Il ritratto

Avanti De Gregorio. Epopea da Buscetta ai milioni anti-Prodi

Corsi e ricorsi - Giornalista, senatore, spesso indagato

4 Giugno 2020

Un passato da giornalista (inizia giovanissimo a Paese Sera, poi l’Espresso, Oggi dove pubblica le foto del pentito Tommaso Buscetta in crociera). Poi la politica. Con “Italiani nel mondo” si allea con l’Idv di Antonio Di Pietro che lo elegge al Senato nel 2006. Pochi mesi dopo, però, De Gregorio passa con il centrodestra, contribuendo alla caduta del governo Prodi II: tre milioni di euro il “prezzo” pagato da Berlusconi – il reato di corruzione impropria è andato prescritto – per il trasformismo di De Gregorio.

Che sagoma, De Gregorio Sergio, giornalista, politico, uomo d’affari, cliente assiduo dei Tribunali della Repubblica. Nella sua vita è passato con leggerezza da uno scoop a un’estorsione, da un mestiere all’altro, da un partito all’altro, dal Senato agli arresti domiciliari (nel suo appartamento ai Parioli).

Esibiva un curriculum giornalistico pieno di testate e colpi di testa, passando da Paese sera a RadioRai, da Oggi a Mediaset. Il suo esploit fu la crociera nel Mediterraneo insieme a Tommaso Buscetta, poi esibito sulle pagine di Oggi per innescare l’ennesima polemica contro i pentiti di mafia “che fanno la bella vita a spese dello Stato”.

Non si ferma davanti a niente, De Gregorio Sergio, napoletano basato a Roma. Neppure davanti a una ragazza dalla storia drammatica, cocktail micidiale di sesso dolore e cocaina, la modella Terry Broome, che spara al suo carnefice. De Gregorio pubblica – senza permesso – le foto di Terry in carcere.

L’ultima prodezza giornalistica – si fa per dire – è stata l’acquisto della testata socialista dell’Avanti!, dopo il naufragio del craxismo, per farla diventare il bollettino di un’altra sagoma d’uomo di cui hanno dovuto spesso occuparsi i giornali e le Procure, Valter Lavitola.

Da politico dà il meglio di sé. Iscritto al Psi, nel 1994 passa a Forza Italia. Politica & affari: una sua società edita l’inserto regionale campano del Giornale in cui è appena arrivato Vittorio Feltri. Il suo faccione era già stampato sui manifesti elettorali con il simbolo di Forza Italia, ma all’ultimo momento salta un accordo e il faccione passa sotto il simbolo della Dc di Gianfranco Rotondi. La sua mossa più rutilante è nel 2005: l’accordo questa volta lo fa con Antonio Di Pietro, a cui porta in dote la sua associazione, Italiani nel mondo. Un anno dopo è senatore dell’Italia del valori. De Gregorio vuole il ministero degli italiani all’estero. Prodi non glielo concede. Lui si rifà facendosi eleggere, con i voti del centrodestra, presidente della commissione Difesa del Senato. Oplà, ecco un accordo con Forza Italia mediato da Renato Schifani ed ecco bruciata la candidatura alla dell’ex partigiana Lidia Menapace. Finalmente Di Pietro si accorge che qualcosa non va e gli toglie la carica di direttore editoriale del periodico del suo partito, Italia dei valori . Ma che problema c’ è? Berlusconi offre di meglio. È lo stesso De Gregorio a raccontarlo: “Tra il 2006 e il 2008 Berlusconi mi pagò quasi 3 milioni di euro per passare con Forza Italia”. Come perdere l’occasione? Nel 2008 fa cadere il governo di Romano Prodi votando con i berlusconiani la sfiducia. Questa sottile mossa politica costò a Berlusconi, oltre ai 3 milioni, un processo e una condanna a 3 anni, poi spurgata dalla prescrizione.

Poiché Genova è una città di mare come la sua Napoli, De Gregorio si candida sindaco di Genova. Ma la sua lista non viene accettata, nel 2007, perché presentata con firme risultate farlocche.

Poi il lavoro d’imputato diventa prevalente sugli altri. Viene rieletto senatore, questa volta nelle liste berlusconiane. Poi viene indagato per appropriazione indebita di 20 milioni di euro di finanziamenti al quotidiano L’Avanti!. Per corruzione a Roma, per i soldi presi da Berlusconi. Per riciclaggio e favoreggiamento della camorra a Napoli, quando trovano una serie di assegni, firmati o girati da De Gregorio, in tasca o nei cassetti di Rocco Cafiero detto ’o Capriariello. Da Berlusconi in Senato alle estorsioni ai locali di Roma, nel 2020. Non è piu il De Gregorio di una volta.

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