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La Corte Suprema blocca Trump: no al dispiegamento dei soldati della Guardia Nazionale a Chicago

I giudici hanno sottolineato che l'invio di militari è consentito solo in "circostanze eccezionali". Una battuta d'arresto per il presidente Usa
La Corte Suprema blocca Trump: no al dispiegamento dei soldati della Guardia Nazionale a Chicago
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L’invio di militari della Guardia Nazionale è possibile solo in circostanzeeccezionali” e, allo stato attuale, il governo non ha indicato una base giuridica che consenta all’esercito di far rispettare le leggi nello Stato dell’Illinois. Con questa motivazione i giudici della Corte Suprema americana hanno inflitto una dura battuta d’arresto al presidente Donald Trump, stabilendo che – almeno per il momento – non potrà procedere con il dispiegamento della Guardia Nazionale nell’area di Chicago.

La decisione ha visto i sei giudici conservatori della Corte Suprema divisi, con tre a favore e tre contrari al dispiegamento delle truppe. I tre giudici liberali si sono, invece, schierati con i contrari. Il provvedimento, sebbene preliminare e provvisorio, rischia di avere un effetto a cascata, mettendo in discussione la strategia di Trump di impiegare truppe federali in diverse altre città, tra cui Los Angeles, Portland, Washington, San Francisco e Baltimora, nonostante l’opposizione delle autorità locali e statali. E probabilmente rafforzerà nei tribunali le argomentazioni di chi è contrario. Il caso di Chicago rappresenta il primo intervento della Corte Suprema sui tentativi dell’amministrazione Trump di schierare la Guardia Nazionale nelle aree urbane. In precedenza, giudici federali avevano già bloccato iniziative analoghe a Chicago e Portland, mentre altri contenziosi restano aperti.

La mossa controversa di Trump di schierare la Guardia Nazionale a Chicago si basava sulla valutazione della sua amministrazione secondo cui la città e l’area intorno stavano precipitando nel caos e nell’illegalità. Ma le autorità locali, come il governatore democratico dell’Illinois J.B Pritzker, hanno accusato il presidente americano di avere un secondo fine: punire i suoi oppositori politici. Nei documenti presentati in tribunale, lo Stato e Chicago hanno sostenuto che l’invocazione della legge federale da parte di Trump non fosse giustificata e che le sue azioni violassero anche il X Emendamento della Costituzione, che pone limiti al potere federale. Punto di vista condiviso dalla Corte Suprema e oggi il piano del presidente Usa ottiene una prima e rilevante bocciatura.

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