L’opinione

Emergency e Sea Watch: il valore ‘solidarietà’

30 Giugno 2019

Emergency, l’associazione fondata da Gino Strada, ha compiuto e festeggiato ieri 25 anni di vita. Con i suoi ospedali in zone di guerra ha fatto dell’ingerenza umanitaria uno stile identificativo. Ed è sembrato dunque naturale il riferimento che Strada ha fatto a Sea Watch: “La disobbedienza civile è da perseguire di fronte a queste istituzioni che si comportano in modo che non potrei altro che definire fascista – ha detto –. Oggi sul banco degli imputati c’è chi vuole aiutare. Difendere il valore dell’aiuto e non l’indifferenza è la caratteristica fondamentale di una società civile”. A parte i riferimenti al fascismo, che non aiutano a comprendere correttamente la situazione, quel che c’è di importante nelle parole di Strada è quello che, al netto dei giudizi sul significato politico della vicenda Sea Watch, rimane sul terreno, anzi sull’acqua: il valore della solidarietà e dell’intervento umanitario.

Oggi è evidente il rischio che si affermi la delegittimazione totale del lavoro svolto da chi, come Carola e come tante altre, decide di impegnarsi in prima persona nell’assistenza umanitaria. Gli insulti, sessisti, contro di lei, non fanno altro che esplicitare questo fastidio ché in fondo è la vera mission dell’opera di Salvini. La solidarietà come disvalore, come roba da figli viziati, basta leggersi le invettive quotidiane dei Fusaro di turno.

Gino Strada rivendicava anche di curare i talebani nei suoi ospedali e parliamo di chi, all’inizio degli anni 2000, rappresentava il “male assoluto” sulla terra. Altro che i migranti o le Carola di turno. Eppure lo faceva per affermare il principio dell’umana solidarietà superiore alle leggi degli Stati. Con tutte le conseguenze che questo comporta. Quello che spinge le persone a impegnarsi in una Ong è quel valore attorno al quale le società durano di più e senza il quale rischia di prodursi solo un deserto.

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione