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Ultimo aggiornamento: 19:23

“Vittime devastate come se fossero state stuprate”, presa la banda delle truffe agli anziani: 21 arresti tra Genova e Napoli

Il procuratore capo Nicola Gratteri: "Delinquenti per reati odiosi contro la parte debole della società". Ricostruite almeno trentatré truffe ai danni di anziani con il recupero di circa 150mila euro dei 300mila di giro d’affari. 120mila erano nascosti in uno scaldabagno
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Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri non le manda a dire agli indagati per le truffe agli anziani arrestati stamane dai carabinieri di Genova e di Napoli: “Hanno abusato della loro fragilità, di gente malata, in difficoltà, sola in casa e con i figli lontani, utilizzando le solite telefonate, fingendosi carabinieri e chiedendo soldi per la cauzione. Non è essere bravi truffatori, ma spregiudicati, delinquenti, anche se devo dire per legge che sono dei presunti innocenti. Sono persone che abusano degli anziani. Sono reati estremamente odiosi che riguardano la parte fragile della società. La gente deve sapere che i carabinieri non chiamano mai a casa, se c’è necessità vengono di persona con il tatto di sempre”.

Sono 21 le misure cautelari in tutta Italia al culmine di una indagine su una centrale della truffa con base operativa a Napoli, come ha evidenziato il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, alla guida della settima sezione. “Le anziane vittime di questi reati risultano devastate come fossero vittime di stupro” ha detto Filippelli. Sono state ricostruite almeno trentatré truffe ai danni di anziani con il recupero di circa 150mila euro dei 300mila calcolati come giro d’affari. Nel corso delle operazioni sono stati recuperati oltre 120mila euro in contanti nascosti in uno scaldabagno.

Dai dati snocciolati in conferenza stampa, si è appreso che le accuse riguardano complessivamente 33 truffe pluriaggravate, di cui 27 consumate e 6 tentate, commesse tra maggio 2024 e gennaio 2025 in diverse regioni italiane. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a truffe in danno di anziani, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Quindici persone sono state portate in carcere, due agli arresti domiciliari e quattro sottoposte all’obbligo di dimora con presentazione alla polizia giudiziaria.

Le truffe erano organizzate con ruoli definiti: “telefonisti” contattavano le vittime, ‘‘trasfertisti” prelevavano denaro e gioielli e “corrieri” trasportavano i proventi. Le vittime, tutte anziane, venivano convinte che un familiare avesse provocato un incidente e che fosse necessario pagare una cauzione per evitare l’arresto. Trucchi vecchi e noti agli addetti ai lavori, peraltro oggetto di campagne mediatiche di sensibilizzazione. Ma molti non ne sono a conoscenza, oppure non sono sufficientemente lucidi al momento del contatto. L’organizzazione utilizzava appartamenti e un b&b a Napoli come “call center” e comunicava tramite social e app di messaggistica.

Due indagati operavano anche in Sicilia, inviando i proventi delle truffe a Napoli. Il gruppo si avvaleva di due orafi napoletani per smontare, valutare e riciclare i gioielli. Parte del denaro è stato reinvestito in un immobile e in un’agenzia di scommesse a Napoli. Sono stati sequestrati un laboratorio orafo abusivo, un’abitazione a Poggioreale, un’agenzia di scommesse, tre autovetture, un motociclo e contanti per oltre 160.000 euro.

La maxi inchiesta sulle truffe agli anziani “è partita a maggio 2024 da Genova, dopo la denuncia di una vittima. Da qui sono partiti gli approfondimenti tecnici, grazie al telefono utilizzato e siamo arrivati a Napoli”. Lo ha spiegato il colonnello Marco Alesi del comando provinciale dei carabinieri di Genova, reparto che ha condotto le indagini sulle truffe agli anziani insieme al comando provinciale di Napoli. “Abbiamo individuato in ruoli ben definiti nell’organizzazione – ha spiegato Alesi – con i trasfertisti che partivano da Napoli, il nucleo dei telefonisti che restava alla base. Dopo il contatto con la vittima, iniziavano i raggiri facendo leva sugli affetti familiari, fino ad indurre la persona a cadere nella trappola e a consegnare 8-9mila euro, tra soldi e oggetti in oro. Il trasfertista si faceva consegnare tutto e si dava alla fuga. C’erano anche degli incaricati per portare soldi e oggetti preziosi da mettere a disposizione dell’organizzazione”.

Il colonnello Antonio Bagarolo per il comando provinciale di Napoli ha spiegato che è stato “importantissimo testare la perfetta sintonia tra noi e Genova. La sintonia ha portato a scoprire questo odioso fenomeno. Il contrasto alle truffe è fondamentale e l’Arma ritiene tra i principali reati da perseguire. Ci auguriamo ci siano sempre più denunce e con questa operazione abbiamo dimostrato di essere capaci di perseguire più soggetti anche in altre regioni”.

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