Calcio

Scudetto lontano e zona Champions a -4: la Juve è al ridimensionamento anche con Spalletti?

I bianconeri faticano a trovare identità, tattica e mentale. Le assenze fanno il resto e gli esperimenti non portano a una soluzione. E il tecnico ammette: "Diventa difficile"

Se non di confusione, quantomeno di ridimensionamento in casa Juventus si può parlare. Si deve, anzi. Al netto di tutte le difficoltà che anche uno come Luciano Spalletti sta trovando nel suo percorso: una squadra che fatica a trovare la via del gol, che fatica a trovare anche la via del gioco. E che sta perdendo pezzi importanti, come Vlahovic e Gatti, assenze pesantissime rese ancora più marcate dopo la sconfitta per 2-1 contro il Napoli di domenica, che ha messo in mostra tutte le lacune a cui lo stesso allenatore deve trovare rimedio. “Bisogna farlo velocemente, o diventa difficile”, Spalletti dixit.

È già addio allo scudetto e a rischio la Champions?

In effetti, il ruolino di marcia non sembra di molto migliorato, anche se la flessione positiva c’è: rispetto alle 11 partite complessive stagionali con Tudor, in cui sono arrivate 3 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte, nelle 8 gare con il nuovo allenatore si è vinto 4 volte, pareggiato tre e perso una, proprio contro il Napoli. Ma si tratta della terza sconfitta in campionato della stagione, che porta la Juventus a -8 dallo scudetto e soprattutto a -4 dalla zona Champions dopo 15 partite giocate. Cosa vuol dire? Che lo scudetto, individuato dallo stesso Spalletti nel giorno del suo insediamento come obiettivo, sembra davvero difficile da raggiungere. Ed è qui che il ‘ridimensionamento’ prende forma. Ma sarebbe esiziale non entrare in Champions. Per questione di prestigio, certo, ma anche di conti.

Cantiere aperto

Il problema è che questa Juventus continua a faticare a trovare la sua identità, sia dal mero punto di vista tattico, sia da quello più squisitamente mentale. La prova di maturità contro il Napoli è fallita non solo (o non tanto) per il risultato, ma da come questo sia maturato: per un’ora la Juventus ha fatto molto poco, si è risvegliata con Yildiz (unica nota “quasi” positiva) ed è poi tornata in balìa degli avversari. “Abbiamo fatto troppe cose scolastiche – ha confermato Spalletti – senza mai forzare la situazione”. Il riferimento va soprattutto alla fase offensiva che anche contro il Napoli è sembrata molto deficitaria. Perché Zhegrova, entrato nel secondo tempo, resta in ritardo di condizione (“Dovremo aspettarlo ancora”, ha detto l’allenatore) e i due attaccanti, David e Openda, continuano a non convincere.

Pafos e Bologna: c’è l’esame di maturità

Per questo motivo è stato sperimentato un modulo con Yildiz falso nueve che non ha particolarmente brillato in quella posizione, al netto del gol. È sembrato l’ennesimo tentativo di trovare una quadratura del cerchio: un esperimento che, nel caso, è rimandato ad altra occasione. Forse non contro quel Pafos che, sulla carta, sembra un avversario abbordabile ma che in Grecia è al primo posto e viene da un 2-2 contro il Monaco in Champions. Sarà un altro esame di maturità per la Juventus, senza dubbio. “Questo lo abbiamo sbagliato”, ha detto Spalletti, che potrebbe proporre ancora delle novità in vista anche della partita delicatissima contro il Bologna di domenica prossima. Lì, forse, gli esperimenti saranno di meno. Anche se le certezze, per ora, non si trovano. Non del tutto.