Articoli di Giulio Simeone →
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- 11:01 - Governo: Calenda, 'piano Transizione 5.0 non funziona, troppa burocrazia'
Roma, 4 ott (Adnkronos) - "Come avevo ampiamente anticipato a Giorgia Meloni il piano Transizione 5.0 non sta funzionando per eccesso di passaggi burocratici (undici in totale) e tempi di esecuzione dell'investimento. Il risultato è che solo 12 milioni su 6 mld sono stati impegnati. Nel mentre il ritardo di 7 mesi nell'approvazione dei decreti attuativi ha bloccato gli investimenti delle imprese". Lo scrive Carlo Calenda sui social.
"Come sempre in Italia il problema non sono i soldi ma l'incapacità di gestire l'implementazione dei processi. Nel caso di specie avendo qualche competenza su politiche industriali avevo mandato al Governo una proposta di semplificazione mesi fa. Ma sono troppo bravi per accettare suggerimenti o consigli. Avanti così", aggiunge il leader di Azione.
- 10:40 - Professioni, Masciovecchio (Cni): "Congresso diffuso sul territorio, anche per parlare di vino"
Siena, 4 ott. (Adnkronos/Labitalia) - "I temi affrontati in questo Congresso e la nostra visione di questo mondo legato al sistema Paese li abbiamo portati al di fuori della categoria. Per la prima volta, infatti, abbiamo organizzato un 'congresso diffuso' che ha avvicinato il mondo degli ingegneri al territorio e alla cittadinanza". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Elio Masciovecchio, vice presidente del Cni, a margine del 68° Congresso nazionale degli ingegneri d'Italia, in corso a Siena. E proprio dall'attenzione per il territorio nasce la monografia della rivista 'L'Ingegnere Italiano' dedicata al vino. "Nel realizzarla - ha spiegato Masciovecchio - abbiamo trovato tante connessioni tra i territorio, l'ingegneria e le varie fasi che portano a 'qualcosa' che abbiamo sulle nostre tavole e che è il miglior messaggero del mondo che è il vino".
"Come dice il presidente Perrini - ha sottolineato - c'è tanta ingegneria in un bicchiere di vino. Basti pensare che spesso i vigneti sono un ausilio per quel che riguarda le frane. Il contesto storico che stiamo vivendo è forse uno dei più drammatici che la storia contemporanea potrà ricordare. Agli effetti dell'instabilità economica globale aggravati dai conflitti in essere sui postumi della pandemia si è unita una crisi climatica senza precedenti. E' per questi motivi che nasce lo strumento della Next Generation EU, il cui aspetto più pragmatico si concretizza nel meglio conosciuto Recovery Plan, un piano appunto non solo un aiuto economico che vuole cogliere l'occasione di trasformare radicalmente il sistema europeo rendendolo più ecologico, digitale e resistente".
"L'Italia - ha chiarito- è caratterizzata a livello internazionale dall'eccellenza del settore agroalimentare e in questo contesto il settore vitivinicolo ricopre un ruolo strategico. Già dagli anni '90 le aziende del settore hanno dotato soluzioni agricole 3.0, riassumibili con il concetto di viticultura di precisione. L'innovazione va dalla mappatura con GPS in vigna, a geolocalizzazioni satellitari adattate alla guida delle macchine agricole, dall'utilizzo di droni con infrarossi per monitorare la salute delle piante e del suolo, alle stazioni meteorologiche, dagli strumenti per rilevare la maturazione fenolica delle bacche, ai robot per la vendemmia con sensori e sistemi bluetooth integrati. In cantina troviamo presse di ultima generazione e sistemi di controllo. E ancora: gestioni della temperatura automatizzate e informatizzate grazie a microprocessori, dispositivi per macerazioni che migliorano la qualità e la quantità delle sostanze estratte, biotecnologie applicate per la performance dei lieviti e il controllo dei patogeni. Le principali soluzioni tecnologiche disponibili possono incrementare la sostenibilità della filiera, a vantaggio di costi più contenuti sul lungo periodo e di un aumento della qualità di vino e territorio. Le aziende che hanno optato per una transizione più innovativa ed ecologica e comunicato in modo efficace ai consumatori hanno registrato una crescita economica maggiore".
