La figuraccia di Tiziano Renzi col gelataio raccomandato

Gli interventi, registrati dagli investigatori, del papà dell’ex premier per far ottenere il carretto con i dolci all’amico considerato “un fratello”

26 Marzo 2017

Una storia di carretti e gelati che ha ben poco a che vedere con Lucio Battisti e men che meno con l’Europa e il cono Grom consumato da Matteo Renzi alla faccia dell’Economist. C’entrano invece i rapporti tra Tiziano Renzi e il pilota del progetto The Mall, Luigi Dagostino, che non si sono interrotti con la chiusura della Party srl, la società che li ha legati da ottobre 2014 a gennaio 2016. Lo dimostra la vicenda riferita nei giorni scorsi dalla Nazione e documentata dalle carte dell’inchiesta dei pm fiorentini Von Borries e Turco, che indagano sull’ipotesi che l’ex socio di Renzi senior e alcuni suoi partner abbiano frodato il fisco grazie anche all’outlet di Leccio Reggello.

A fine maggio 2016, un negozio La Perla cerca qualcuno per distribuire gelati e bibite davanti alla bottega. Il contratto sembra interessare molto a Tiziano Renzi, che interviene con Dagostino “per conto di una terza persona”, spiegandogli al telefono che questa “ha un mezzo capito? … costa il giusto … 500/600 euro e il gelato gratis glielo dà”. Seguono incontri e telefonate. Emerge, poi, che l’aspirante gelataio è Corrado Menchetti di Arezzo: vorrebbe 500 euro al giorno per il suo carretto. Secondo gli inquirenti, babbo Renzi è “convinto del successo, in termini di qualità dei prodotti che potrebbe avere Menchetti, da lui considerato come ‘un fratello‘”.

Dagostino si convince e manda in porto l’affare che, stima, potrebbe fruttare “tra i 3 e i 4mila euro al giorno”. Sarà la fretta, fatto sta che neanche una settimana dopo spunta una “problematica legata all’occupazione del suolo pubblico”, la cui soluzione viene affidata da Dagostino a “una persona di fiducia presso il Comune di Reggello”. Dopo 24 ore, da una conversazione tra l’imprenditore e l’architetto che per lui si occupa dei rapporti più delicati con il Comune emerge però che il problema è più complesso: “È stato elevato un verbale, perché l’ambulante, per le modalità di vendita riscontrate, necessita di un’autorizzazione sanitaria”. Che non c’è.

Tanto che 10 giorni dopo Renzi senior e Dagostino sono ancora lì che ne parlano. “Degna di nota – registrano gli inquirenti – è la replica di Tiziano, il quale afferma che lui ha detto a Menchetti di non poter fare nulla, dato che ci doveva pensare Dagostino.

Questi, prima di salutarsi, dice al padre di Renzi che vorrebbe vederlo per fare un’altra cosa al The Mall, ricevendo la disponibilità del suo interlocutore a dimostrazione della continuità dei rapporti tra gli stessi”. Che andranno avanti almeno fino a novembre. Con il gelataio invece le cose non vanno bene: ai primi di luglio Menchetti dà a Dagostino “il sentore di essere amareggiato della situazione” e sta valutando di togliere il carretto. Quindi il pugliese gli fa capire che potrebbe coinvolgerlo in una nuova iniziativa e gli propone di restare per i saldi. Quando poi l’aretino “rappresenta il timore di ulteriori verbali di contestazione, Dagostino lo rassicura affermando che per 10-15 giorni non sarebbe venuto nessuno”.

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