Il mondo FQ

Giustizia

Ultimo aggiornamento: 14:08

Di Matteo smonta la riforma della giustizia: “È contro i magistrati e l’autonomia. Nessun articolo sulla lentezza dei processi o per i detenuti”

A Scampia, ospite di un evento sul tema della giustizia che si è svolto nel Centro ‘Officina delle Culture - Gelsomina Verde’, una ex base di spaccio oggi sede di decine di associazioni, il Di Matteo parla della riforma della giustizia e delle "armi spuntate nei confronti dei potenti"
Icona dei commenti Commenti

“Non è una riforma della giustizia ma è una riforma contro i magistrati”. Da Napoli il sostituto Procuratore nazionale Antimafia Antonino Di Matteo commenta il referendum in tema di Giustizia, sul quale gli italiani saranno chiamati a votare nei prossimi mesi.

“Ascolto in questi giorni quelli che sono gli autori di questa riforma dire pubblicamente che se i cittadini non sono soddisfatti dell’andamento della Giustizia allora dovranno votare ‘Sì’ al referendum. Ma andateli a vedere questi articoli della riforma – spiega Di Matteo – non ce n’è uno che sposti di un centimetro almeno uno dei problemi principali, cioè quello della lentezza dei processi. Non c’è un solo articolo che sposti di un centimetro il tema delle garanzie per indagati e imputati o la condizione carceraria dei detenuti. Questa – prosegue Di Matteo – è una riforma della magistratura, sulla magistratura e contro la magistratura e contro l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Nei paesi ad esempio dove vige la separazione delle carriere, che oggi si vuole introdurre in questa riforma, gli uffici del Pubblico Ministero sono sottoposti al controllo dell’esecutivo e al controllo del Ministro della Giustizia, cioè alle direttive della politica e questa riforma, che in maniera ingannevole per i cittadini viene chiamata riforma della Giustizia è fatta proprio con uno spirito di rivalsa nei confronti di quella parte della magistratura che nei decenni scorsi ha avuto il coraggio e la forza, avendo autonomia e indipendenza dagli altri poteri, di fare – conclude Di Matteo – indagini e processi che hanno riguardato i potenti, che hanno riguardato il potere in Italia, che hanno riguardato le collusioni del potere con la criminalità organizzata e i sistemi corruttivi”.

A Scampia, ospite di un evento sul tema della giustizia che si è svolto nel Centro ‘Officina delle Culture – Gelsomina Verde’, una ex base di spaccio oggi sede di decine di associazioni, il Di Matteo parla di un potere che negli anni si è creato una sorta di immunità generando una Giustizia a due facce. “Quella che abbiamo oggi è una Giustizia efficace, rigorosa, certe volte anche spietata nei confronti delle manifestazioni criminali perpetrate dagli ‘ultimi’ della Società, e un’altra Giustizia – prosegue Di Matteo – con le armi spuntate nei confronti dei potenti. Oggi il sistema carcerario italiano conta circa 60 mila detenuti, se andiamo vedere le statistiche, quelli che stanno scontando una pena per corruzione o reati simili alla corruzione sono giusto una decina. Ne consegue – spiega Di Matteo – che in Italia il fenomeno della corruzione non esiste, che siamo un Paese virtuoso, o che nei confronti dei ‘potenti’ si è creato una sorta di scudo di protezione e di impunità”.

“E tutte queste riforme che si sono succedute negli anni – conclude il sostituto Procuratore nazionale Antimafia – vanno in questa direzione: l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, le intercettazioni che possono durare solo 45 giorni, l’interrogatorio preventivo quando c’è una richiesta di custodia cautelare che riguarda soprattutto i reati tipici dei colletti bianchi, tutto va in questa direzione e il referendum che si propone – ribadisce Di Matteo – non risolve nessuno dei veri problemi della Giustizia ma indica una generale tendenza, nazionale e internazionale, ad accentrare sempre più il potere in capo ai governi di turno in danno del potere legislativo e giudiziario”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione