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Putin in visita da Modi, ma tra Russia e India è un amore di convenienza. Nuova Delhi guarda agli Usa, Mosca rimane legata a Pechino

L’attesa era soprattutto per l’eventuale annuncio di nuovi accordi economici. Il presidente russo ha ribadito la disponibilità a fornire un flusso ininterrotto di energia alla controparte indiana, altre intese riguardano anche la difesa
Putin in visita da Modi, ma tra Russia e India è un amore di convenienza. Nuova Delhi guarda agli Usa, Mosca rimane legata a Pechino
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Un caloroso abbraccio ha accolto ai piedi dell’aereo presidenziale il leader russo Vladimir Putin al suo arrivo all’aeroporto della capitale indiana Nuova Delhi nella serata di giovedì. A riservargli questo benvenuto è stato il primo ministro Narendra Modi, felice di ospitare l’inquilino del Cremlino per una visita di due giorni a suo modo storica. Putin mancava infatti dal territorio indiano dal 2021, prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Il viaggio era stato annunciato mesi fa e nel corso di questo periodo non sono mancate speculazioni circa il suo significato e la possibilità che sancisse un riorientamento della politica estera indiana. Motivi non mancherebbero all’India per innescare una dinamica di questo tipo, su tutti la pressione applicata da parte degli Stati Uniti del presidente Donald Trump. Washington vede come fumo negli occhi l’acquisto da parte di Nuova Delhi di petrolio russo a prezzi scontati, un canale commerciale che viene ritenuto vitale per Mosca per consentirle di portare avanti la guerra in Ucraina. Nel periodo tra il gennaio 2023 e l’ottobre di quest’anno, l’India è stata seconda solo alla Cina per importazioni di idrocarburi dalla Federazione, per un controvalore complessivo pari a oltre 130 miliardi di dollari. La ritorsione Usa? L’imposizione di dazi nei confronti del gigante asiatico pari al 50%. Trattative sono in corso sull’asse indo-statunitense per cercare di arrivare a un’intesa sul fronte commerciale. Al momento, però, nulla di concreto.

Tornando alla visita di Putin, l’attesa era soprattutto per l’eventuale annuncio di nuovi accordi economici. Durante la conferenza stampa congiunta organizzata a margine del bilaterale tra i due leader, durato due ore e mezza, il presidente russo ha ribadito la disponibilità a fornire un flusso ininterrotto di energia alla controparte indiana. Una dichiarazione in qualche modo ovvia, considerando la rilevanza per Mosca di un mercato da 1,4 miliardi di persone come quello del gigante asiatico e il contraccolpo che potrebbero subire le casse statali dallo stop deciso a livello europeo delle importazioni di gas russo a partire dal 2027.

Nessun annuncio ufficiale – se non un generico riferimento al settore – è arrivato invece in merito alla collaborazione bilaterale sul fronte della difesa. L’India attende ancora la consegna di altri due sistemi missilistici terra-aria S-400, prevista nell’ambito dell’accordo del valore di 5,4 miliardi di dollari per cinque di queste unità siglato nel 2018, armamenti che si sono dimostrati efficaci durante i round di scontri con il Pakistan dei mesi scorsi. Proprio quest’ultimo Paese è stato di recente protagonista di un inatteso riavvicinamento con gli Stati Uniti, situazione che ha ulteriormente irritato l’India che ha nel vicino pachistano uno dei maggiori rivali in termini storici e geopolitici.

A corto di lavoratori considerando lo sforzo bellico, la Russia ha bisogno di manodopera e sta iniziando a guardare anche all’Asia meridionale, oltre alla tradizionale Asia Centrale, come potenziale bacino. In questo senso è stata siglata un’intesa che dovrebbe favorire l’afflusso di personale qualificato indiano verso le industrie e i grandi centri urbani russi. Uno dei momenti maggiormente simbolici è stata la visita del presidente russo al memoriale dedicato al Mahatma Gandhi: Putin non ha mancato di sfruttare in chiave propagandistica l’occasione, sostenendo come il padre della nazione indiana fosse portatore di principi attualmente difesi dalla Russia sulla scena internazionale. Un’altra dimostrazione della volontà russa di blandire l’opinione pubblica dell’India si è avuta con l’annuncio del lancio della versione locale del canale televisivo russo RT, finanziato da Mosca.

Tutti i passi menzionati sono sicuramente significativi ma non segnano l’inizio di una nuova era lungo l’asse indo-russo. Al di là degli abbracci, da entrambe le parti sembra esserci grande opportunismo legato soprattutto alla sfera economica, ma i fronti a cui l’India e la Russia prestano maggiore attenzione sono altri. Nel primo caso, alla necessità di ricucire i rapporti con gli Stati Uniti e trovare nuove forme di cooperazione con l’Europa, anche sul fronte della difesa, contenendo al contempo la Cina; nel secondo caso, al consolidamento della relazione con Pechino e alla definizione di un accordo con l’Ucraina che sia funzionale alla narrativa del Cremlino.

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