Cronaca

Cortina, la “maledizione” di Socrepes: il Comune vuole fermare il locale dei vip a due mesi dalle Olimpiadi

Negata l'agibilità al nuovo Chalet Franz Kraler Club Moritzino: "Divieto di prosecuzione dell’attività di bar/ristorante". Ricorso dei proprietari, che inaugurano con due cene private

La maledizione di Socrepes sembra perseguitare cantieri e strutture in alta quota a Cortina. Dopo la frana causata da troppi lavori in corso, dopo il contestato cantiere di Simico per realizzare la cabinovia che servirà a trasportare gli spettatori delle gare di sci alpino, è arrivata un’autentica doccia fredda per l’inaugurazione del locale dei vip. […]

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La maledizione di Socrepes sembra perseguitare cantieri e strutture in alta quota a Cortina. Dopo la frana causata da troppi lavori in corso, dopo il contestato cantiere di Simico per realizzare la cabinovia che servirà a trasportare gli spettatori delle gare di sci alpino, è arrivata un’autentica doccia fredda per l’inaugurazione del locale dei vip. Nel bel mezzo del “ponte dell’Immacolata”, che avrebbe dovuto marcare l’avvio della stagione olimpica, con le piste innevate artificialmente e il primo afflusso di massa della stagione, il Comune ha fermato l’entrata in funzione dello Chalet Franz Kraler Club Moritzino a Ria de Saco. Si tratta di una struttura nuovissima, ricavata con una ardita ristrutturazione di un edificio preesistente con la realizzazione di due piani interrati e un terzo in superficie, che ha l’ambizione di diventare luogo di ritrovo per l’après-ski di chi ha un po’ di soldi da spendere o per chi vuole trovare in montagna un ambiente raffinato e gastronomia d’eccellenza. Non a caso è una copia dell’idea che ha portato a realizzare il Club Moritzino a La Villa, in Alta Badia.

Era tutto pronto per accogliere i primi turisti, quando dal municipio di Cortina sono state notificate due ordinanze, che finiranno anche alla Procura della Repubblica e alla Provincia di Belluno. Sono entrambe firmate dal geometra Roland Garramone, responsabile del servizio di Edilizia Privata. Il giorno prima dell’apertura, prevista per sabato 6 dicembre, è stato effettuato un sopralluogo da parte dei tecnici comunali. Dovevano verificare l’avvenuta fine dei lavori, dopo un lungo iter avviato con una “segnalazione certificata di avvio dell’attività” (Scia). Tutto in regola? Non sembra, visto che l’ordinanza n. 256 attesta che “la situazione rappresentata nella comunicazione e nella SCIA non corrisponde al reale stato dei luoghi”.

Un professionista che si è occupato dei lavori ha dichiarato l’esistenza delle “condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati”. Un’altra dichiarazione attestava “la conformità dell’impianto alla regola dell’arte”. Invece il Comune ha verificato che “i lavori relativi agli impianti elettrici e alle finiture dell’edificio sono tuttora in corso di esecuzione e che pertanto le sopra citate attestazioni e asseverazioni non risultano veritiere”. Accertata “la non conformità”, è stata negata “l’agibilità dei locali” dello chalet. Ne è seguita una seconda ordinanza (numero 257) che ha disposto “il divieto di prosecuzione dell’attività di bar/ristorante”. Il Comune ha anche specificato che “sarà possibile presentare nuova SCIA per l’attività di bar/ristorante all’esito dell’ottenimento dell’agibilità dei locali”.

I Kraler hanno presentato un ricorso d’urgenza ante causam al Tar del Veneto che ha accolto la sospensione temporanea delle due ordinanze in vista di un’udienza di merito, consentendo di effettuare due feste in forma privata. Daniela Kraler ha annunciato al Corriere delle Alpi che l’inaugurazione c’è stata, senza però apertura pubblica: “Ieri sera (sabato, ndr) è andato tutto benissimo. Abbiamo fatto questa cena privata ed abbiamo battezzato lo chalet. Ora speriamo che le persone siano felici per una struttura come questa”. Erano presenti 80 persone. La cena privata si è ripetuta nella serata di domenica.

Lo chalet è il frutto di una collaborazione tra due famiglie altoatesine. I Kraler di Dobbiaco sono leader nel settore del luxury e titolari di boutique, con altre attività a Cortina, mentre la famiglia Craffonara ha già creato il Moritzino in Val Badia e gestisce altre attività turistiche. La presentazione del rifugio dei vip è enfatica: “Un progetto ‘visionario’, che andrà oltre la semplice ristorazione. Un’esperienza ‘totale’, con attenzione all’architettura, al design, alla gastronomia ed alla natura circostante. Un dialogo armonioso. Lo chalet ridefinirà i confini dell’ospitalità esclusiva, con l’obiettivo di diventare un nuovo polo per eventi, con lo sguardo rivolto ai Giochi olimpici e paralimpici 2026”. Per il momento, a due mesi esatti dai Giochi Invernali resta chiusa e nel calendario per le prenotazioni, in coincidenza con domenica 7 e lunedì 8 dicembre sono comparse due caselle nere: “Data non prenotabile”.

Martedì 9 dicembre è, invece, indicato come giorno di chiusura. La struttura è composta di tre aree. All’esterno l’Alpenglow Pavillon che si affaccia sulle piste olimpiche della Tofana. All’interno si trovano l’Alpine Bar & Dining e il Club Lounge per “incontri riservati ed eventi esclusivi”. Per il 7 dicembre era previsto l’appuntamento con i suoni di Raffa Guido, accompagnato dai Dj Thomas Rotunno e Andrew. Idem per il pomeriggio dell’8 dicembre, con la prevista partecipazione di David Morales e dei Dj Thomas Dorsi e Bert.