Test sierologici, ecco tutte le puntate dell’inchiesta del Fatto: l’utilità, l’affidabilità, l’affare e i potenziali conflitti di interessi

24 Aprile 2020

Il Fatto quotidiano sta conducendo da settimane un’inchiesta sui test sierologici prodotti da aziende e multinazionali della diagnostica. Sono test sono utili a studiare la diffusione del coronavirus e a scoprire le percentuali di persone guarite e immuni, e forniranno dati importanti per studiare le strategie di ripartenza del paese. Sono anche uno dei grandi affari dell’emergenza Covid-19. Di qui a pochi mesi ne saranno utilizzati a decine di milioni. Di seguito, una sintesi del lavoro che Vincenzo Iurillo, Marco Lillo e Antonio Massari stanno portando avanti e i link a tutti gli articoli, utili per un’informazione completa sul tema più importante della cosiddetta Fase2. Cliccando sui link, troverete gli approfondimenti pubblicati sul Fatto e un suggerimento semplice per poterli leggere tutti.

Il 14 aprile il Fatto Quotidiano svela in esclusiva l’esistenza di un potenziale conflitto d’interesse sugli studi di validazione del test Diasorin (leggi): la multinazionale del vercellese ha appena annunciato di aver prodotto un test capace di stanare gli anticorpi Igg ‘neutralizzanti al Sars-Cov2’. Il progetto è realizzato insieme al professor Fausto Baldanti del policlinico San Matteo di Pavia. L’annuncio del test innovativo ha fatto schizzare alle stelle il titolo Diasorin in borsa. Il Fatto pubblica l’accordo in base al quale il Policlinico riceverà una royalty dell’1 per cento sulle future vendite. Baldanti siede anche nei gruppi di lavoro della Regione Lombardia e del comitato tecnico scientifico di Roma che sta valutando l’attendibilità dei test della concorrenza. Intervistato dal Fatto, si dimette dai gruppi di lavoro il giorno dopo (leggi).

Il 15 aprile l’ufficio del commissariato per l’emergenza Covid annuncia la prima gara nazionale per un test sierologico di massa (leggi). Si vuole testare 150.000 persone scelte tra nove regioni e sei fasce d’età. Si scarta la possibilità di usare i test pungidito perché ritenuti poco affidabili. Nel frattempo la Regione Lombardia avvia autonomamente un proprio screening e acquista centinaia di migliaia di test Diasorin (leggi), disponendo che i laboratori di virologia regionali facciano rete per elaborare i dati. Intanto il sindaco di Milano Beppe Sala avvia un altro screening per i dipendenti Atm e si affida al professore Massimo Galli. Si apre uno scontro politico tra la Lega che difende gli studi di Baldanti e il Pd che accusa la Regione Lombardia di bloccare le altre sperimentazioni.

Il commissario Arcuri pubblica il bando di gara per il test nazionale. Chiede espressamente la ricerca degli Igg ‘neutralizzanti’ al Sars Cov-2 e solo quelli (leggi). Una sola azienda dichiara di poterli trovare, ed è la Diasorin. Anche la Regione Lombardia pubblica una manifestazione di interesse per la fornitura di altri due milioni di kit (leggi) per la ricerca degli Igg neutralizzanti. Monta la protesta dei concorrenti e di Confindustria. Un’azienda rivale, Tecnhogenetics, presenta un esposto alla Consob e un ricorso al Tar. Intervistato dal Fatto il presidente di Confindustria Diagnostici Renato Bonaita protesta (leggi): “Fretta sospetta, tra pochi giorni altri colossi della diagnostica staranno in campo, è in atto una grave distorsione dei principi della libera concorrenza”. Intanto il titolo Diasorin continua a volare.

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