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Propulsori nucleari, Luna e Marte. Trump scatena la nuova guerra fredda nello spazio contro la Cina

Il ritorno del nome di Jared Isaacman alla Nasa riaccende la competizione spaziale globale e segna un riavvicinamento tra il presidente Usa ed Elon Musk che preoccupa il Partito Democratico
Propulsori nucleari, Luna e Marte. Trump scatena la nuova guerra fredda nello spazio contro la Cina
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Inviare una missione di astronauti sulla Luna prima che lo faccia la Cina e programmare una presenza di lungo periodo sul nostro satellite, investire sui propulsori nucleari e fare in modo che gli astronauti possano raggiungere Marte. L’ambizioso programma di Jared Isaacman, l’uomo scelto da Donald Trump per guidare la National Aeronautics and Space Administration (NASA) e pronto a ricevere la conferma dal Senato, proietta le ambizioni strategiche della Casa Bianca verso lo spazio e riaccende la competizione tra le grandi potenze.

Isaacman, imprenditore attivo nel settore dell’e-commerce, amico di Elon Musk e astronauta per diletto grazie a SpaceX, l’azienda aerospaziale fondata dallo stesso Musk nel 2002, era stato nominato da Trump alla guida della NASA, una prima volta, nel dicembre 2024, ma la sua candidatura era stata ritirata in seguito alla rottura tra il Capo di Stato americano e Musk. Il suo ritorno segna un riavvicinamento tra Trump e l’imprenditore sudafricano e preoccupa il Partito Democratico, conscio dell’influenza che Musk potrà esercitare sulla NASA e dei benefici di cui potrà godere SpaceX. L’azienda è coinvolta nel Programma Artemis, un’iniziativa nata nel 2017 durante la prima Amministrazione Trump che intende riportare l’uomo sulla Luna per la prima volta dal 1972 e creare una base permanente sul nostro satellite che possa, poi, facilitare la realizzazione di missioni di astronauti su Marte.

La missione del prossimo allunaggio umano, Artemis III, è prevista per il 2027, ma questa data è soggetta a possibili rinvii e, come ricordato da Forbes, nessuno sembra pronto a scommetterci. La Cina, invece, punta a far sbarcare una missione umana sulla Luna entro il 2030 e a raggiungere per prima il Polo Sud del satellite, dove si ritiene possano essere presenti risorse preziose come terre rare, Elio-3 e ghiaccio d’acqua.

Il cronoprogramma di Pechino non ammette incertezze e punta ad anticipare al 2026 il collaudo del lanciatore Lunga Marcia 10, un dispositivo importante per le future missioni umane sulla Luna. Al momento Washington e Pechino non dispongono di un sistema per allunare le persone, ma il raggiungimento di questo traguardo, grazie ai consistenti investimenti dei programmi nazionali, è prossimo. Il vantaggio degli Stati Uniti in ambito aerospaziale, determinato dall’uso di tecnologie avanzate e di esperienze importanti nel passato, era indiscutibile fino ad alcuni anni fa, ma è stato progressivamente eroso dalle iniziative della Cina. Riuscire a scavalcare i rivali ed essere i primi a inviare una missione umana sulla Luna è un obiettivo propagandistico importante sia per Pechino che per Washington, che sotto la Ppesidenza Trump è tornata a interessarsi ai temi spaziali.

Il ritorno sulla Luna, trascurata per decenni dopo l’ultimo allunaggio realizzato dall’Unione Sovietica nel 1976, interessa anche nazioni come l’India e la Russia che, però, partono in una posizione di netto svantaggio rispetto a Cina e Stati Uniti. Negli ultimi anni l’agenzia aerospaziale russa Roscosmos ha provato a ravvivare il proprio programma lunare, ma si è scontrata con fallimenti, scarsi finanziamenti dovuti alla pressione delle sanzioni occidentali sull’economia nazionale e priorità diverse da parte del Cremlino. L’India, invece, ha lanciato con successo un veicolo spaziale nei pressi del Polo Sud lunare nel 2023 e collabora con il Giappone per la realizzazione di missioni più avanzate nel 2026, ma ricopre un ruolo secondario nello scenario aerospaziale globale e non può intaccare il predominio sino-americano. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha recentemente ottenuto il budget più ampio della sua storia, pari a oltre 22 miliardi di euro, da parte dell’Unione Europea, Stati cooperanti e membri associati. I fondi verranno utilizzati, tra le altre cose, per la realizzazione di una missione di esplorazione su una luna ghiacciata di Saturno e per lo sviluppo delle missioni previste per il ritorno umano sulla Luna, che in una prima fase si focalizzeranno sull’invio di un veicolo meccanico e sulla creazione di una rete di telecomunicazioni.

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