La lettera

Beppe Grillo al Fatto: “Salvini ministro dell’Interno a sua insaputa. Parla di mafie? No dei migranti”

La foto col mitra e la sagra della polenta - Nel Paese di mafia, camorra e ‘ndrangheta, il Viminale parla solo di migranti

Di Beppe Grillo
24 Aprile 2019

Caro direttore,

secondo molti osservatori, la recente comparsa su Facebook di una foto che ritrae il ministro dell’Interno con un’arma da fuoco automatica in mano rappresenterebbe una delle, sue, mosse per distrarre l’opinione pubblica dalle indagini su Siri.

Ebbene, lo spirito di questo blog è quello dell’indagine, anche scientifica, dei frutti dell’albero avvelenato della propaganda. Abbiamo così consegnato il reperto al Centro Studi del Blog che, in tempi rapidissimi, ci ha fatto prevenire un rapporto preliminare, non tanto sullo scopo, ma circa il contenuto di quell’immagine. Ve ne riportiamo un estratto.

Esame e analisi del reperto n 34/8b del gruppo di ricerca del Blog di Beppe Grillo.

Il reperto consiste in una fotografia del signor Salvini con un mitra in mano, vagamente incuriosito. Poco indietro, due soggetti: il secondo è lo spin doctor del Salvini (lo stesso che ha pubblicato la foto). Si tratta di una immagine che mette insieme lo spirito paesano sagreste e agreste, tipico della Lega, con quello della “modernità politica”. Cioè la presenza dello stesso spin doctor laureato in filosofia, presumibilmente più intelligente del politico di cui si occupa.

In generale: Salvini con un mitra in mano è uno sviluppo di Salvini vestito da poliziotto o altra forza armata. Nulla quindi di nuovo cuoce in pentola. In particolare: se teniamo conto del fatto che la foto è un’iniziativa del garzone mediatico, qualcosa resta da dire, e non di scarso momento.

Il garzone social-mediatico sa che il suo soggetto vive un forte senso di inadeguatezza: uno che diventa ministro dell’Interno in Italia – regno della criminalità organizzata – ma parla solo di immigrati, ovviamente ha paura delle vere sfide che il ruolo gli porta a competenza. In questo particolare aspetto ha dalla sua quasi tutto il popolo italiano, abituato a fingere di non sapere che Mafia, Camorra e ’Ndrangheta esistono anche se il ministro dell’Interno non ne parla.

Il Paese convive con questi fenomeni da moltissimo tempo e non vuole “fare l’eroe”, ma neppure ci tiene a essere rappresentato come codardo. 
Conclusioni. Probabilmente l’assistente mediatico in questione è l’unico a ricordarsi che il Matteo è ministro, in particolare dell’Interno, e coglie appena può l’occasione per appendere un paio di attributi finti al Carroccio, in linea con moltissima parte del popolo italiano: non vedere ma ostentare, non sapere ma parlare.

Una sagra della polenta vi distruggerà” è il motto di questa immagine destinata, ne siamo certi, a passare alla storia.

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