Arezzo

Banca Etruria, papà Boschi è ancora indagato: falso in prospetto e accesso abusivo al credito

L’inchiesta - Il padre della sottosegretaria è inquisito da quasi un anno per le false informazioni ai risparmiatori sui bond

4 Dicembre 2017

Falso in prospetto e accesso abusivo al credito. Sono i reati ipotizzati in un nuovo filone d’inchiesta relativo a Banca Etruria aperto dal magistrato di Arezzo, Roberto Rossi, che vede indagato tra gli altri anche Pierluigi Boschi, padre dell’attuale sottosegretario ed ex ministro Maria Elena Boschi. Il quotidiano La Verità ha rivelato la contestazione di falso in prospetto a carico di Boschi senior, mentre nella giornata di ieri fonti di polizia giudiziaria hanno confermato l’esistenza anche dell’iscrizione per accesso abusivo al credito.

Entrambi i capi di imputazione sono riferiti all’emissione di obbligazioni subordinate compiuta nel 2013 dalla banca popolare, quando Boschi senior non era vicepresidente ma ancora consigliere nel Cda di Etruria. Con Boschi sono indagati l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi, altri 10 membri del cda e quattro componenti del collegio sindacale. Boschi è inoltre indagato per bancarotta in merito al filone sulla liquidazione a Bronchi. Il nuovo fascicolo è stato aperto quasi un anno fa dopo l’avvio da parte di Consob degli accertamenti sul prospetto informativo relativo all’emissione delle obbligazioni che si sono poi conclusi con una sanzione comminata a 17 ex amministratori, compreso Boschi.

Finora per le obbligazioni subordinate vendute anche alla clientela retail e, secondo l’accusa, offerte senza una adeguata informazione relativi ai rischi del prodotto finanziario, sono stati indagati e già rinviati a giudizio una trentina di direttori di agenzia e responsabili di filiale. I vertici dell’istituto di credito erano stati finora esclusi dalle indagini, nonostante le reiterate denunce presentata dall’associazione dei truffati da banca Etruria. La nuova indagine, invece, punta il dito proprio contro i membri del Cda ritenuti gli autori dell’emissione e del prospetto informativo, non solo quindi chi le ha materialmente offerte e vendute ai clienti nelle filiali.

Appresa la notizia, il senatore Andrea Augello, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ha sollevato al presidente Casini l’omissione su questa indagine da parte del pm Roberto Rossi in sede di audizione giovedì scorso e annunciato la richiesta di “trasmettere l’audizione del dottor Rossi al Csm affinché – ha concluso – ne sanzioni il comportamento reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano”. Dalla Commissione potrebbe oggi arrivare una nuova preoccupazione per la famiglia Boschi. Sarà infatti stabilito il calendario delle prossime audizioni e i consiglieri hanno già chiesto a Casini di convocare Federico Ghizzoni, l’ex amministrato delegato di Unicredit, citato nel libro di Ferruccio de Bortoli, Poteri forti (o quasi), come destinatario di pressioni da parte di Maria Elena Boschi, all’epoca ministro, affinché Unicredit acquisisse Banca Etruria. Boschi annunciò querela senza mai dar seguito alla minaccia e Ghizzoni ha fatto sapere che risponderà in merito solo in sede di audizione.

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