Il bilancio

Reddito di inclusione, metà dei potenziali beneficiari è ancora a mani vuote. Le lezioni per l’avvio del Rdc

Nel 2018 il Rei è andato a 462mila famiglie povere su una platea di 700.000. Criteri di accesso stringenti rallentano il meccanismo. Per il reddito di cittadinanza potrebbe succedere lo stesso. Ieri il presidente Inps Boeri ha detto che “nei primi mesi non si potranno svolgere verifiche stringenti sul patrimonio mobiliare”

1 Febbraio 2019

Il Reddito di inclusione (Rei) marcia a passo lento: nel 2018 lo hanno ricevuto un milione e 329mila poveri che compongono 462mila famiglie. Mentre sono circa 2,5 milioni (700mila nuclei) le persone che ne avrebbero diritto. Finora è stata raggiunta poco più di metà della platea potenziale individuata dal governo Gentiloni. L’importo medio, sotto forma di carta acquisti, è stato di 296 euro al mese e l’11% dei nuclei è formato da extracomunitari.

I dati pubblicati dall’Inps offrono uno spunto prezioso di riflessione in vista del reddito di cittadinanza, atteso ad aprile. Dimostrano che, quando i criteri di accesso sono molti e stringenti, il meccanismo fa fatica a mettersi in moto. Le strutture con il compito di controllare che tutte le carte siano a posto vanno in affanno e non riescono a rispondere in tempi brevi. Insomma, per arrivare a coprire tutti gli aventi diritto possono passare anche molti mesi. Per il reddito di cittadinanza potrebbe succedere lo stesso e tra tre mesi, all’avvio della misura, potremmo trovarci con molti ipotetici beneficiari ancora a mani vuote. Ieri, infatti, il presidente Inps Tito Boeri ha detto che “nei primi mesi non si potranno svolgere verifiche stringenti sul patrimonio mobiliare”. Ma non è questa l’intenzione del governo gialloverde, con il Movimento Cinque Stelle che vorrebbe capitalizzare la promessa mantenuta prima delle elezioni europee di maggio.

Per avere il Rei le famiglie devono risiedere in Italia da almeno cinque anni e rispettare vari paletti: l’Isee deve essere inferiore a 6mila euro; inoltre non bisogna superare i 3mila euro di Isre, l’indicatore che si ottiene prendendo il reddito del nucleo e sottraendo le detrazioni. Il valore degli immobili, prima casa esclusa, non può superare i 20mila euro mentre il patrimonio mobiliare (depositi e conti corrente) deve stare sotto i 10mila. Niente sussidio per chi ha assegno di disoccupazione o possiede un’auto nuova o una barca.

Il reddito di cittadinanza, invece, avrà soglie più alte ma anche qui ci sono tante verifiche da compiere. A partire da quelle sulla residenza in Italia che deve esserci da almeno dieci anni, con gli ultimi due continuativi. Poi i requisiti economici: l’Isee massimo sarà 9.360 euro, immobili sotto i 30mila euro, risparmi inferiori a 10mila euro per le famiglie e 6mila per i single. Sarà inoltre escluso chi recentemente ha comprato una moto nuova di grossa cilindrata o possiede barche. Effettuare tutte queste indagini non sarà un gioco da ragazzi. Il ministro Luigi Di Maio ha promesso che la prossima settimana arriverà il sito del reddito di cittadinanza, che dovrebbe andare per il 53% al Sud e nelle Isole e per il restante 47% nel resto d’Italia. Il Rei, invece, è ben più sproporzionato: il 68% va nel Meridione (Campania e Sicilia raggiungono da sole il 50% dei beneficiari totali), il 12% al Centro e il 20% nelle Regioni settentrionali. Il Reddito di cittadinanza, a differenza del Rei, è stato molto pubblicizzato: per questo ci si aspetta una valanga di richieste già dalla fase di lancio.

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