L’Intervista

Il consigliere del Mise Tridico: “I sindacati dovrebbero stare con noi, non contro”

Il consigliere del ministero dello Sviluppo, responsabile del reddito di cittadinanza

9 Febbraio 2019

“Questa volta proprio non li capisco”. Pasquale Tridico è un uomo di sinistra, insegna Economia del Lavoro all’Università di Roma 3, oggi guida la squadra di consiglieri economici del ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio. In questi mesi ha coordinato la costruzione del sistema del reddito di cittadinanza e la stesura del decreto legge che lo introduce.

Professor Tridico, che idea si è fatto della manifestazione che oggi vedrà in piazza i tre principali sindacati contro il governo?

Sono sempre stato molto sensibile, per cultura e formazione, alle rivendicazioni dei sindacati. Ma questa volta fatico a capire bene l’oggetto della protesta. Per la prima volta un governo stanzia 8,2 miliardi per gli ultimi in questo Paese: è il più grande sforzo anti-povertà degli ultimi trent’anni.

Però a innescare la protesta è stata proprio la vostra legge di Bilancio.

Posso aspettarmi dalla destra la solita retorica “prima la crescita poi la redistribuzione”, una posizione legittima anche se per me retrograda: la teoria dello “sgocciolamento” della crescita dai ricchi verso il basso non ha dato risultati, specie per le classi più deboli. Ma i sindacati dovrebbero apprezzare il fatto che invece noi stiamo redistribuendo prima della crescita e in funzione anticiclica, con una politica economica espansiva che anticipa la reazione alla recessione.

Forse i sindacati rivendicano un ruolo. Non sono stati molto consultati.

Non so se sia una questione pregiudiziale o di metodo. Se il punto è che non abbiamo coinvolto i sindacati o se il problema è che abbiamo tolto alla sinistra temi e politiche sul sociale che aveva abbandonato da trent’anni. Io penso che la politica economica di questo governo non possa essere attaccata da una prospettiva sindacale.

Tra le altre cose, i sindacati chiedono più investimenti per creare lavoro.

Li stiamo facendo. Abbiamo aumentato le risorse e sbloccato quelle già stanziate. Ma c’è un’emergenza di inattivi e disoccupati oltre che di povertà. Gli investimenti ci mettono tempo a produrre effetti, intanto la gente muore di fame. Abbiamo anche messo un miliardo per i centri per l’impiego, con 10mila assunzioni complessive. Anche questi sono investimenti che, secondo il Tesoro, hanno un moltiplicatore alto, di 1,2. Mentre i sussidi ne hanno uno di 0,4.

I sindacati temono anche che un reddito di cittadinanza elevato ingabbi i poveri in una “trappola della povertà“

Forse preferivano un salario indiretto più basso, come auspica Carlo Calenda? Se i sindacati vogliono lottare per dare ai lavoratori salari più bassi, facciano pure. Noi, con il reddito di cittadinanza, vogliamo dare più potere contrattuale ai lavoratori.

Quello di oggi sarà il debutto in piazza di Landini come nuovo leader della Cgil. Che interlocutore sarà per voi?

Conosco bene il suo profilo e la sua storia. Mi aspetto da lui un sostegno pieno al tipo di misure che stiamo varando. Il sindacato, lo dico da studioso, deve lottare per occupazione e redistribuzione. Noi stiamo redistribuendo e stiamo facendo un grande sforzo per l’occupazione con gli interventi sui centri per l’impiego. Forse non tutto è già pronto, ma dovevamo aspettare di sistemare ogni dettaglio e cominciare a erogare il reddito fra tre anni? È questo che ci chiedono i sindacati?

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