Bollette telefoniche, se sei moroso finisci nella lista dei cattivi pagatori. E non potrai attivare un nuovo abbonamento

Parte la banca dati Simiotel. Sarà inserito nel sistema chi deve più di 150 euro, ha fatture non pagate nei primi sei mesi dall'approvazione del contratto. Se si salda il debito, dopo 7 giorni Crif cancellerà il nominativo

18 Marzo 2019

Entra in funzione da oggi, dopo ben 42 mesi di attesa, il nuovo Sistema informativo sulle morosità intenzionali nel settore della telefonia, il cosiddetto Simoitel. Con estrema gioia da parte dei gestori e qualche fondata preoccupazione per tutti i clienti che passano da un operatore all’altro lasciando dietro di sé bollette insolute e, molte volte, tenendosi ben stretto anche il costosissimo ultimo modello di smartphone o tablet legato alla promozione sottoscritta. Ora a tutti loro arriverà una lettera di preavviso da parte della compagnia telefonica per avvisarli che hanno 30 giorni di tempo per saldare il debito oppure si vedranno inseriti in una black list. Un meccanismo, simile a quello della centrale rischi dei cattivi pagatori delle rate di mutui e prestiti che, una volta iscritti nei Sic (Sistemi di informazioni creditizie), restano fino a 5 anni esclusi dal sistema bancario e finanziario.

“Diversamente dalle banche dati creditizie – spiega l’Asstel (l’associazione di rappresentanza della filiera delle Tlc) – il Simoitel è invece uno strumento di contrasto alle morosità intenzionali gravi e non a qualsiasi insoluto. Il provvedimento risponde a un’esigenza delle compagnie di fronteggiare il fenomeno di coloro che si sottraggono intenzionalmente dal pagare quanto dovuto nel passaggio da un operatore all’altro”. Insomma, un enorme problema economico per i big della telefonia che, non riuscendo a star dietro alla mole di operazioni di portabilità innescate dal processo di liberalizzazione del settore (a marzo 2018, secondo l’ultima rilevazione dell’Agcom, le sole operazioni del servizio di mobile number portability hanno superato 120,5 milioni di unità (15,4 milioni in più rispetto al 2017), continuano a perdere quattrini. Così, d’ora in avanti, per contrastare questo fenomeno scatterà la schedatura nel Simoitel che renderà impossibile ottenere la sottoscrizione di un nuovo abbonamento per la nuova linea fissa o mobile.

Tutto sotto la supervisione del Garante della Privacy che già nell’ottobre 2015 ha dato il consenso alla creazione del registro dei morosi, impostando però dei paletti stringenti per gestire la mole delle informazioni e per impedire che nella banca dati possano finire anche i clienti che non pagano le bollette a causa di difficoltà economiche momentanee o per ritardi occasionali.

“Le informazioni sulle morosità – spiega Giuseppe Busia, segretario generale del Garante della Privacy – potranno essere inserite nel sistema solo al contemporaneo verificarsi di tre precise condizioni: il recesso dal contratto da parte di una delle due parti (gestore e cliente, ndr) deve essere esercitato da non meno di tre mesi; l’importo dell’insoluto per ogni singolo operatore deve ammontare a non meno di 150 euro; ci deve essere la presenza di fatture non pagate nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto; deve esserci l’assenza di altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore. Insomma requisiti che dovrebbero rassicurare clienti e associazioni dei consumatori che non hanno mai nascosto la propria perplessità sull’istituzione di questa black list in un settore afflitto da una miriade di inefficienze e disservizi, che hanno sempre penalizzato gli utenti, come ad esempio il caso della doppia fatturazione che si rischia di ricevere quando si decide di cambiare gestore. Tant’è che anche il Simoitel si è trasformato in una pratica commerciale scorretta. Lo scorso agosto, infatti, l’Antitrust ha sanzionato Wind Tre, Tim e Vodafone per 3,2 milioni di euro in totale per aver minacciato i clienti di iscriverli in questa lista dei cattivi pagatori in caso di mancato pagamento di posizioni debitorie, a volte inesistenti. Ma per convincere gli utenti, i gestori sono arrivati perfino a telefonare al debitore a casa o sul lavoro cercando di sfibrarlo, affinché saldasse subito il debito.

Ora, però, dovrebbe filare tutto liscio. Anche se i clienti finissero nella lista non si ritroveranno in un girone infernale: pagando possono ottenere il via libera per riconquistare lo status di buon pagatore. È Crif il gestore scelto per amministrare il Simoitel, consentendo agli operatori telefonici di consultarlo per scoprire subito l’affidabilità del potenziale cliente e decidere così se concedergli l’attivazione del contratto o meno. Ma oltre all’avviso che i clienti cattivi riceveranno prima dell’iscrizione, è stato anche stabilito che le informazioni sui pagamenti non regolarizzati resteranno conservate solo per 36 mesi per poi essere cancellate automaticamente. Mentre se si salda il debito, basta inviare una comunicazione al gestore telefonico che comunicherà l’informazione a Crif che, dopo 7 giorni, procederà a cancellare il nominativo.

Per tutti i clienti iscritti alla lista dei cattivi pagatori è sempre possibile richiedere una prepagata.

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