Il 20enne lombardo fermato dopo un controllo antidoping. È la stessa sostanza che causò la positività e poi la sospensione di Jannik Sinner

Dopo Jannik Sinner, ecco l’ennesimo caso di positività al Clostebol nello sport italiano. Si tratta di Christian Bacico, risultato positivo in occasione di un controllo antidoping disposto da Nado Italia. Motivo per cui il Tribunale Nazionale Antidoping ha disposto la sospensione cautelare del nuotatore, che resterà in vigore in attesa degli sviluppi del procedimento e delle decisioni che verranno prese dagli organi competenti.
Il 20enne lombardo si era fatto notare agli ultimi Mondiali di nuoto a Singapore, contribuendo al sesto posto della 4×100 mista mixed, arrivando decimo sui 100 dorso (52.72 in batteria e in semifinale) e aveva stabilito il primato nazionale juniores sui 200 dorso (1:56.02, secondo italiano della storia sulla distanza). Bacico rischia adesso una squalifica: nei prossimi mesi si capirà quale sarà il provvedimento preso dagli organi competenti. Il clostebol è appunto la stessa sostanza a cui risultò positivo Jannik Sinner nel marzo 2024 e che portò a una sospensione di tre mesi per il tennista altoatesino dopo un patteggiamento con la Wada.
Ma se nel caso di Bacico è ancora tutto da accertare, nel caso di Jannik Sinner la positività era avvenuta da contaminazione involontaria dopo un massaggio dell’ex fisioterapista Giacomo Naldi. La sostanza, considerata dopante e quindi illecita nelle competizioni, proveniva dal Trofodermin, farmaco che Naldi aveva ricevuto da Umberto Ferrara, preparatore atleticato prima licenziato con Naldi e poi reintegrato da Sinner nel a luglio scorso. Negli ultimi anni quasi tutti i casi di positività al Clostebol a livello mondiale hanno colpito atleti italiani o che giocavano in Italia.
Il Clostebol è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, segnalato come sostanza dopante. La sua funzione, infatti, sarebbe quella di aumentare la massa muscolare e migliorare le prestazioni fisiche. Utilizzato in maniera massiccia dagli atleti della Germania dell’Est, l’effetto dopante del Clostebol è conosciuto da decenni. Oggi l’Italia è l’unico paese in Europa (se non al mondo) in cui capita ancora spesso di trovare atleti positivi a questa sostanza, quasi sempre involontariamente. Il motivo è semplice: lo steroide anabolizzante, utilizzato principalmente per velocizzare la cicatrizzazione di lesioni cutanee, è contenuto solo in una pomata e uno spray venduti proprio nelle farmacie italiane con il nome di Trofodermin. La crema dermatologica – che riporta visibilmente la scritta “doping” – può essere acquistata da chiunque senza ricetta medica. Un via libera che espone gli atleti ad alti rischi di contaminazione, dato il principio attivo dopante altamente trasmissibile.