrà sulla revoca della concessione ad Autostrade.

Conte ha ribadito che c’è una trattativa in corso. Se Autostrade abbassasse molto le tariffe non sarebbe un ottimo risultato?

No. Come il M5S e Conte hanno ripetuto per due anni, i Benetton non devono più toccare quelle concessioni. Ci sono 43 morti che vanno onorati.

Lei dice no al Ponte sullo Stretto. Ma anche alcuni 5Stelle hanno aperto all’idea. E Max Bugani, a lei vicino, ha commentato: “Così diventiamo come Ncd”.

Max ama il M5S ed è preoccupato per il crollo nei consensi in questi due anni. Come lui, penso che sia necessario dare nuove idee al Movimento per un’agenda per i prossimi dieci anni. Se si indebolisce, cancelleranno il Reddito di cittadinanza e la legge anticorruzione.

Lei ha lanciato il servizio ambientale per impiegare fino a 200mila giovani all’anno in interventi per la salvaguardia del territorio. Ma quanti soldi ci vorrebbero?

Dai 3 ai 6 miliardi: costerebbe molto meno del ponte sullo Stretto e farebbe risparmiare decine di miliardi, tenendo conto dei danni ingenti del dissesto idrogeologico.

Conte e parte del M5S vogliono lo Sblocca cantieri: lei?

Dico sì a investimenti pubblici. Ma tenendo conto del fatto che quasi ogni due anni abbiamo un terremoto grave, dobbiamo adoperarli per tutelare il nostro patrimonio artistico e pubblico da eventi sismici.

Sostiene che lo Stato debba dare lavoro. Assistenzialismo puro, no?

Io ho destinato alle imprese private 210mila euro del mio stipendio. Ma in una fase di recessione lo Stato deve dare più lavoro. E c’è bisogno di un istituto per la trasformazione industriale, con cui aiutare le aziende a riconvertirsi. Sto lavorando anche a questa proposta.

Per riprendere la guida del M5S, giusto?

Non sono interessato a poltrone. Mi interessa il futuro del Paese.

Hanno sospeso Ignazio Corrao con altri due eurodeputati. “Lo fanno per isolare Di Battista”, dice Barbara Lezzi.

Mi auguro vivamente che non sia così. Stimo moltissimo Ignazio, come gli altri due eurodeputati: mi auguro che ritorni presto a fare il facilitatore degli enti locali.

Le fanno la guerra?

Non mi dovrebbero temere. Ho aiutato il M5S a prendere il 33% nel 2018, poi mi sono fatto da parte. Avere paura di me è sciocco.

Il vincolo dei due mandati va cancellato?

Meglio chiederlo a chi è in scadenza con il secondo mandato. Non devo parlarne io, che ne ho fatto solo uno.

Punta a fare il capo politico, lo dica.

Sono disposto a dare una mano a determinate condizioni, che riguardano idee e atteggiamento. Non cerco ruoli.

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