Il Papa è nel palazzo e fuori dal palazzo

25 Giugno 2017

È strano che non sia stato notato il fatto radicalmente nuovo: il Papa, con una mossa inaspettata e un’improvvisa dichiarazione, incompatibile con tutti gli aspetti del suo status (capo di Stato, capo della Chiesa cattolica, vicario di Dio in terra) si è spostato tra i cittadini che chiedono una legge di iniziativa popolare, e la stanno chiedendo dalla dislocazione tipica di chi non ha potere e si affida alle garanzie della Costituzione e dei fondamenti del diritto.

La legge, così come è stata formulata dai Radicali, quando era ancora in vita Marco Pannella, ha due obbiettivi che interferiscono nella vita italiana così come era stata voluta e regolata dai due governi Forza Italia-Lega Padana: la cancellazione della legge Bossi Fini, che ha governato finora, al di fuori del diritto italiano e dei principi di civiltà della storia europea e della storia italiana (dunque anche cristiani) il grande movimento umano detto migrazione.

La Bossi Fini è l’equivalente morale, dopo il 1945, delle cosiddette leggi razziali tedesche, italiane, e imposte all’Europa allora militarmente occupata, che hanno provocato la Shoah. L’analogia sta nella violazione totale e arbitraria di fondamentali principi di garanzia e salvaguardia giuridica, e di un regime di aggressività e persecuzione fondato sul disprezzo di una parte degli esseri umani dichiarati indegni per legge.

La Bossi-Fini, come le leggi razziali, è fondata su un falso, che definisce il migrante un pericolo (si alternano la criminalità, il contagio di gravi malattie infettive, lo squilibrio sociale dovuto al furto del lavoro, l’arrivo dei terroristi, la collaborazione fra “mercanti di esseri umani” e organizzazioni volontarie), stabilendo di fatto il reato di salvataggio (al punto da indurre alcune procure ad aprire inchieste su una presunta immigrazione illegale dei salvati dai volontari e una presunta complicità dei volontari provata dall’evento andato a buon fine, il salvataggio).

La Bossi Fini inventa e include alcuni reati che in una legge italiana non possono esistere, come la definizione di “tratta” per i precari e pericolosi trasporti e introduce il reato impossibile di “clandestinità”, che i giudici dovrebbero applicare come aggravante e motivo di prolungamento della pena nel caso di reati compiuti da persone prive di permessi. Il reato di clandestinità è in tutto simile al timbro di “appartenente alla razza ebraica”, stampato sui passaporti e motivo per arrestare le persone. È simile, anzi identico, in quanto reato dell’essere (sei colpevole per quello che sei, non per quello che fai) e la colpa, immediatamente presunta e dichiarata, non può essere lavata.

La Bossi Fini, contro cui si sono schierati, da soli, Pannella e (adesso) il Papa, con la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, impedisce che i figli degli immigrati diventino italiani. E così accade che un Paese incapace di conoscere e affrontare il problema, e indeterminato a non accogliere, si impegna però a punire chiunque, per fortuna o con l’aiuto di altri esseri umani, sia riuscito ad arrivare vivo e cerchi di sopravvivere con decenza, persino in località, come la città di frontiera di Ventimiglia, dove ai migranti, bambini inclusi, viene negata l’acqua.

E poi, la Bossi Fini prevede di rendere impossibile che siano italiani i bambini stranieri che nascono in Italia da genitori stranieri. Andranno in scuole italiane, studieranno nella lingua di questo Paese, impareranno la storia, le frasi fatte, i modi colloquiali e persino i dialetti e le pronunce locali in Italia, ma non possono e non devono diventare italiani.

Si è formato un blocco nazionalista-secessionista che sventola un tricolore in cui non crede e che voleva (discorso di Bossi a Venezia) buttare nel cesso, pur di negare un diritto e provocare umiliazione e dolore ai nuovi venuti. Si tenga conto di un fatto che dà all’Italia una immagine tetra perché mostra che il suo peggio c’è nel passato, ma anche nel futuro. Un gruppo politico nuovo, che ha promesso di riorganizzare il Paese in modo completamente diverso, fondato sulla trasparenza e l’onestà, proclama la necessità di respingere gli stranieri e condivide il terrore che portino il male, come se il mondo fosse fondato su scatole separate con coperchi ben chiusi.

Cosa ci può essere di nuovo in chi negli stranieri vede un pericolo, in chi teme il rischio della diversità su cui tutte le civiltà che conosciamo si fondano? Colpisce che, nonostante l’impegno di una parte del Parlamento per dare la cittadinanza ai figli di genitori “stranieri” fin dalla nascita (erano Pd e M5S, ora solo il Pd e i frammenti di sinistra) nessuno ha mai voluto o anche solo chiesto l’abolizione della Bossi-Fini e l’accoglimento immediato del testo di iniziativa popolare presentato dai Radicali. Adesso c’è il Papa, che è stato chiaro nel suo apparentamento con i radicali, ed è stato preciso nella sua dichiarazione.

Il Papa, che è sempre stato il simbolo del Palazzo, è fuori dal Palazzo.

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