Geopolitica

Bitcoin. Usa, Cina e Corea del Nord si fanno la guerra a colpi di criptovaluta

Pechino è molto influente (il 70% della valuta nasce lì): il prezzo è crollato dopo l’annuncio di alcuni divieti. Stessa musica quando Jp Morgan ha parlato di “frode”

Di vds
20 Settembre 2017

Alla banca Jp Morgan non piacciono, però li compra per sé e i suoi clienti: è il controverso destino del Bitcoin, odiato in pubblico ma amato in privato. La sua reputazione controversa sta coinvolgendo sempre più persone e intercetta anche il mondo della finanza e della politica. A ogni mossa, dichiarazione, informazione corrisponde una reazione dei mercati.

La crescita improovvisa è arrivata dalla Cina. Una delle cause conta tre lettere: Ico, Initial Coin Offering, un crowdfunding che permette a utenti privati – il cui unico requisito è il possesso di una criptovaluta – di investire in idee e progetti. I Bitcoin vengono riscossi solo al momento della realizzazione dell’idea. “Ci sono ragazzini che con questo sistema hanno raccolto anche 60 milioni di dollari in Bitcoin o ethereumin in 24 ore – spiega Gian Luca Comandini, esperto di criptovalute e co-fondatore di Assob.it – E spesso qual è la prima cosa che si fa quando la raccolta è completata? Si liquidano le criptovalute per ottenere guadagno, pagare stipendi o per mettere in pratica l’idea”. In più, quando la Cina ha bloccato le Ico (4 settembre) il mercato è crollato. Lo stesso è successo quando Jp Morgan ha definito le monete “una frode”.

“È però successa anche una cosa positiva – spiega Comandini – le quotazioni sono risalite velocemente dopo il crollo. È un segno: il mercato si sta stabilizzando,è consapevole e crede in questa tecnologia”. Fino a qualche anno fa, tutti parlavano male dei Bitcoin. Oggi Saxo bank ha stimato che il loro valore potrebbe arrivare a100mila dollari. Harvard è dello stesso parere. Imprenditori come Jeremy Liew (primo investitore Snapchat) stimano che arriverà a 500 mila dollari. La prima piattaforma di trading regolamentata (finanziata da New York Stock Exchange e BBVA, che ha permesso di ottenere una autorizzazione in 24 giurisdizioni Usa) è di un anno fa, si chiama Coinbase e ha ricevuto un finanziamento di 75 milioni dalle banche.

“Spesso – spiega Comandini – quando dicono di stare attenti, mirano a rallentare il mercato perché in realtà, vogliono metterci il cappello ”. E infatti, la settimana scorsa, l’ad di Jp Morgan Jamie Dimon (durante una conferenza organizzata da Barclays) ha definito i Bitcoin una “frode”, destinata a “fare una brutta fine”. Il valore è crollato fino a 2.750 dollari. Lunedì, le testate statunitensi lo hanno accusato di aver strumentalizzato le sue dichiarazioni per acquistare Bitcoin per sé o per i suoi clienti. “Una foto mostra come, mentre lo diceva, i maggiori presidenti di associazioni Bitcoin erano proprio da Jp Morgan”. Un calo pilotato, quindi. “Sì. Sono crollate insieme le principali criptovalute”.

Poi ci sono le incertezze geopolitiche. La Cina detiene il maggior numero di Bitcoin. A inizio mese, mentre gli Usa minacciavano sanzioni contro le banche ‘complici’ della Corea del Nord, si è diffusa la notizia secondo cui Kim Jong-un punterebbe su una riserva di Bitcoin. “Ha fatto saltare tutti gli schemi – spiega Comandini –. La Cina ha usato la sua posizione per far calare il prezzo”. Non si sa se per fare contenti gli Usa o se per mantenere intatta la percezione del controllo da parte del partito comunista, fatto sta che ci è riuscita: il 70% della produzione è lì, detentori e compratori sono gli imprenditori cinesi.

La capitalizzazione del Bitcoin è però anche drogata da un mercato altamente speculativo, spinto da chi ne ha sentito parlare e sogna di diventare milionario. Le variazioni dei Bitcoin, infatti, arrivano anche a 200-300 euro al giorno. La conseguenza, però è che al minimo accenno di problema, tutti vanno in panico e il mercato impazzisce. “Il Bitcoin non deve essere visto come uno strumento solo per guadagnare – dice Comandini – ed è nocivo parlare continuamente di ‘crolli’ o ‘picchi’ paragonandolo a euro o dollaro. È il sistema di pagamento più comodo, sicuro e funzionale e solo così deve essere visto, la moneta che utilizzeremo nel futuro: comoda, veloce ed economica. Chi entra nel mercato credendo di diventare milionario, non ha capito la rivoluzione a cui va incontro e rischia di danneggiarlo insieme a chi ci crede”.

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