- 10:21 - Turismo, Caner (assessore Veneto): "Servono manager preparati e nuove figure professionali"
Venezia, 3 ott. - (Labitalia) - “Il Veneto è una Regione complessa che fa del turismo il suo punto di forza, non a caso abbiamo oltre 70 milioni di presenze turistiche e ogni anno facciamo il record. Il tema non è legato tanto al numero delle presenze turistiche, ma alla qualità dei servizi che vogliamo implementare. Per far questo ci siamo dotati di un piano strategico legato al turismo. Oggi grazie a Manageritalia abbiamo affrontato il tema del lavoro e del reperire forza lavoro a tutti i livelli compreso l’aspetto manageriale che diventa fondamentale in un momento di passaggio generazionale in cui le nostre aziende si devono rafforzare. Manager nuovi, più preparati, ma soprattutto nuove figure professionali come il manager della sostenibilità. Quando si parla di turismo non si può prescindere da questa parola”. Queste le parole di Federico Caner, assessore al Turismo della Regione Veneto, a margine dell'evento 'Turismo e imprese nuovi modelli di business, innovazione e pratiche nello sviluppo e gestione del capitale umano, nell'organizzazione del lavoro, nell'adozione di nuove tecnologie', organizzato a Venezia da Manageritalia Veneto e Ciset.
“Il turismo offre molte possibilità ai giovani, ma ci vogliono tanti sacrifici per questo ai giovani bisogno dare prospettive. Non basta pagarli di più, ma vanno anche create condizioni legate al welfare aziendale che permettano ai giovani di avere un nuovo rapporto tra vita lavorativa e vita privata. Il tema del tempo libero è diventato fondamentali, soprattutto dopo il Covid”, conclude Caner.
- 10:16 - Turismo, Venturini (assessore Venezia): "Nel settore servono lavoratori e manager di qualità"
Venezia, 3 ott. - (Labitalia) - “La grande sfida è la professionalità dei lavoratori e dei manager coinvolti nella filiera turistica. Parliamo di qualità nel turismo ed è quindi importante avere lavoratori e dirigenti di qualità. Per farlo non basta parlare di stipendio, ma bisogna ragionare anche di ulteriori voci di welfare come ad esempio il tema dell’abitare. Sempre di più i lavoratori della filiera dei servizi e del turismo fanno fatica a vivere nelle grandi città italiane a causa dei grandi costi di vita. Molte aziende iniziano a parlare di casa come una voce di welfare aziendale nel contratto”. Così Simone Venturini, assessore al Turismo e Sviluppo economico Comune di Venezia, a margine dell'evento 'Turismo e imprese nuovi modelli di business, innovazione e pratiche nello sviluppo e gestione del capitale umano, nell'organizzazione del lavoro, nell'adozione di nuove tecnologie', organizzato a Venezia da Manageritalia Veneto e Ciset.
“Altra sfida importante - prosegue Venturini - riguarda l’innovazione, iniziare a capire le dinamiche nuove e i nuovi orizzonti provando ad anticiparle per stare al passo. Sono sfide che richiedono la presenza importante del manager. Una figura centrale in tutte le aziende. Il manager porta qualità, porta un punto di vista più distaccato ed esterno rispetto alle dinamiche familiari dell’azienda e riesce ad offrire la sua esperienza in dote all’impresa”.
Infine, un focus sul capoluogo Veneto: “A Venezia ci sono molti manager capaci, il turismo è cresciuto soprattutto in termini di qualità. Le grandi strutture hanno lavorato meglio rispetto al passato, i grandi eventi portati in città ci hanno portato in una galassia di comunicazione legata a lusso, eleganza, moda, arte contemporanea e artigianato. C’è ancora molto da fare sul fronte della gestione di alcuni picchi che ci sono durante l’anno, per questo l’amministrazione comunale sta sperimentando soluzioni innovative come ad esempio il contributo d’accesso", conclude.
- 09:57 - A Milano housing sociale interessa il 25% delle famiglie
Milano, 3 ott. (Adnkronos) - A Milano l'offerta di alloggi a prezzi accessibili non è adeguata alla domanda. Lo evidenziano i risultati di una serie di ricerche realizzate da una rete di esperti di rilievo, tra cui Cresme, Politecnico di Milano, Nomisma, Bocconi, EvaLab e Avanzi, condotte per indagare sulle problematiche, sullo stato dell’arte e sulle prospettive di sviluppo dell’housing sociale in Italia. I dati sono stati presentati da Fondazione Housing Sociale in occasione del suo ventesimo anniversario, che si è celebrato alla presenza delle istituzioni.
Attraverso il contributo del dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano è stato possibile ricostruire un quadro aggiornato dell’offerta abitativa attraverso una serie di rappresentazioni cartografiche accompagnate da schemi e da testi di commento. L’obiettivo è stato quello di comprendere il ruolo dell’offerta di housing sociale nella città, attraverso l’analisi delle iniziative realizzate nel periodo 2015-2023 su interventi in housing sociale di nuova edificazione realizzati da diversi operatori (ad esempio fondi e cooperative); interventi di residenzialità universitaria convenzionata; offerta di residenzialità Ers temporanea rivolta a figure fragili o in emergenza abitativa; interventi di housing sociale promossi da enti di terzo settore sostenuti da Fondazione Cariplo. I dati riportati sulle mappe geolocalizzate riportano collocazione, consistenza, accessibilità economica, selettività e tipologia dei promotori degli interventi. Queste differenti lenti analitiche hanno costituito la base per la costruzione di rappresentazioni tematiche.
A Milano ci sono attualmente 16.681 alloggi in locazione a canoni calmierati, per lo più realizzati da fondi e cooperative edilizie. Negli ultimi 10 anni ne sono stati realizzati 4000 in vendita convenzionata e 3551 in locazione, di cui il 10% destinato al canone sociale e a soggetti fragili seguiti dagli enti del terzo settore. Questo dato dimostra che le forze in campo ci sono, ma le risorse non sono ancora sufficienti a rispondere al fabbisogno, poiché -come evidenzia la ricerca condotta da Nomisma- va considerato che le famiglie con entrate comprese tra 1.600 euro e i 2.700 euro mensili sono circa il 25% del totale.
La ricerca fa un affondo anche sugli alloggi pubblici e privati locati ad enti del terzo settore: il dato, circa 1500 alloggi, non è 'pulito', come si dice in gergo, poiché spesso si tratta di blocchi costituiti da poche unità difficili da intercettare; il numero che ne deriva, calcolato per difetto, riesce comunque a identificare gli elementi per una possibile policy. Allargando il punto di osservazione, la distribuzione geografica delle iniziative che emerge dal primo rapporto sulla performance sociale del social housing in Italia, prodotto da Avanzi, evidenzia una maggiore presenza di interventi nelle regioni del Nord e del Centro Italia: in particolare, la metà dei progetti si trovano in Lombardia e Toscana (29,8% e 20,2% rispettivamente), mentre i rimanenti progetti sono distribuiti prevalentemente in Emilia-Romagna (18,1%), Piemonte (12,8%) e Veneto (9,6%), con diverse iniziative anche in Liguria, Lazio e Marche. Più del 70% dei progetti si trova nei capoluoghi.
Dalle ricerche presentate emerge la necessità di mettere in campo un mix coordinato di interventi di sistema sul fronte casa che punti a regolamentare il mercato residenziale privato, affitti brevi inclusi, ma non solo,rdo alle fasce di popolazione più vulnerabili: "Proprio per la complessità del tema, però, occorre evitare semplificazioni nelle soluzioni -spiega Raffaella Saporito, associate professor of Practice of Government, Health and Not for Profit presso Sda Bocconi School of Management-. L’idea di un piano di investimenti con un mix di capitali pubblici e privati che favorisca l’aumento dello stock abitativo è certamente da accogliere con entusiasmo. E l’housing sociale, così come viene inteso in Italia, ossia una residenza in locazione a canoni calmierati e in vendita a canoni convenzionati per lo più realizzata da privati, ma non solo, è una parte di questo mix".
