Trump: “Blocco totale di tutte le petroliere sanzionate in Venezuela. Siete circondati dalla più grande flotta navale mai assemblata”
Donald Trump ha annunciato su Truth di aver ordinato “un blocco totale e completo di tutte le petroliere soggette a sanzioni che entrano ed escono dal Venezuela“, avvisando che il paese sudamericano “è completamente circondato dalla più grande flotta navale mai assemblata nella storia del Sud America“. Il presidente degli Usa ha poi ribadito: “Questa flotta non farà che ingrandirsi e lo shock per loro sarà senza precedenti, finché non restituiranno agli Stati Uniti d’America tutto il petrolio, i territori e gli altri beni che ci hanno precedentemente rubato”.
Immediata la risposta del governo venezuelano, secondo cui l’annuncio del presidente degli Stati Uniti è una “grottesca minaccia“. Lo riporta l’agenzia Efe. Secondo le autorità di Caracas “Trump intende imporre in modo assolutamente irrazionale un presunto blocco militare navale con l’obiettivo di rubare le ricchezze venezuelane”.
Il Venezuela possiede le maggiori riserve petrolifere accertate al mondo e produce circa un milione di barili al giorno: esclusa dai mercati petroliferi globali dalle sanzioni statunitensi, la compagnia statale (la Pdvsa) vende la maggior parte della sua produzione a prezzi fortemente scontati alle raffinerie cinesi.
Intanto le trasmissioni radio esaminate dalla Cnn hanno rivelato che sabato i piloti di un jet privato hanno evitato per un soffio una collisione con un aereo cisterna dell’aeronautica militare Usa vicino al Venezuela: il giorno prima era avvenuto un incidente simile nelle vicinanze. A riportarlo è la stessa emittente statunitense, spiegando che – secondo l’audio registrato da LiveATC.net – i piloti del jet privato Falcon 900EX in volo da Aruba a Miami hanno segnalato la quasi collisione ai controllori del traffico aereo di Curaçao poco dopo l’incidente sabato pomeriggio. “Erano davvero vicini“, ha detto uno dei piloti ai controllori riferendo della collisione sfiorata a circa 26.000 piedi.
“Ci stavamo avvicinando proprio a lui”, ha detto il pilota non identificato, “era grande, forse un 777“. Si tratta della seconda quasi collisione segnalata vicino al Venezuela in due giorni. Venerdì i piloti del volo JetBlue 1112 da Curaçao all’aeroporto internazionale John F. Kennedy di New York hanno comunicato via radio ai controllori che erano stati costretti a interrompere bruscamente il loro decollo dopo che un aereo cisterna dell’aeronautica militare Usa aveva attraversato direttamente la loro traiettoria di volo con il transponder di segnalazione della posizione spento.
A esaminare questo primo caso della JetBlue sono il Pentagono e i funzionari dell’aviazione olandese: Curaçao si trova infatti a circa 40 miglia a nord della costa del Venezuela e fa parte del regno dei Paesi Bassi. In una dichiarazione alla Cnn, il comando sud degli Stati Uniti ha affermato di essere “a conoscenza delle recenti segnalazioni relative alle operazioni degli aerei militari statunitensi nei Caraibi e di stare attualmente esaminando la questione“, così come il National Transportation Safety Board.
La Federal Aviation Administration (Faa) ha emesso il mese scorso un avviso in cui avvertiva le compagnie aeree statunitensi di un intensificarsi dell’attività militare a tutte le altitudini vicino al Venezuela e martedì ha ripetuto l’avviso. Motivo per cui diverse compagnie aeree internazionali hanno cancellato i voli dal Venezuela. Martedì Copa Airlines ha dichiarato che avrebbe prolungato la sospensione dei voli da e per Caracas fino al 15 gennaio, “a causa delle condizioni operative dell’aeroporto internazionale di Maiquetía”.