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Ultimo aggiornamento: 10:24

Sciopero Cgil, Rizzetto attacca Landini. Fassina: “Polemica surreale, abbia rispetto dei lavoratori”. Su La7

"State da 3 anni al governo, non c''è uno straccio di politica industriale, Urso è imbarazzante". L'affondo di Fassina
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Botta e risposta a Omnibus (La7) tra Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Lavoro della Camera, e Stefano Fassina, economista ed ex viceministro dell’Economia, oggi leader dell’associazione politica Patria e Costituzione. Al centro del confronto lo sciopero generale proclamato dalla Cgil contro la manovra del governo Meloni, con il segretario Maurizio Landini nel mirino dell’esponente della maggioranza e difeso, invece, da Fassina, che ribalta il piano del dibattito.
Rizzetto apre l’affondo mettendo in discussione l’esito stesso della mobilitazione: “Mi sembra che lo sciopero non sia andato bene. Almeno quest’anno di oltre 1.000-1.200 scioperi proclamati ne sono stati celebrati oltre 600, quindi si sciopera molto. Abbiamo visto un Landini in splendida solitudine“.
Secondo il presidente della Commissione Lavoro, la responsabilità è tutta del leader Cgil: “Landini di fatto è il principale promotore della rottura del fronte sindacale“.
L’ex esponente del M5s sostiene che il primo errore di Landini sia quello di aver “demolito l’unità sindacale”, ricordando come la Uil di Pierpaolo Bombardieri, pur inizialmente critica verso il governo, abbia deciso di non scioperare dopo aver letto la legge di bilancio.
E aggiunge: “Landini, drammaticamente per lui, è stato sorpassato a sinistra da un altro sindacato che si chiama Usb”.
Infine, il giudizio sul metodo: “Oramai tutti questi scioperi proclamati il venerdì, come scrive Franco Bechis questa mattina in modo intelligente, sono diventati un rito stanco”.

Fassina replica con toni fermi, definendo l’impostazione del dibattito “abbastanza surreale”. L’ex viceministro contesta innanzitutto la narrazione dell’isolamento sindacale: “Oggi la Cisl è in piazza per lo stesso motivo per cui si è scioperato ieri, l’ha fatto la Uil con altre modalità. Attenzione, la protesta non è solo contro la legge di bilancio. Al centro ci sono le questioni salariali e la questione della guerra, che è molto molto rilevante per le condizioni del lavoro e delle piccole imprese”.
Sul tema dello sciopero del venerdì, Fassina sottolinea: “Trovo davvero surreale questa polemica sullo sciopero del venerdì: per un lavoratore scioperare lunedì, martedì o venerdì costa sempre una giornata di stipendio. Bisognerebbe avere più rispetto delle persone che vanno in piazza o che comunque scioperano. Le lavoratrici e i lavoratori vanno rispettati“.

L’economista poi accusa il governo di non affrontare la questione salariale: “È un fatto che c’è una questione salariale che il governo non solo non affronta ma utilizza come una leva di politica economica per continuare a competere sul costo del lavoro. Non è un caso che non vogliono fare il salario minimo. Il salario minimo non si fa perché questo governo, come tanti altri precedenti, continua a puntare sulla competizione di costo”.

Fassina punta il dito contro il ministro delle Imprese: “Non c’è uno straccio di politica industriale. Sono tre anni che stanno al governo. Urso è una figura imbarazzante, sa solo presiedere i tavoli di crisi. Non c’è una misura che riguarda la politica industriale”.

Poi il passaggio sui conti pubblici: “Quei 18 miliardi della legge di bilancio di maggiori spese o minori entrate per un terzo vengono coperti da tagli agli investimenti pubblici. In una fase in cui l’Italia è a zero virgola negli ultimi tre anni e i documenti di finanza pubblica del governo indicano zero virgola di crescita anche nei prossimi tre anni, la manovra si copre con 6 miliardi di tagli agli investimenti pubblici. Ci intratteniamo su quello che fa Landini, ma Landini è una conseguenza, non la causa”.
Le cause per Fassina hanno nomi precisi: stagnazione economica e impoverimento del lavoro. “I lavoratori hanno perso nove punti di salario reale negli ultimi tre anni e sono un sacco di soldi. Su uno stipendio di 1.200 euro sono 110-120 euro al mese. Queste sono le questioni. Se non affronti questi nodi, di che cosa parliamo?”.

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