Tra le criticità emerse nel fornire una risposta adeguata alle esigenze di sviluppo dell’housing vi è il tema dell’accesso al capitale. L’housing sociale richiede, per le sue caratteristiche, capitali di lungo termine, disposti quindi a essere ripagati in un orizzonte temporale non inferiore ai 30 anni e con una motivazione a generare un positivo impatto, ma soprattutto tassi inferiori a quelli di mercato.
L’indagine realizzata da Università Bocconi propone, sulla scorta dell’esperienza francese e di quella olandese, pur molto diverse tra loro, ma unite da strumenti economico finanziari della stessa natura, la strutturazione di un fondo nazionale di garanzia per gli interventi di social housing pensato per la situazione italiana. I casi analizzati mostrano come vi sia un concorso tra istituzioni pubbliche e soggetti privati nello sviluppare le operazioni e come le banche di sviluppo, nei casi francese e olandese, abbiano giocato un ruolo fondamentale nel supportare i progetti. Ad integrazione dell’analisi, con il contributo di Cresme, è stata realizzata una mappatura del fabbisogno di housing e della tipologia di risposta abitativa realizzabile sui diversi territori; la ricerca incrocia i prezzi medi di mercato con la domanda, analizzando i dati in termini quantitativi.
In relazione all’offerta che già esiste sul mercato si può, infatti, ipotizzare dove l’housing sociale abbia ragione di esistere e dove invece, dati i valori di mercato già molto bassi, sia necessario per dare risposta alla domanda abitativa avvicinarsi a canoni paragonabili all’Erp e quindi ad una soluzione non percorribile per un privato se non a fronte di una porzione di fondo perduto. Si tratta di una mappatura sintetica, per province e comuni capoluogo, che incrocia i prezzi medi di mercato con la domanda in termini quantitativi.
Nata nel 2004 su impulso di Fondazione Cariplo, Fondazione Housing Sociale punta a rispondere in modo mirato alla crescente emergenza abitativa, attraverso la promozione di iniziative che favoriscono la realizzazione di alloggi a canoni calmierati. Dal 2004 le due fondazioni promuovono lo sviluppo dell’housing sociale in Italia, con l’obiettivo di affrontare concretamente l’emergenza casa. Ad oggi, hanno messo in campo un ventaglio di azioni integrate per rispondere alle esigenze abitative di diversi target coinvolti, in chiave di accessibilità economica e inclusione. Il social housing è indirizzato a giovani coppie, anziani, immigrati, studenti e in generale a coloro che vivono una particolare condizione di fragilità socioeconomica, ai quali offre, a seconda dei casi e delle convenzioni, diversi servizi o residenziali erogati con un approccio 'tailor made'.
- 09:13 - **Milano: 51enne trovato morto in un hotel**
Milano, 4 ott. (Adnkronos) - Un uomo di 51 anni è stato trovato morto questa mattina in un hotel in via Ludovico di Breme, a Milano. La dinamica del fatto non è ancora chiara e l'evento è attualmente al vaglio delle forze dell'ordine.
Sul posto, poco prima delle 8, sono intervenuti i sanitari del 118 Areu, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell'uomo.
- 09:12 - Tumori: una firma molecolare per prevederne l'evoluzione, studio italiano
Milano, 3 ott. (Adnkronos Salute) - Un gruppo di ricercatori dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit) a Milano ha identificato una firma molecolare che contrassegna le cellule tumorali più aggressive. Grazie a un sistema di codici a barre genetici e a un nuovo metodo di sequenziamento su singola cellula, il team ha dimostrato che è possibile individuare le cellule che danno inizio al cancro e alle metastasi, in particolare nella mammella. Con le stesse tecniche, gli scienziati hanno anche scoperto quali tra queste cellule sono in grado di resistere alle chemioterapie prima ancora che questa 'invulnerabilità' si manifesti. Lo studio, sostenuto da Fondazione Airc, è pubblicato su 'Nature Communications'.
