Roma

Roma, la chat tra la Raggi e Marra: “Quanto prende tuo fratello?”

I pm acquisiscono il messaggio in cui la sindaca chiedeva notizie sullo stipendio di Renato da capo dipartimento: sarebbe la prova che l’ex capo Personale gestì la nomina in conflitto di interessi

22 Gennaio 2017

Per avere informazioni sullo stipendio e sulle norme che regolavano la posizione lavorativa di Renato Marra, il sindaco di Roma Virginia Raggi si rivolgeva al fratello Raffaele, allora capo del Personale e ora in carcere con l’accusa di corruzione (per vicende estranee alla giunta). È questo uno dei messaggi della chat “Quattro amici al bar” – il gruppo Telegram costituito dalla sindaca Raggi con tre suoi fedelissimi – sul quale si stanno concentrando gli investigatori: potrebbe essere importante per capire quanto peso ha avuto Raffaele Marra nell’incarico (poi annullato) di capo dipartimento Turismo del Comune conferito al fratello Renato.

La chat è stata acquisita dalla Procura di Roma dopo il sequestro del cellulare di Raffaele Marra, finito in cella a dicembre con l’accusa di aver acquistato una casa coi soldi dell’imprenditore Sergio Scarpellini: in cambio – secondo i pm Paolo Ielo e Barbara Zuin – il dirigente avrebbe “messo a disposizione” la propria funzione pubblica.

Al gruppo Telegram al quale si fa riferimento partecipano oltre a Marra e Raggi, anche l’ex capo della segreteria della sindaca, Salvatore Romeo, e l’ex vicesindaco Daniele Frongia. Per lo più i quattro parlano di politica e questioni personali, quando non usano la chat per fissare appuntamenti. E poi qualche selfie, tipo quello in tuta che la Raggi manda una sera, quando decide di restare a dormire in Campidoglio dopo aver lavorato fino a tardi. Si tratta di materiale che verrà coperto da omissis, in quanto non penalmente rilevante, nell’informativa che la polizia giudiziaria consegnerà questa settimana alla Procura e che potrebbe essere usata nell’inchiesta sulle nomine in Campidoglio. L’indagine, affidata al pm Francesco Dall’Olio, inizialmente riguardava solo l’incarico di capo segreteria a Romeo (non indagato): nel fascicolo è poi però confluito anche il parere dell’Anac di Raffaele Cantone, che ha ravvisato un “conflitto di interessi” nella nomina di Renato Marra.

Secondo Anac, infatti, alla procedura d’incarico partecipò il fratello Raffaele, anche se fu la Raggi ad assumersi la totale responsabilità della decisione. Ma, per l’Anticorruzione, “tale dichiarazione non è sufficiente per rimuovere il conflitto”, proprio perché la nomina fu il frutto di “un’attività istruttoria (…) svolta dal funzionario in posizione di conflitto di interessi”. Alla fine, come detto, l’incarico a Renato Marra è stato annullato proprio in seguito al parere Anac.

Ma torniamo all’inchiesta romana. I pm stanno valutando il ruolo di Raffaele Marra nell’iter di nomina del parente. E c’è un messaggio nella chat che ha fatto sorgere dei sospetti: quello in cui la Raggi chiede cosa dicono le norme quando un dipendente del Comune cambia fascia professionale: il caso che innesca la “curiosità” della sindaca è quello di Renato Marra, da anni graduato della Polizia municipale, che aveva fatto domanda per diventare comandante dei vigili (fascia 5). Poi, per non creare imbarazzi vista la presenza del fratello al Personale, vi aveva rinunciato, accettando un ruolo inferiore di fascia 3 (al Turismo). A rispondere è il fratello Raffaele, che invia alla sindaca le foto dei riferimenti normativi. Lì la Raggi si informa pure del livello retributivo. Identica la risposta di Marra: è stabilito per legge.

Secondo gli investigatori questo potrebbe essere – ma è un’ipotesi da verificare – un elemento che prova come la nomina di Renato sia stata gestita anche da Raffaele. Al contrario di quanto affermato da Raggi nella memoria all’Anac, in cui il ruolo del dirigente era definito “di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali”. Per questo lo scambio di messaggi tra Raggi e Marra è uno dei pochissimi contenuti della chat, di cui a lungo s’è discusso sulla stampa, che verranno trascritti nell’informativa finale.

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