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Dieci anni del Fatto Quotidiano raccontati nello speciale di FQ MillenniuM: i retroscena, le inchieste, gli scoop e le grandi firme

Da oggi in vendita alla festa della Versiliana l'anteprima del numero speciale del nostro mensile che ripercorre l'avventura iniziata il 23 settembre 2009. L'entusiasmo e le paure dell'esordio raccontati dai fondatori Travaglio, Padellaro, Gomez, Lillo e Monteverdi. I testi di Fo, Rame, Tabucchi, Dalla e Camilleri. Ma anche un'occasione per ricostruire un decennio denso di svolte, dal post berlusconismo agli scandali bancari. Con una copertina da collezione firmata da Riccardo Mannelli

30 Agosto 2019

“Indagato Letta. Da 10 mesi. E nessuno ne parla”. Con questa apertura, il 23 settembre 2009, usciva in edicola il primo numero de Il Fatto Quotidiano. La notizia stava soprattutto nella seconda parte: nell’Italia di dieci anni fa c’erano dei potenti che l’informazione non osava toccare. L’inchiesta su Gianni Letta, allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Berlusconi, poi prosciolto dalle accuse sulla gestione dell’accoglienza ai migranti, era infatti nota da tempo nelle redazioni di quotidiani e agenzie, che si guardavano bene dal pubblicarla.

Così inizia la storia di un giornale, nato come una scommessa senza grandi capitali né un euro di fondi pubblici, che ha dato una scossa al panorama dell’informazione italiana. Un’avventura editoriale raccontata nello speciale di FQ MillenniuM “Il Fatto Quotidiano. I nostri primi 10 anni” – la copertina da collezione è disegnata da Riccardo Mannelli – in vendita da oggi in un’anteprima speciale alla festa della Versiliana (sarà poi in tutte le edicole da sabato 14 settembre). A svelare aneddoti e retroscena sono innanzitutto i fondatori del Fatto. Marco Travaglio e Antonio Padellaro, transfughi de l’Unità, la cui linea “corsara” inaugurata dalla direzione di Furio Colombo non andava giù ai vertici dei Ds, allora guidati da Piero Fassino. Peter Gomez e Marco Lillo, inchiestisti di punta a cui l’Espresso non aveva fatto pubblicare la notizia su Letta. Cinzia Monteverdi, che decise subito di investire nell’impresa, oggi amministratrice delegata del gruppo.

Il debutto in edicola fu preceduto da tour in tutta Italia a caccia di abbonati “preventivi” (a pochi giorni dalla prima uscita in edicola se ne conteranno più di 30 mila) e costellato di dubbi e ostacoli. L’ufficio legale Rai, per dirne una, negò l’utilizzo della testata “Il Fatto”, trasmissione di Enzo Biagi epurata nell’era berlusconiana, manifestando l’intenzione di rimandarla in onda, cosa che mai avverrà. Da qui la necessità di aggiungere “Quotidiano”, per scansare possibili noie.

I successi, ma anche i giorni neri. Come il lancio del sito, il 22 giugno 2010, che per giorni si inchioda e nessuno ha idea di come rimediare. Il direttore Gomez – stavolta è lui a “confessarsi” – ricorda di essersi chiuso in ufficio a piangere.

Lo speciale non si limita a parlare del nostro giornale, che dieci anni dopo quel debutto semi-artigianale è cresciuto, si è arricchito della casa editrice Paper First, del mensile FQ MillenniuM, della tv Loft e si è quotato in Borsa a Milano e a Parigi con il gruppo Seif. Cronisti e commentatori ricostruiscono il decennio 2009-2019, ancora poco indagato ma denso di svolte, attraverso inchieste, campagne e scoop. Il caso Ruby e gli effimeri protagonisti della politica post-berlusconiana. Il No al referendum costituzionale. I grandi casi politico-giudiziari, dalla Trattativa a Consip. L’economia sempre più condizionata dall’Europa, ma anche gli scandali bancari e i lati oscuri dei capitalisti italiani. Il lavoro, da Marchionne agli esodati, un dramma sociale che Il Fatto ha raccontato per primo. I diritti, a partire dalla decisione tormentata di pubblicare in prima pagina la foto del cadavere tumefatto di Stefano Cucchi.

Ma anche il racconto di un’Italia più leggera, quella della televisione, del cinema, della musica, del calcio. Da non perdere infine, gli scritti dei grandi autori che hanno accompagnato l’avventura del nostro giornale: Dario Fo, Franca Rame, Antonio Tabucchi, Lucio Dalla e Andrea Camilleri, l’ultimo a lasciarci quest’estate, il 17 luglio.

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