Lunedì a picco

Coronavirus, ecco il “cigno nero”: mercati a picco, salgono gli spread

Per l'emergenza Coronavirus alcuni articoli del quotidiano in edicola sono leggibili anche per i non abbonati

10 Marzo 2020

L’esplosione dell’epidemia di coronavirus in Italia e in Europa e la guerra dei prezzi del petrolio tra Arabia Saudita e Russia hanno assestato un formidabile uno-due ai mercati finanziari mondiali. Nel lunedì nero dei listini l’indice StoxxEurope600, che raggruppa le 600 principali azioni quotate in Europa, ieri ha perso il 7,4%, con 608 miliardi di valore andati in fumo. A Milano l’indice Ftse Mib dei 40 titoli maggiori ha segnato -11,17%, perdendo 51 miliardi, e l’indice generale -10,75%: colpiti gli indici di materie prime (-21,2%), energia (-17,36%) e banche (-12,25%). Tra le azioni italiane affondate ci sono Eni (-20,8%, ai minimi degli ultimi 23 anni), Saipem (-21,5%), Tenaris (-21,38%), UniCredit (-14,4%), Banco Bpm (-13%), Mediobanca (-12,4%), Bper (-12,2%), Ubi (-11%) e Intesa Sanpaolo (-9%). Milano non vedeva un simile tonfo dalla seduta dopo il referendum sulla Brexit del 23 giugno 2016. La domanda di beni rifugio ha fatto impennare lo spread: il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi è cresciuto di 43,8 punti a 225. Al decollo anche le quotazioni dell’oro verso i 1.700 dollari l’oncia e i titoli del Tesoro Usa. L’euro si è rafforzato sul dollaro a quota 1,1442 dai 1,1322 di venerdì.

Speciale Coronavirus - iscriviti alla newsletter e ricevi gli ultimi aggiornamenti nella tua casella.

ISCRIVITI

Ieri i prezzi del petrolio sono arrivati a perdere anche più del 30%, ai minimi dal 2016, per il nulla di fatto nelle trattative tra Opec e Russia sul taglio alla produzione. Il petrolio Wti degli Usa ha poi chiuso in calo del 18% a 33,8 dollari al barile. I sauditi hanno inondato il mercato di greggio scontato per punire Mosca che aveva chiesto di aspettare prima di tagliare l’offerta. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) la domanda petrolifera quest’anno potrebbe calare per la prima volta dal 2009 per effetto dell’epidemia che apre le porte alla recessione. Sono crollate anche le Borse di Tokyo (-5,07%), Seul (-4,19%), Hong Kong (-4,23%), Shanghai (-3,01%) e Shenzhen (-3,79%), Francoforte (-7,94%), Parigi (-8,39%) e Londra (-7,7%). New York ha chiuso con l’indice S&P500 a -7,6 e l’indice Dow Jones ha che ha segnato -7,83%, la maggiore perdita di sempre in termini di punti e la peggiore seduta dal dicembre 2008.

L’indice Vix, il cui aumento segnala le tensioni a Wall Street, ieri è aumentato di oltre il 30%, quadruplicando da inizio febbraio e tornando ai livelli dopo il crac di Lehman Broters. Alcune voci, come quella di Matteo Salvini, hanno chiesto la chiusura della Borsa. La società che gestisce il mercato si è rifiutata e la Consob, che potrebbe farla scattare in caso di disaccordo con la Borsa, ha spiegato che “gli andamenti della Borsa non sono riflesso di attacchi speculativi” ma della “reazione alle incertezze generate dagli effetti del coronavirus sull’economia”. Per l’autorità, “la sospensione delle contrattazioni di Borsa spegnerebbe l’indicatore di prezzo senza rimuovere le cause”. Piazza Affari non viene chiusa dalla seconda guerra mondiale, non lo è stata per l’11 settembre né per il crac Lehman o durante la crisi del debito sovrano a novembre 2011. Chi chiede lo stop ignora poi che con l’entrata in vigore della direttiva Mifid del novembre 2007 le azioni non sono più scambiate nelle sole Borse ma anche su decine di piattaforme telematiche alternative che non possono essere bloccate. Chiudere solo Piazza Affari, dunque, non avrebbe senso.

Intanto il governo promette misure per sostenere l’economia, mentre lo scostamento di bilancio sarà superiore a 7,5 miliardi. “Stiamo lavorando sulle partite Iva e i settori più colpiti. Ragioniamo sull’estensione della moratoria di tasse e contributi” e sugli ammortizzatori sociali, ha detto il vice ministro all’Economia Antonio Misiani. Misure anti-crisi sono promesse anche dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: “Per contrastare gli effetti recessivi dell’epidemia sono possibili due approcci diversi: uno è la flessibilità, l’altro i soldi”. Dopo l’Italia, anche la Francia chiede alla Ue regole meno rigide sui crediti deteriorati delle banche per evitare una spirale negativa.

Il Fondo monetario (Fmi) chiede una risposta “coordinata” e banche centrali “pronte a fornire ampia liquidità”. Dopo il taglio dei tassi della Fed amricana, giovedì la Bce sotto la guida di Christine Lagarde sarà chiamata a offrire le prime risposte. Gli analisti “vedono” un limitato taglio dei tassi, perché sono già in territorio negativo e rendono armi spuntate le vecchie politiche monetarie. Più probabili interventi di quantitative easing.

Intanto Trump ha invitato i vertici delle maggiori società quotate a Wall Street a un summit che si dovrebbe tenere domani alla Casa Bianca. Se durante la crisi del 2008 la risposta di Banche centrali e autorità era arrivata coesa e forte, oggi i contrasti internazionali mostrano un andamento in ordine sparso che non incoraggia la fiducia.

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.