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Revisione di polizia e servizi segreti dopo l’attentato antisemita a Bondi Beach, l’annuncio del premier australiano

A una settimana dalla sparatoria che ha causato 15 morti, il Paese osserva un minuto di silenzio e un Giorno nazionale di riflessione. Albanese annuncia controlli sui sistemi di sicurezza e ribadisce l’impegno contro l’antisemitismo
Revisione di polizia e servizi segreti dopo l’attentato antisemita a Bondi Beach, l’annuncio del premier australiano
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Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato di aver ordinato una revisione della polizia e dei servizi segreti. Il governo valuterà se le forze di sicurezza dispongano dei poteri e delle strutture adeguati “per garantire la sicurezza degli australiani dopo il terribile attacco terroristico antisemita a Bondi Beach”.

In un messaggio pubblicato su X, Albanese ha ricordato che, a una settimana dall’attacco, il Paese avrebbe osservato un minuto di silenzio e acceso una candela in memoria delle vittime. Il premier ha sottolineato il profondo dolore della comunità ebraica e lo shock ancora diffuso in tutto il Paese, invitando gli australiani a unirsi nel ricordo delle vittime e nel sostegno alle famiglie in lutto, ribadendo l’impegno a combattere l’antisemitismo in ogni sua forma.

Sono state 15 le vittime del massacro compiuto da due uomini contro i partecipanti a una celebrazione ebraica a Bondi Beach, l’iconica spiaggia di Sydney. Il Paese si è fermato esattamente una settimana dopo le prime notizie della sparatoria, avvenuta alle 18:47 ora locale di domenica 14 dicembre.

Le autorità federali e dello Stato del New South Wales hanno dichiarato la giornata di domenica Giorno nazionale di riflessione. In serata, alle 18:47, sono state accese candele in tutto il Paese per commemorare il momento in cui una settimana prima erano stati esplosi i primi colpi. Al Bondi Pavilion, sul lungomare, leader indigeni hanno tenuto una cerimonia tradizionale del fumo, mentre un memoriale spontaneo, cresciuto nel corso dei giorni con fiori e messaggi, sarà rimosso lunedì.

Secondo quanto riferito dalle autorità sanitarie, 13 dei feriti sono ancora ricoverati negli ospedali di Sydney. Tra loro figura Naveed Akram, 24 anni, indicato come uno degli attentatori, ferito dalla polizia e accusato di 15 capi d’imputazione per omicidio e 40 per lesioni con intento di uccidere. Il padre, Sajid Akram, 50 anni, è stato ucciso dalla polizia sul posto.

Edifici governativi espongono bandiere a mezz’asta e sono illuminati di giallo in segno di solidarietà con la comunità ebraica. Le emittenti televisive e radiofoniche sono state invitate a osservare un minuto di silenzio. Rabbini e rappresentanti della comunità ebraica hanno invitato l’intera popolazione a partecipare alle commemorazioni e all’accensione dell’ultima candela di Hanukkah, mentre esponenti del Consiglio esecutivo dell’ebraismo australiano hanno espresso il senso di shock, dolore e frustrazione delle famiglie delle vittime, chiedendo risposte e cambiamenti di fronte alla crescita dell’antisemitismo nel Paese.

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