In genere - spiegano dall'Iit - i codici a barre vengono utilizzati per identificare i prodotti in commercio e per tenerne traccia durante scambi e movimentazioni. L'équipe del Centro di scienze genomiche dell'Iit nel capoluogo lombardo, coordinato da Francesco Nicassio, li hanno impiegati invece per etichettare le cellule tumorali e seguirle nella loro evoluzione. Lo studio era focalizzato sul tumore al seno triplo negativo, una forma che rappresenta circa il 20% dei tumori della mammella. Poiché è ancora poco curabile, è anche un'importante sfida terapeutica e di ricerca. Le etichette sono state assegnate a singole cellule in coltura di tumore del seno triplo negativo, così che fosse possibile seguirne il percorso evolutivo durante lo sviluppo e la crescita del tumore. L'approccio ha permesso di comporre un identikit specifico e riconoscibile delle cellule presenti nel cancro che si è formato.
"Identificare tali cellule non è semplice, ma grazie a una stretta collaborazione multidisciplinare e all'uso di tecnologie multi-omiche all'avanguardia, in particolare il sequenziamento a singola cellula, siamo riusciti a ottenere questo risultato - afferma Nicassio che ha diretto il lavoro di ricerca - In base alle caratteristiche molecolari individuate è stato possibile selezionare tra le cellule tumorali quelle che possono formare le metastasi e quelle in grado di sviluppare resistenze ai farmaci". Il passo successivo è stato studiare gli aspetti genetici delle cellule tracciate.
Gli scienziati hanno messo a punto un metodo multi-omico, un modo innovativo per studiare contemporaneamente le caratteristiche genetiche, epigenetiche e trascrizionali delle cellule. E i risultati hanno mostrato che proprio le caratteristiche epigenetiche - ovvero le modificazioni che, pur non cambiando la sequenza di Dna e Rna, sono in grado di influire sull'espressione dei geni - sono alla base sia dello sviluppo iniziale del tumore sia della formazione di metastasi. "Quello che abbiamo ottenuto è l'identificazione di un 'epigenoma pro-metastatico', una sorta di firma molecolare già presente nel tumore primario che identifica le cellule più aggressive", chiarisce Matteo Marzi del Centro di scienze genomiche di Iit a Milano, fra gli autori del lavoro. Sulla base di queste firme molecolari, i ricercatori hanno quindi potuto catalogare le cellule come più o meno aggressive, e distinguerle da un'altra popolazione che determina invece la resistenza ai farmaci a causa di mutazioni genetiche.
"Il nostro è stato principalmente un lavoro di caratterizzazione fine dei profili molecolari delle singole cellule, applicando tecnologie innovative per osservare e capire ciò che prima potevamo soltanto ipotizzare - commenta la coautrice Francesca Nadalin, ricercatrice sia dell'Iit a Milano sia allo European Bioinformatics Institute di Cambridge, nel Regno Unito - I risultati suggeriscono che certe regioni specifiche del genoma possano essere implicate nello sviluppo di specifiche proprietà del cancro, come la proliferazione tumorale o la resistenza alla chemioterapia".
Il team punta ora ad approfondire ulteriormente i suoi studi, per potere un giorno introdurre i risultati ottenuti nella pratica clinica. Potrebbero essere infatti la base per nuovi metodi di diagnosi precoce e trattamenti terapeutici innovativi, riporta una nota. I prossimi passi prevedono la validazione dei risultati ottenuti su una maggiore varietà di cellule in coltura, e una migliore comprensione del legame tra l'identikit molecolare e le cause alla base delle metastasi e della resistenza alla terapia farmacologica.