Il dossier

No Party no Renzi: l’affare degli outlet e le fatture false

Giglio paterno - I soldi contestati dalla procura di Firenze finiti sul conto di famiglia per pagare anche il campeggio di Agnese

Di Pierluigi G. Cardone, Antonio Massarie Gaia Scacciavillani
25 Aprile 2018

E alla fine, i soldi pagati nel 2015, per le fatture contestate dalla procura ai coniugi Renzi, finirono sul loro conto, quello usato talvolta per le spese di famiglia come la prenotazione del campeggio fatta quattro mesi prima per la nuora Agnese (289 euro) e le figlie Matilde e Benedetta (1168 euro). Il compenso della fattura da 140mila euro pagata dalla Tramor di Luigi Dagostino alla Eventi6 di Laura Bovoli e delle figlie Matilde e Benedetta, infatti, è stato usato in parte (100mila euro) per ripagare un finanziamento della socia Bovoli che ha poi girato la somma dalla Eventi6 sul conto personale cointestato con il marito Tiziano.

Il padre di Matteo Renzi ha spiegato ai finanzieri il 5 ottobre 2017 come è nato il rapporto con l’imprenditore di origini pugliesi. Tiziano Renzi e Dagostino, indagati dalla procura di Firenze per fatture false per operazioni mai realizzate, si conoscono nel 2014. O almeno è quello che dice il padre dell’ex premier agli investigatori quando lo interrogano sui legami con l’imprenditore pugliese che ha tanto lavorato per l’espansione degli outlet Kering (Gucci). Tutto nasce a Leccio Reggello, patria del primo The Mall: “Ho conosciuto Dagostino perché volevo ricevere da lui, in quanto proprietario di diverse aree nell’outlet e gestore di talune attività, l’autorizzazione ad installare dei Kiddie Rides (giochi per bambini a gettone, ndr)”. A Dagostino, però, il progetto non piace e rilancia, proponendo a Renzi senior di investire “in progetti che aumentassero l’offerta di servizi… integrando l’aspetto food con quello ludico”. Racconta Tiziano: “Mi propose di costituire una società che consentisse di avviare tale attività. Accettai, ed entrai come socio di minoranza, con il 40% mentre il 60% sarebbe stato di sua proprietà”.

Nasce la Party srl, chiusa meno di due anni dopo. Luigi chiede a Tiziano un piano per “incentivare l’afflusso di clientela”. Tiziano accetta ma svolge lo studio con la società dei Renzi, Eventi6. Quando il 5 ottobre 2017 i finanzieri vanno a prendere le fatture, oggi contestate, Tiziano giustifica i 140mila euro più iva pagati dalla Tramor, allora di Dagostino, descrivendo un grande studio condotto anche con l’aiuto del cognato Stefano Bovoli: si va dal guerilla marketing alle “sfilate di moda tra i singoli negozi”, dai “pupazzoni” brandizzati con i marchi delle griffe alle gelaterie-pizzerie itineranti. La chicca però è il battello di collegamento (via fiume) dalla stazione del treno di Rignano al The Mall “approfittando della navigabilità in quel tratto” dell’Arno. Tiziano sottolinea che “all’incontro con le Ferrovie utile a verificare la fattibilità… era presente anche il sindaco Daniele Lorenzini”. Solo in coda al verbale Tiziano dichiara: “Per l’accettazione della quotazione (cioé della parcella, ndr) sono grato al signor Dagostino” che è “una persona affidabile e corretta”.

La procura di Firenze allega alla chiusura indagini il casellario di Dagostino: compaiono sette provvedimenti e altrettante accuse, dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni e sul miglioramento della sicurezza e della protezione dei lavoratori, all’appropriazione indebita, dalla violazione delle norme sul lavoro dei minori e sui rifiuti pericolosi fino alle lesioni personale colpose con relative multe pagate e indulti incassati. In quel periodo però Tiziano e Luigi erano spesso insieme. Nella perquisizione del 10 gennaio 2017 è stata sequestrata un’agenda con diversi appuntamenti. Il Fatto ha già scritto di quello a Sanremo, quando i due andarono dal sindaco della città per proporre la realizzazione del secondo The Mall del gruppo, e di quello a Fasano (Brindisi), dove Tiziano e Luigi proposero al primo cittadino la nascita di un altro outlet. Dall’agenda sequestrata, tuttavia, spuntano molti appuntamenti. Il 2 luglio Luigi e Tiziano partono insieme in direzione Puglia. Alle 22 cena con Caracciolo (Filippo, ex assessore regionale all’Ambiente), alle 24 insieme a Bucadue, lussuosa residenza nei pressi di Fasano.

Il 14 luglio sono insieme a Milano, dove incontrano il manager Kering Carmine Rotondaro. A settembre la coppia è a Roma, dove all’hotel Boscolo è segnato un appuntamento col senatore pugliese Nicola Latorre, ex dalemiano, poi renziano, infine “trombato” dall’ex Rottamatore. Dopo due giorni, Luigi aspetta Tiziano e la moglie Laura Bovoli (anche lei indagata per la storia delle fatture false) a Savelletri e poi cenano a Polignano a Mare. Il 13 settembre incontro con il commercialista Pagliarulo e tal “procuratore di Bari Bottazzi” che potrebbe essere il sostituto procuratore generale in passato procuratore di Brindisi. Nei mesi successivi altri incontri: a Firenze, a Roma (sempre con il senatore Latorre). Insomma, il rapporto era solido, le fatture – secondo i pm – meno.

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