Mano bionica “intelligente”: l’Ai aiuta a muovere le dita in modo naturale
Un passo avanti straordinario nel campo della robotica e delle protesi: i ricercatori dell’Università dello Utah hanno realizzato una mano bionica in grado di “pensare” quasi da sola. La protesi è dotata di una propria “mente” artificiale, che le permette di capire autonomamente come posizionare le dita e quanta forza esercitare per afferrare oggetti e compiere azioni quotidiane.
Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ha coinvolto nove persone con arti intatti e quattro soggetti con amputazioni tra polso e gomito. I risultati mostrano che la nuova protesi rende i movimenti più naturali e intuitivi, poiché il controllo è condiviso tra l’Intelligenza Artificiale e l’utente, riducendo lo sforzo mentale richiesto per coordinare ogni singola mossa.
Chi non ha perso un arto non deve ragionare coscientemente su dove posizionare ogni dito per afferrare una tazza o stringere una mano correttamente. Chi utilizza una protesi, invece, si trova spesso ad affrontare proprio questa difficoltà.
Per affrontarla, i ricercatori guidati da Jacob George e Marshall Trout hanno integrato nella punta delle dita sensori di pressione e vicinanza su una mano protesica già in commercio. Una rete neurale artificiale è stata poi addestrata a determinare come dovrebbero muoversi le dita per compiere ciascuna azione.
L’algoritmo è in grado di prevedere la distanza dell’oggetto e di muovere le dita di conseguenza. Nonostante l’autonomia della mano, l’utente mantiene sempre il controllo: il sistema combina continuamente l’azione dell’AI con i comandi dell’utilizzatore, decodificati attraverso i segnali elettrici provenienti dalla pelle e dai muscoli.
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