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Per il referendum sulla separazione della carriere si voterà in due giorni: il decreto

La fissazione della data potrebbe arrivare, invece, nell’ultimo Cdm dell’anno, lunedì 29 dicembre. Ma l'iniziativa di 15 cittadini potrebbe scombussolare i piani del governo
Per il referendum sulla separazione della carriere si voterà in due giorni: il decreto
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La data, al momento, non è stata ancora decisa. Di certo c’è però che il referendum costituzionale sulla separazione delle carriere si terrà in due giorni, domenica e lunedì. Per questo il governo ha predisposto un decreto legge apposito con “disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2026”. L’approvazione è prevista nel Consiglio dei ministri convocato per le 15.30 di oggi. Un provvedimento, che riguarderà tutte le tornate elettorali del prossimo anno, che si è reso necessario in quanto la legge attualmente in vigore stabilisce che le operazioni di voto per i referendum avvengano nella sola giornata di domenica.

La fissazione della data potrebbe arrivare, invece, nell’ultimo Cdm dell’anno, lunedì 29 dicembre. La parola poi passerà al Quirinale che dovrà indire formalmente il referendum: a meno di novità, i cittadini saranno chiamati a esprimersi sulla riforma della giustizia nella seconda metà di marzo. La maggioranza avrebbe voluto, in realtà, anticipare la data. Ma i piani del governo potrebbero essere un po’ scombussolati. Il 19 dicembre scorso, infatti, 15 cittadini hanno depositato alla cancelleria della Corte di Cassazione un nuovo quesito relativo alla riforma annunciando la volontà di raccogliere le 500 mila firme necessarie. Sull’apposita piattaforma nazionale del ministero della Giustizia, “Referendum e iniziative popolari”, è già attiva la raccolta delle firme on line.

I firmatari – ex magistrati, avvocati, un medico e alcuni docenti – lanciano un appello ai comitati del No per chiedere sostegno nella raccolta delle sottoscrizioni. Il quesito posto all’attenzione dei Supremi giudici si differenzia da quello che ha già ottenuto il via libera il 18 novembre scorso in quanto vengono elencate tutte le modifiche al dettato costituzionale. “Siamo consapevoli che il referendum è stato già dichiarato ammissibile – affermano i promotori – ma, poiché la Costituzione lo consente, abbiamo ritenuto di promuovere un’ulteriore richiesta di iniziativa popolare, per sollecitare la partecipazione consapevole del più ampio numero di cittadini e per sviluppare con i tempi necessari la campagna referendaria, formulando un quesito parzialmente diverso da quello suggerito da altri richiedenti”.

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