Roberto Palumbo, l’Asl apre fascicolo e sospende il primario arrestato per corruzione
Contro il dottor Roberto Palumbo, agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, si è attivata l’Azienda sanitaria locale Roma 2, di cui era componente del comitato etico. Il 5 dicembre è scattata la sospensione obbligatoria dal servizio nei confronti del primario di Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio. La Azienda sanitaria ha aperto un fascicolo interno e attivato l’ufficio di disciplina: con una nota ha espresso “piena fiducia nel lavoro degli inquirenti”, garantendo “ogni supporto necessario per favorire il rapido accertamento del caso”. Si è fatto sentire anche l’Ordine dei medici: “Se i fatti risulteranno confermati, è l’intera categoria medica ad essere parte lesa”.
L’arresto di Palumbo
Palumbo è stato fermato giovedì in flagranza di reato, mentre riceveva dall’imprenditore Maurizio Terra una busta contenente 3mila euro in banconote da 50 e 100 euro. Ieri il gip ha disposto gli arresti domiciliari invece del carcere. Oggi il medico romano, insieme al suo avvocato, sta valutando la possibilità di un ricorso al Tribunale del riesame per riottenere la libertà. Terra avrebbe “sostanzialmente ammesso i fatti” mentre da Palumbo sarebbero giunte “importanti ammissioni“, secondo quanto riportato oggi da Il Giornale. La sua condotta appare più grave “perché la contestazione consente di cogliere una costanza di comportamenti e, dunque, una pervicacia, significative di una personalità incline alla commissione dei reati”, scrive il gip.
L’ammissione dei soldi in nero
Il primario è accusato di aver ottenuto soldi e benefici per dirottare i pazienti dimessi dal Sant’Eugenio – ma ancora bisognosi di cure – verso le cliniche amiche. Inoltre avrebbe sfruttato le liste di attesa pubbliche obbligando i dializzati, di fatto, a rivolgersi ai centri privati. Ieri durante l’udienza di convalida. Durante l’interrogatorio con il gip l’imprenditore avrebbe inizialmente negato tutto: “Mai preso soldi per mandare i pazienti nelle strutture private”. Poi però i toni sarebbero cambiati, con l’ammissione di aver comunque incassato soldi in nero: “Ciò che emerge al momento è che Palumbo non ha preso tremila euro in contanti per una mazzetta, ma in quanto erano utili derivanti dall’attività di imprenditore occultamente svolta rispetto alla società Dilaeur”, sostiene al Giornale l’avvocato Antonello Madeo. Il primario ora agli arresti infatti aveva ottenuto il 60 per cento delle quote della Dialeur. Dunque, secondo il suo legale, i soldi sarebbero i pagamenti in nero degli utili. Il passaggio delle quote tuttavia non sarebbe stato gradito a Maurizio Terra, anzi. Una decisione “sostanzialmente imposta” e senza benefici per l’amministratore unico della clinica, “non avendogli portato alcun vantaggio”.
I presunti benefici: dalla Mercedes alla casa
Ieri dagli atti delle indagini sono trapelati i dettagli dell’ipotesi di corruzione formulata dai pubblici ministeri. Palumbo avrebbe ottenuto in beneficio carte di credito, il pagamento dell’affitto di casa e del leasing di una Mercedes, contratti di lavoro per la sua compagna, e tanti soldi. Quanti? 3 mila euro per ogni paziente indirizzato verso le cliniche amiche del primario, dopo le dimissioni dal Sant’Eugenio di Roma. Tra le aziende private “premiate” da Palumbo c’era la Dialeur. L’amministratore unico è Maurizio Terra, agli arresti domiciliari: da lui proveniva la mazzetta colta in flagranza dalle forze dell’ordine. Nell’ordinanza di convalida, Palumbo avrebbe avanzato richieste “pressanti ed esorbitanti” agli imprenditori. Tanto da far sorgere il sospetto, agli inquirenti, che l’imprenditore sarebbe quasi sollevato dalle indagini della magistratura. “In qualche modo gli ha consentito di sottrarsi a procedure e condotte che, seppur necessarie per poter svolgere la propria attività, erano vissute come imposizioni”, si legge ancora nell’ordinanza. Alcune intercettazioni suggeriscono presunti scambi di denaro. “È urgente a questo punto, uno come deve fare e basta..”, dice il primario. E l’imprenditore replica: “L’unica è cambiare sistema e finisce la storia, sennò ogni mese è così”. In un’altra conversazione il medico dice a Terra: “…fai l’amministratore e te godi la vita”. E alla fine il primario è diventato amministratore, grazie alla quote della Dialeur.
Le minacce
Palumbo, riportano le carte dell’indagine, avrebbe anche minacciato gli imprenditori riottosi. In che modo? “Paventando di fare in modo che i pazienti dimessi dal Sant’Eugenio, ma ancora bisognosi di terapia emodialitica ambulatoriale, non si rivolgessero più per la predetta terapia” alle cliniche poco inclini alle richieste del primario. Sarebbe accaduto all’imprenditore Antonio Carmelo Alfarone della Rome Medical Group: quest’ultimo ha denunciato Palumbo per gli anni tra il 2019 e il 2021.